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MONDO

Il libro inchiesta

La reporter sotto copertura e il terrorista dell'Isis che si innamora di lei via chat

Per scrivere un'inchiesta, la giornalista francese Anna Erelle si finge sui social network simpatizzante dell'Isis. Un terrorista, Abou Bilel, si innamora di lei e le chiede di raggiungerlo in Siria: è l'inizio di un incubo. La storia raccontata in un libro

Il libro di Anna Erelle
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di Carlotta Macerollo La giornalista francese Anna Erelle vive nel terrore da quando, per indagare sul fenomeno dei foreign fighters, si è finta Melodie, giovane ventenne convertita e stregata dalla jihad. Tutto inizia con il video di un combattente, tale Rachid che si fa chiamare Abou Bilel, trentottenne francese di origine araba in cui la reporter si imbatte su internet. L'uomo, che vive in Siria, la contatta e Anna decide di "giocare" con lui attraverso Melodie, suo alter ego virtuale. La storia vera, accaduta tra il marzo e il novembre 2014, viene raccontata nel libro "In the skin of a jihadist" (in italiano, "Nei panni di una jihadista").

La "storia d'amore" via chat
Bilel comincia quasi subito a spedire messaggi innamorati con emoticon alla finta Melodie e in neppure 24 ore le chiede di parlare via Skype. L'uomo si invaghisce della ragazza e le racconta con naturalezza la sua vita quotidiana. Così la giornalista sperimenta in prima persona la seduzione, ma anche la manipolazione che può avere presa facile su personalità deboli. Probabilmente è quello che è accaduto a Kadiza, Amira e Shamima, le tre teenager britanniche che, curate e ben vestite, sono scappate dal Regno Unito per unirsi alle milizie dell'Isis e dovrebbero trovarsi adesso in una casa a Raqqa, definita da molti la capitale dell'autoproclamato Stato islamico. 

I foreign fighters
Sono in aumento i giovani che, ammaliati dalla jihad, abbandonano famiglia, affetti, studi e lavoro, e finiscono nelle mani dei terroristi diventando guerrieri e, spesso, martiri. Sono figli di immigrati, nati in Europa e con passaporto di un paese occidentale; oppure sono europei convertiti all'Islam. Un fenomeno di scottante attualità.

Un gioco pericoloso
Erelle inizia a giocare con Bilel: lui le racconta di battaglie e uccisioni che si rivelano essere per la maggior parte vere. La giornalista condivide le informazioni con i Servizi francesi. Lui le prospetta una vita d'amore e di avventura e le chiede di raggiungerlo in Siria, a Raqqa, attraverso l'aeroporto di Istanbul, in Turchia, dove una donna, una "mamma", la aiuterà nel viaggio. Lei in un primo tempo rifiuta, poi decide di fingere fino al momento in cui conoscerà questa donna perché si chiede: "Com'è possibile che una donna possa dare in sposa a un uomo del genere giovani ragazze indifese?". Per Erelle diventa, alla fine, non più solo un lavoro di inchiesta ma una questione personale. 

Le minacce di morte
Il gioco diventa pericoloso quando Bilel annuncia che la donna tramite, la "mamma", non potrà viaggiare per Istanbul per ragioni di sicurezza. A quel punto Erelle inizia a titubare, finge di avere paura e di non volerlo raggiungere: litiga con Bilel e lui per la prima volta le urla contro e la tratta con violenza. Alla fine lei si tira indietro, ma l'uomo la scopre e arrivano le minacce: "So chi sei, tra pochi minuti ti trovo e ti uccido".  

La vita sotto scorta
L'ultimo capitolo della storia è la fatwa contro Anna Erelle lanciata da uno dei terroristi della jihad più ricercati al mondo, che non si sa ancora se sia veramente morto in battaglia o ancora vivo. La giornalista francese, dopo i fatti di Charlie Hebdo, vive nascosta e sotto scorta.
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