ECONOMIA
Focus dei Consulenti del Lavoro
Lavoro. Il 55,9% posti persi per crisi è delle donne
Disoccupazione. Perdita del lavoro. Due concetti un solo volto quella delle donne. La pandemia ha fatto impennare la perdita dell’occupazione femminile
Su 100 posti di lavoro persi il 55,9% sono delle donne. La differenza dell'occupazione maschile, che ha dato prova di maggior tenuta ha perso un 2,7% su 371 mila occupati.
Bastano queste cifre a dare il quadro della condizione femminile sul lavoro. Un quadro che emerge dal focus 'Ripartire dalla risorsa donna' della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro.
I settori dove l'occupazione scende
A perdere il lavoro chi ha un contratto a termine, chi ha un lavoro autonomo, chi un part-time. I settori dove il calo delle donne è maggiore sono quelli ricettivi e ristorativi con il 50%. Seguono assistenza domestica, scuola, sanità, e pubblica amministrazione.
L'impatto nei primi sei mesi dell'anno suona già quale "forte campanello d'allarme” in vista di contagi, chiusure e emergenze con la curva del Covid che sale sempre di più.
Il lockdown
Durante il lockdown primaverile le donne hanno gestito di fatto un sovraccarico di lavoro che il “focus” dei consulenti del lavoro, ha definito “senza precedenti”. Durante il lockdown il 74% ha continuato a lavorare rispetto al 66% degli uomini.
Realtà che allontanano le donne dal lavoro
Le realtà lavorative e la rigidità del mercato del lavoro e la difficoltà a conciliare, da sempre, lavoro e famiglia hanno visto con la crisi un allontanamento delle donne. Nell'ultimo anno la tendenza, è cresciuta sensibilmente, facendo registrare tra giugno 2019 e 2020 un incremento di 707 mila donne inattive (+8,5%), soprattutto nelle fasce giovanili.
"Le donne apportano un contributo rilevante all'occupazione in termini di qualificazione e competenza, che non può disperdersi ulteriormente", ha dichiarato il Presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca, facendo notare che solo nelle professioni intellettuali il 54% è donna. "Per questo è necessario attuare un mix di politiche - dal potenziamento dell'offerta e dell'accessibilità' dei servizi che favoriscono la conciliazione vita-lavoro a percorsi formativi spendibili nel mercato del lavoro - che sostengano concretamente l'occupabilità delle donne, arginando il rischio che molte di loro possono chiamarsi fuori dal circuito lavorativo".