Original qstring:  | /dl/rainews/articoli/M5s-e-Lega-chiudono-contratto-governo-trattativa-oltranza-sul-nome-del-premier-Mattarella-attende-testo-definito-6e9e8956-811c-47a8-b72f-32be68aa8393.html | rainews/live/ | true
POLITICA

Bufera su bozza contratto, "è già cambiata"

Governo, M5s e Lega chiudono il "contratto". Ora si tratta a oltranza sul premier

Mattarella attende il testo definito dell'accordo, non si occupa di "bozze", fa sapere il Quirinale. Nel contratto non c'è più la parte relativa all'uscita dall'euro e alla richiesta alla Bce di cancellazione del debito. Nuovo incontro Salvini-Di Maio in serata, si replica oggi

Condividi

Il "contratto di governo" c'è, ma continua a mancare il nome del presidente del Consiglio. La trattativa tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini entra nella fase finale, quella decisiva, da cui dipendono gli equilibri del prossimo esecutivo a trazione M5s-Lega. Lo confermano fonti 5 stelle, dopo il nuovo incontro tra i due leader in serata. "Si tratta a oltranza su premiership e squadra di governo", fanno sapere. Previsto un ulteriore colloquio oggi. 

Rocco Casalino, capo della comunicazione 5 stelle, sulla chiusura del "contratto" ha raccontato: "Ci sono stati degli applausi alla fine e ci siamo tutti abbracciati". Il programma è costituito da 40 pagine e da oltre 22 punti, e adesso dovrà essere sottoposto ai due leader Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Saranno loro infatti a dover sciogliere gli ultimi nodi: "Si tratta di 6 punti, appena 6 righe" minimizza Casalino. 

Mattarella attende testo definito, non legge "bozze"
Le delegazioni di Lega e M5s, nel corso delle consultazioni di lunedì scorso, hanno voluto lasciare al presidente Mattarella la bozza dell'accordo di programma nello stato in cui si trovava in quel momento. E' chiaro che il presidente non guarda bozze ma testi definiti, frutto delle responsabilità dei partiti che concludono accordi di governo. E' quanto spiegano al Quirinale a chi chiede se il presidente abbia ricevuto la bozza del programma.  
 
Il totonomi per il premier
Di nomi per il premier, in queste ore frenetiche, ne sono circolati molti. Nella roulette di Palazzo Chigi hanno girato vorticosamente le candidature prima di Di Maio, poi di Giorgetti, a seguire del deputato 5s esperto di giustizia, Alfonso Bonafede, quello di Giulio Sapelli, successivamente di Vincenzo Conte (sussurrata all'orecchio del Colle come ipotesi nell'ultimo giro di consultazioni), del questore anziano della Camera, Riccardo Fraccaro, infine di Matteo Salvini e dell'ex direttore di 'Sky tg24' e oggi parlamentare pentastellato, Emilio Carelli.

Le ipotesi per il governo
Nei corridoi dei palazzi della politica, però, a taccuini chiusi, da diverse fonti di area M5S è trapelata una voce (insistente) su un metodo condiviso dai due protagonisti della fase politica attuale. In sostanza, la base di questo accordo prevederebbe che se a capo del governo andasse Di Maio, allora la squadra di governo sarebbe di 20 ministri e le deleghe di peso (Interno, Difesa, Lavoro, Economia) andrebbero alla Lega. Se, invece, a Palazzo Chigi sedesse un esponente del Carroccio (la figura individuata sarebbe quella di Giancarlo Giorgetti), i contrappesi sarebbero tutti in favore del Movimento, che porterebbe a casa anche un numero maggiore di dicasteri. Resta però in piedi anche l'ipotesi 'neutrale', con un terzo uomo gradito a entrambi gli azionisti del nuovo esecutivo. In questo caso Di Maio e Salvini entrerebbero nella partita per dare un valore politico alto alla squadra. 

I punti del contratto tuttora aperti
Su quale sarà la scelta finale, inciderà anche il compromesso che capo politico e segretario federale adotteranno su alcuni temi rimasti ancora aperti del 'contratto'. Finora l'intesa è stata raggiunta, tra l'altro, su euro (niente uscita né referendum, la linea sulla moneta unica sarà decisa di volta in volta con i partner europei), reddito di cittadinanza, flat tax, taglio drastico dei costi della politica con annessa riduzione del numero dei parlamentari e obbligatorietà dei vaccini. Resta da definire la linea sulla Ue, un punto dirimente, in particolare per la Lega. 

La preoccupazione dei mercati
La questione è diventata scottante soprattutto dopo che alla diffusione delle prime bozze del programma di governo, dai mercati sono arrivati segnali negativi. Lo spread è salito sopra quota 150 e la borsa ha perso il 2,3%. Finora sia Salvini che Di Maio mostrano tranquillità rispetto alle turbolenze della finanza internazionale, ma è chiaro a entrambi che se un esecutivo deve partire i tempi devono essere necessariamente brevi. O il cambiamento resterà una pagina non scritta del libro dei sogni.

Di Maio: io e Salvini potremmo restare fuori del governo  
"Se per arrivare a far partire un governo è utile che il segretario della Lega e il capo politico del Movimento 5 stelle stiano fuori staremo fuori", dice di maio ai cronisti a Montecitorio. "Tutti i nomi saranno politici perché saranno scelti da due forze politiche e non calate dall'alto", aggiunge il leader del M5s precisando che anche il premier sarà politico e con un mandato preciso.

Salvini: premier? Sarebbe onore ma se serve faccio passo di lato 
Salvini premier? Sarebbe per me l'onore più grande del mondo. Se  avessi la certezza che andando al governo anche non da premier di poter fare parecchie cose utili per il nostro Paese mi metto in gioco e se serve faccio anche un passo a lato', dice Matteo Salvini in diretta Facebook. Il leader del Carroccio, però, chiede un leghista al Viminale per garantire 'i rimpatri' dei migranti e si lancia in un'offensiva sull'Europa: 'Meglio barbari che servi'. 'Vediamo se oggi chiudiamo, poi passeremo ai nomi', aggiunge. 



 

Condividi