Original qstring:  | /dl/rainews/articoli/Legge-elettorale-al-via-il-vertice-di-maggioranza-Si-tratta-sulle-soglie-cbc2a679-d41f-4632-a01d-81c0f6dd3fdc.html | rainews/live/ | true
POLITICA

Palazzo Chigi

Legge elettorale, in corso il vertice di maggioranza. Si tratta sulle soglie di sbarramento

E' iniziato l'incontro tra il premier Matteo Renzi e i capigruppo di Pd, Ncd, Sc, Per l'Italia, gruppo misto, Centro democratico

Condividi
Roma Con l'arrivo delle prime delegazioni a palazzo Chigi - i più puntuali sono stati quelli di Scelta civica, il capogruppo del Pd al Senato, Luigi Zanda, e il vicesegretario di Largo del Nazareno, Lorenzo Guerini,  - prende il via il vertice di maggioranza sulla legge elettorale con Matteo Renzi. Alla riunione partecipano i capigruppo di Pd, Ncd, Sc, Per l'Italia, gruppo misto, Centro democratico. In discussione, in particolare, con tutti i piccoli partiti al cospetto del premier e con il patto del Nazareno che "scricchiola", la questione delle soglie di accesso. Si 'balla' nella forchetta 3-5 per cento.

La convinzione del Nuovo Centrodestra è che "oggi si può chiudere l'accordo sull'Italicum, e se c'e' l'accordo i numeri della maggioranza ci sono per approvare la legge". Spiega infatti il coordinatore Gaetano Quagliariello arrivando a palazzo Chigi: "Le riforme si provano a fare con lo schieramento piu' ampio possibile ma partendo dalla maggioranza". A entrare nei dettagli è la capogruppo alla Camera Nunzia De Girolamo: "Logica vorrebbe che con il premio di maggioranza del 55% alla lista e il doppio turno non ci fossero poi soglie di sbarramento". Ma se devono esserci, "il 2, 3, 4% al massimo". Perché "se dal premio alla coalizione si passa al premio di lista, allora si possono cambiare anche le soglie e le preferenze".

"C'è un problema di fondo - le fa eco Gianluca Susta (Sc) - se il premio di maggioranza va alla lista, serve una soglia che sia tecnica e che garantisca la rappresentanza. Il 5 per cento va bene con un sistema proporzionale, con un premio di maggioranza va rivista".

Il presidente del Consiglio, riferiscono fonti parlamentari, è intenzionato a rispettare i tempi prefissati, per fine anno la riforma della legge elettorale dovrà essere in Aula a palazzo Madama per un altro passaggio parlamentare. Per noi il patto resta valido - riferiscono fonti Pd - ma se Berlusconi si sfila si andrà in Aula con chi ci sta. Berlusconi non intende accettare questo 'timing' qualora il Capo dell'esecutivo dovesse accontentare in tutto e per tutto i partiti convocati questa sera a palazzo Chigi. A quel punto sarebbe un patto di maggioranza, non più il patto del Nazareno.

Certo da più parti l'ex presidente del Consiglio viene invitato a non rompere, ma la partita sulle soglie e il premio di maggioranza alla lista restano degli ostacoli sulla strada dell'intesa. Ncd e gli altri partiti della maggioranza contano sul fatto che la soglia di ingresso venga abbassata al 3%, mentre per il Cavaliere non si può scendere sotto il 5. Una ipotesi di mediazione potrebbe essere però quella del 4%. Il premier Renzi ha incontrato Alfano e Casini e si sarebbe discusso proprio su una mediazione di questo tipo che potrebbe accontentare, viene riferito, sia il Nuovo Centrodestra che Forza Italia.

Occorrerà capire proprio l'esito del vertice e vedere se Renzi è disposto ad aspettare qualche giorno prima di accelerare. Berlusconi domani incontrerà i parlamentari azzurri nell'ufficio di presidenza con Raffaele Fitto intenzionato a porre nella riunione la questione del partito, oltre che a chiedere un confronto aperto sulla legge elettorale. L'obiettivo del Cavaliere è quello di tenere unito il partito, per questo motivo potrebbe ancora temporeggiare e a quel punto si andrà al confronto direttamente in Parlamento. I contatti tra Pd e FI sono ancora in corso ma l'intesa ancora non c'è e il fatto che Renzi abbia convocato la direzione del
partito per mercoledì è un segnale che il Capo dell'esecutivo voglia andare al G20 in Australia con i 'dossier' gia' avviati. Il segretario del Pd ha messo in agenda, oltre all'Italicum, anche il Jobs act e le riforme costituzionali. 
 
Condividi