MONDO
Continuano i combattimenti
Libia, i ribelli islamici conquistano la base militare delle forze speciali a Bengasi
Depositi di carburante in fiamme e scontri sempre più violenti tra fazioni rivali. Cittadini libici e diplomatici sono in fuga dal paese. Intanto dopo un sequestro lampo è stato liberato l'ex vice premier Abushagur
Diplomatici e occidentali in fuga
Con i suoi depositi di carburante in fiamme e le fazioni fuori controllo che si combattono dalla periferia di Tripoli fino a Bengasi la Libia rimane sempre più sola. E mentre il ministro degli Esteri Federica Mogherini ribadisce che l'unico riferimento possibile è l'Onu, continua l'esodo di diplomatici e occidentali. Dopo la chiusura dell'ambasciata americana sono stati invitati a lasciare il paese tutti i cittadini francesi, canadesi, serbi, portoghesi e bulgari. Migliaia i libici che hanno attraversato il confine.
Sequestro lampo dell'ex vice premier
Intanto dopo un sequestro lampo è stato liberato il parlamentare libico ed ex vice premier, Mustapha Abushagur, rapito ieri sera a Tripoli da uomini armati dalla sua abitazione.
Tra le vittime tanti rifugiati
A pagare uno dei prezzi più alti dell'escalation di guerra - denuncia padre Mussie Zerai, presidente dell' ong Habesha - sono i rifugiati: eritrei, etiopi, sudanesi e somali, rimasti intrappolati in territorio libico, dove erano arrivati per cercare protezione. Solo domenica sono morti in 30, rivela il sacerdote, che chiede un corridoio umanitario per portarli in salvo in un "Paese terzo".