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MONDO

Una crisi alle porte dell'Italia

Libia, dopo la guerra civile gli scontri tra fazioni

Le milizie che hanno ribaltato il regime di Gheddafi non hanno mai abbandonato le armi e ora si scontrano in diverse zone del Paese. Numerosi gli episodi particolarmente violenti, anche nella capitale Tripoli 

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La Libia è tormentata da scontri armati sin dal 2011, quando scoppiò la guerra civile che nel giro di alcuni mesi portò alla fine del regime di Muhammar Gheddafi. Da allora il Paese è stato teatro di continui conflitti tra fazioni e negli ultimi mesi la situazione si è ulteriormente deteriorata.

Fazioni in lotta e governo indebolito 
Al termine della guerra civile le milizie rivoluzionarie non hanno mai abbandonato le armi e in molte zone sono loro a controllare il territorio. Lo scoppio di tensioni tra i differenti gruppi ha generato episodi particolarmente violenti, come lo scontro verificatosi a Tripoli il 7 novembre 2013 tra le truppe di Misurata e Suq Al Juma oppure gli scontri tra Warshaffana e Zintan qualche mese più tardi. Tra i più recenti ci sono quelli nei pressi dell’aeroporto internazionale della capitale, che hanno causato decine di vittime. Parallelamente, dalla fine dello scorso anno il governo ha perso progressivamente il controllo della situazione, consentendo anche il ritorno di forze lealiste.

Rapimenti di stranieri e flussi migratori
Negli ultimi mesi si sono verificati diversi rapimenti di stranieri, tra i quali anche dei lavoratori italiani. La crisi libica ha riflessi immediati anche sui flussi migratori nel Mediterraneo. Il Paese è il punto di partenza di molte delle imbarcazioni dirette verso Lampedusa e la Sicilia. 
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