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POLITICA

Affari Costituzionali, Camera

Legge elettorale. Ok Commissione a riduzione collegi uninominali. Addio alle pluricandidature

L'emendamento riduce a 225 i collegi uninominali che saranno assegnati con il maggioritario. E fissa in 28 il numero delle circoscrizioni elettorali proporzionali. Ci si può candidare in un collegio e in una lista proporzionale

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Fa passi avanti la riforma elettorale alla tedesca in salsa italiana. Approvati in Commissione Affari costituzionali della Camera la riduzione dei collegi uninominali e lo stop alle pluricandidature. E' stata infatti raggiunta l'intesa tra le maggiori forze politiche del Paese sulle modifiche da apportare.

234 collegi uninominali 
Primo risultato della mediazione - che fonti parlamentari riferiscono essere stata serrata - tra Pd, Fi, M5s e Lega è la riduzione dei collegi uninominali con un sistema che diventerebbe intorno al 38 per cento uninominale e per il 62 per cento basato sul proporzionale nelle circoscrizioni. L'emendamento riduce infatti a 225 i collegi uninominali (a cui vanno aggiunti quello della Val d'Aosta e gli otto del Trentino Alto Adige già previsti) che saranno assegnati con il maggioritario, facendoli coincidere con quelli stabiliti dalla legge Mattarella per il Senato. E fissa in 28 il numero delle circoscrizioni elettorali proporzionali. 


Via le pluricandidature 
La Commissione ha poi approvato un emendamento alla legge elettorale che abroga le pluricandidature: un candidato si potrà presentare solo in un collegio e in una lista proporzionale. In precedenza era prevista la possibilità di presentarsi nel collegio e in tre diverse liste circoscrizionali. In favore hanno votato Pd, M5s, Lega, Mdp e Fi, per la quale però Francesco Paolo Sisto ha sollevato dei dubbi. Contro si sono espressi Fdi, Ap, Des-Cd. Scompaiono dunque le pluricandidature e i capilista bloccati, due punti sui quali avevano insistito molto anche Gianni Cuperlo e Andrea Orlando e l'area del Pd che a loro fa riferimento. Il punto di caduta raggiunto quindi riappacifica il Partito democratico in un momento in cui è importante che l'unità interna prevalga in vista delle amministrative di domenica prossima.

Rosato: intesa risultato straordinario
Il capogruppo Pd Ettore Rosato in apertura di seduta alle 11 aveva annunciato: "L'intesa raggiunta tra quattro forze politiche che non si amano è un risultato politico straordinario e prevede alcune modifiche: la parità di genere sui capilista donne e nei collegi, norme per semplificare la raccolta delle firme, stop a pluricandidature e capilista bloccati, no voto disgiunto". Inoltre Rosato ha annunciato che è allo studio uno strumento per andare incontro ai partiti più piccoli: "C'è un emendamento che prevede che, nel caso non si vinca nessun collegio, prima di far scattare il listino del proporzionale, si fa scattare il miglior perdente: i più piccoli non avrebbero così la lista bloccata". Una soluzione che però non convince Ignazio La Russa che rivolge un appello al garante del M5S per le pluricandidature: "Grillo ha subito un abbaglio, per i partiti medio-piccoli le pluricandidature non garantiscono qualcuno a scapito di altri, ma danno all'elettore la possibilità di scegliere l'eletto".
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