MONDO
La scheda
Libia, domani il Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Le posizioni in campo
Domani riunione d'urgenza dell'organo esecutivo. Sulla risoluzione della crisi diverse le posizioni dei membri permanenti (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Cina e Russia) e di quelli non permanenti
Gli Stati Uniti sono già impegnati a combattere i jihadisti dell'Isis in Siria e Iraq con attacchi aerei e il presidente Barack Obama ha chiesto al Congresso un'autorizzazione per l'azione militare contro l'Isis. Da valutare però il tempo e il tipo di mandato e l'amministrazione americana potrebbe essere contraria a mettere in campo velocemente un intervento nel Paese dove i rapporti tra le forze in campo sono ancora molto confusi.
La Gran Bretagna potrebbe allinearsi alla posizione e ai tempi degli Stati Uniti. Ed è significativo che oggi l'inviato in Libia del governo londinese, Jonathan Powell, ponga l'accento sulla necessità di maggiori sforzi diplomatici. La Francia dopo l'azione militare lanciata nel 2011 probabilmente potrebbe fare parte della coalizione.
Più dubbi invece sulle posizioni di Russia e Cina. La seconda potrebbe astenersi mentre è difficile prevedere la decisione di Mosca, impegnata sul fronte Ucraina. La tensione in Libia crea sì problemi sul mercato del petrolio, che è fondamentale per l'economia russa, ma un eventuale stop della produzione libica potrebbe risultare proficuo per la Russia. Inoltre c'è stato nell'ultimo anno un avvicinamento tra Mosca e Il Cairo e il ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha dichiarato che "Mosca sosterrà l'Egitto nella guerra al terrorismo". La posizione dipenderà anche dal dispositivo che viene proposto.
Più complessa la situazione dei membri non permanenti. Alcuni tra questi (Angola, Cile, Nuova Zelanda) sembrerebbero abbastanza lontani dal problema. Altri, a partire dalla Nigeria e dal Ciad, hanno conflitti aperti con frange jihadiste violente, nello specifico il gruppo Boko Haram. La Giordania, poi, è direttamente impegnata in attacchi aerei contro l'Isis nel territorio della vicina Siria. La Lituania e la Spagna, dal canto loro, sono Paesi occidentali appartenenti alla Nato, con Madrid che è tra i più accreditati possibili componenti della coalizione.