ITALIA
Nadia Cerrito risponde ai pm
Mafia Capitale, la segretaria di Buzzi: "Preparavo io le buste". Rubato pc negli uffici del Comune
La donna che gestiva il libro mastro dove erano annotate tutte le donazioni illecite ha deciso di parlare con i magistrati
Pietro Grasso dice che, a proposito dell'inchiesta 'Mafia Capitale', "ci sono tutti i presupposti per l'aggregazione mafiosa" ma "il Comune di Roma è assolutamente al di fuori di queste tematiche, soltanto alcuni sono coinvolti e per sciogliere un Comune ci vuole ben altro", sul fronte delle indagini la segretaria di Salvatore Buzzi, la custode del 'libro nero', ha deciso di rispondere alle domande dei magistrati, fornendo agli inquirenti le prime ammissioni sull'inchiesta.
Nadia Cerrito, questo il nome della segretaria di Buzzi, considerato lui il braccio imprenditoriale della piovra che strangolava Roma e considerata lei la cassiera dell'organizzazione, ha ammesso di essere stata lei, negli ultimi 2/3 anni, la persona che preparava le buste con i contanti e di essere stata lei la custode del libro mastro delle tangenti. La donna si è difesa dicendo che non sapeva che fine facessero quelle buste e che non poteva rifiutarsi di fare quello che le veniva chiesto per paura di perdere il posto di lavoro.
Nel 'libro nero', decine e decine di dazioni, al massimo 15 mila euro, servite alla banda per controllare il Campidoglio e forse ottenere appalti anche dalla Regione Lazio. Un tariffario al quale si aggiungevano gli extra che il 'capo', d’accordo con Carminati, avrebbe versato in occasioni particolari come le cene elettorali del sindaco Gianni Alemanno.
La Cerrito, assistita dall’avvocato Bruno Andreozzi, ha raccontato di essere "impiegata della “Cooperativa 29 giugno” da quindici anni con uno stipendio da ragioniera. In realtà sono cinque cooperative, abbiamo circa 1.200 dipendenti". Al gip Flavia Costantini che le chiedeva come mai il “libro nero” sia stato trovato nel suo appartamento e non in ufficio dice: "Lo tenevo sempre nella borsa perché Salvatore Buzzi mi aveva detto che riguardava pagamenti riservati e dunque non volevo che altri lo vedessero". E conferma: "Buzzi portava i soldi in contanti e io provvedevo a preparare le buste con le sue indicazioni. La “B” che vedete per me equivale a Buzzi. Io non sapevo quale fosse la destinazione finale di soldi, chi fossero i percettori".
All'obiezione dell'evidente natura illegale del tutto, la Cerrito confessa: "Sapevo che si trattava di cose illegali visto che era una contabilità parallela che quindi non doveva essere registrata in alcun modo, ma io non mi potevo sottrarre. Mi dicevano di preparare i soldi in contanti e mi dicevano che dovevano essere messi nelle buste. Io non potevo dire di no. Ho una famiglia, un padre malato, avevo paura di perdere il lavoro. Le buste hanno cominciato a chiedermele due o tre anni fa".
Alle domande dei giudici ha risposto anche il dirigente del Servizio Giardini, Claudio Turella, il quale ha respinto le accuse, mentre si sono invece avvalsi della facoltà di non rispondere Alessandra Garrone, Emilio Gammuto, Paolo Di Ninno, Giuseppe Mogliani, Emanuela Bugitti e Pierina Chiaravalle. Oggi compariranno davanti al gip per l'interrogatorio di garanzia Riccardo Mancini, Carlo Maria Guarany, Claudio Caldarelli, Giovanni Fiscon, Sandro Coltellacci, Cristiano Guarnera e Giovanni De Carlo, arrestato dopo essere rientrato dall'estero. Gli otto detenuti presso il domicilio saranno interrogati tra martedì e mercoledì prossimi.
Rubato un pc dagli uffici del Servizio Giardini
Intanto un pc è stato rubato la notte scorsa negli uffici del Servizio Giardini del Comune di Roma e della Protezione Civile. Due uomini sarebbero entrati dalla finestra nella stanza del direttore del Servizio Giardini, che si trova a Parco San Sisto, a ridosso del centro cittadino, e hanno rovistato in vari uffici. Poi hanno rubato un pc nel palazzo accanto dove ha sede la Protezione Civile comunale. Nell'inchiesta Mafia Capitale una parte importante del giro di affari della "cupola" era proprio sulla cura del verde cittadino. Tra gli arrestati anche Claudio Turella, responsabile del servizio programmazione e gestione verde pubblico.
Mentre il presidente del Senato
Nadia Cerrito, questo il nome della segretaria di Buzzi, considerato lui il braccio imprenditoriale della piovra che strangolava Roma e considerata lei la cassiera dell'organizzazione, ha ammesso di essere stata lei, negli ultimi 2/3 anni, la persona che preparava le buste con i contanti e di essere stata lei la custode del libro mastro delle tangenti. La donna si è difesa dicendo che non sapeva che fine facessero quelle buste e che non poteva rifiutarsi di fare quello che le veniva chiesto per paura di perdere il posto di lavoro.
Nel 'libro nero', decine e decine di dazioni, al massimo 15 mila euro, servite alla banda per controllare il Campidoglio e forse ottenere appalti anche dalla Regione Lazio. Un tariffario al quale si aggiungevano gli extra che il 'capo', d’accordo con Carminati, avrebbe versato in occasioni particolari come le cene elettorali del sindaco Gianni Alemanno.
La Cerrito, assistita dall’avvocato Bruno Andreozzi, ha raccontato di essere "impiegata della “Cooperativa 29 giugno” da quindici anni con uno stipendio da ragioniera. In realtà sono cinque cooperative, abbiamo circa 1.200 dipendenti". Al gip Flavia Costantini che le chiedeva come mai il “libro nero” sia stato trovato nel suo appartamento e non in ufficio dice: "Lo tenevo sempre nella borsa perché Salvatore Buzzi mi aveva detto che riguardava pagamenti riservati e dunque non volevo che altri lo vedessero". E conferma: "Buzzi portava i soldi in contanti e io provvedevo a preparare le buste con le sue indicazioni. La “B” che vedete per me equivale a Buzzi. Io non sapevo quale fosse la destinazione finale di soldi, chi fossero i percettori".
All'obiezione dell'evidente natura illegale del tutto, la Cerrito confessa: "Sapevo che si trattava di cose illegali visto che era una contabilità parallela che quindi non doveva essere registrata in alcun modo, ma io non mi potevo sottrarre. Mi dicevano di preparare i soldi in contanti e mi dicevano che dovevano essere messi nelle buste. Io non potevo dire di no. Ho una famiglia, un padre malato, avevo paura di perdere il lavoro. Le buste hanno cominciato a chiedermele due o tre anni fa".
Alle domande dei giudici ha risposto anche il dirigente del Servizio Giardini, Claudio Turella, il quale ha respinto le accuse, mentre si sono invece avvalsi della facoltà di non rispondere Alessandra Garrone, Emilio Gammuto, Paolo Di Ninno, Giuseppe Mogliani, Emanuela Bugitti e Pierina Chiaravalle. Oggi compariranno davanti al gip per l'interrogatorio di garanzia Riccardo Mancini, Carlo Maria Guarany, Claudio Caldarelli, Giovanni Fiscon, Sandro Coltellacci, Cristiano Guarnera e Giovanni De Carlo, arrestato dopo essere rientrato dall'estero. Gli otto detenuti presso il domicilio saranno interrogati tra martedì e mercoledì prossimi.
Rubato un pc dagli uffici del Servizio Giardini
Intanto un pc è stato rubato la notte scorsa negli uffici del Servizio Giardini del Comune di Roma e della Protezione Civile. Due uomini sarebbero entrati dalla finestra nella stanza del direttore del Servizio Giardini, che si trova a Parco San Sisto, a ridosso del centro cittadino, e hanno rovistato in vari uffici. Poi hanno rubato un pc nel palazzo accanto dove ha sede la Protezione Civile comunale. Nell'inchiesta Mafia Capitale una parte importante del giro di affari della "cupola" era proprio sulla cura del verde cittadino. Tra gli arrestati anche Claudio Turella, responsabile del servizio programmazione e gestione verde pubblico.