ECONOMIA
Rapporto annuale sulla situazione del paese
La fotografia del Censis: ceto medio corroso, rischio periferie parigine
Diseguaglianze e meno integrazione, questi gli effetti della crisi. Capitale umano "inagito e dissipato": 8 milioni gli individui non occupati; cresce la paura di finire in povertà, il 60% degli italiani, e la reazione è un attendismo cinico. Il rapporto poi racconta di giovani non autonomi
Capitale umano dissipato
L'Italia è un paese dal capitale umano "inagito" e "dissipato". Sono quasi 8 milioni di individui non utilizzati: 3 milioni di disoccupati, 1,8 mln di inattivi e 3 milioni di persone che, pur non cercando attivamente un impiego, sarebbero disponibili a lavorare.
Il 60% degli italiani ha paura di finire in povertà
La crisi economica ha diffuso in Italia "una percezione di vulnerabilità" tale da far ritenere al 60% degli italiani che a chiunque possa capitare di finire in povertà, "come fosse un virus che può contagiare chiunque". La reazione è un "attendismo cinico", per cui non si investe e non si consuma, il contante è considerato una tutela necessaria e prevale la filosofia del "bado solo a me stesso". La parola d'ordine è: "tenere i soldi vicini per ogni evenienza, pronto cassa".
Pensando al futuro il 29% degli italiani prova ansia perché non ha una rete di protezione, il 29% è inquieto perché ha un retroterra fragile, il 24% dice di non avere le idee chiare perché tutto è molto incerto, e solo poco più del 17% dichiara di sentirsi abbastanza sicuro e con le spalle coperte. "L'attendismo cinico degli italiani - rileva ancora il rapporto - si alimenta anche nella convinzione che in fondo ci sono alcune invarianti nei processi sociali che con la crisi finiscono per patologizzarsi". Per esempio, tra i fattori più importanti per riuscire nella vita il 51% richiama una buona istruzione e il 43% il lavoro duro. Tuttavia, il 29% indica le conoscenze giuste (contro il 19% della Gran Bretagna) e il 20% la provenienza da una famiglia benestante.
Giovani non autonomi
Dei circa 4,7 milioni di giovani che vivono per conto proprio, oltre un milione non riesce ad arrivare a fine mese. Sono 2,4 milioni quelli che ricevono "regolarmente o di tanto in tanto" un aiuto economico dei propri genitori. Il Censis rileva il rischio di "scissione tra il welfare e i giovani" per le difficoltà occupazionali e reddituali incontrate dalle fasce più giovani della popolazione. Tra i giovani (18-34 anni) sale al 43% la quota di chi si sente inquieto e con un retroterra fragile e scende ad appena il 12% la quota di chi si sente al sicuro. Famiglie liquide che si riflettono anche sull'uso dei social network, ampiamente frequentato: a fronte del 63,5% di italiani che utilizza internet, gli utenti sono il 49% della popolazione e arrivano all'80% tra i più giovani, nella fascia 14-29 anni.
Italia paese delle sette giare
Il rapporto fotografa un'Italia delle "sette giare", contenitori con una ricca potenza interna ma che non dialogano tra loro: poteri sovranazionali, politica nazionale, istituzioni, minoranze vitali, gente, sommerso e media. Giare che secondo il Censis vanno connesse "tramite una crescita della politica come funzione di rispecchiamento e orientamento della società" se si vuole evitare di arrivare a "una perdita di energia collettiva, a un'inerte accettazione dell'esistente, al consolidamento della deflazione che stiamo attraversando".