ITALIA
L'inchiesta sul Mondo di Mezzo
Mafia Capitale, nuovi beni sequestrati a Guarnera
A distanza di 24 ore dal sequestro di un patrimonio da 100 milioni di euro, si aggiungono altri 93 beni, tra immobili e terreni, che a prima vista non erano riconducibili alle società dell'imprenditore. Il valore complessivo dei beni sequestrati è di 113 milioni di euro
Roma
Nuovi risvolti nell'inchiesta su Mafia Capitale. Aumentano i beni sequestrati dalla Guardia di Finanza di Roma all'imprenditore Cristiano Guarnera, finito agli arresti nelle indagini sul Mondo di Mezzo. A distanza di 24 ore dal sequestro di un patrimonio da 100 milioni di euro, si aggiungono altri 93 beni, tra immobili e terreni, del valore di oltre 13 milioni di euro. Il valore complessivo del patrimonio sequestrato supera così gli oltre 113 milioni di euro.
Gli immobili sequestrati stamane, a prima vista, non erano riconducibili alla società, in quanto le relative trascrizioni nei pubblici registri immobiliari erano state effettuate con una ragione sociale leggermente difforme e senza l'indicazione della Partita Iva della Edilizia Piera S.r.l..
Le ragioni del sequestro
Alcune delle imprese sequestrate, secondo quanto spiega la Guarda di Finanza, "grazie all'intervento di Carminati, venivano coinvolte per il soddisfacimento delle esigenze connesse al piano di emergenza abitativa, promossa dall'amministrazione capitolina, nel quale, grazie alla capacità di penetrazione del sodalizio mafioso, erano da tempo inserite le cooperative di Salvatore Buzzi".
Conferma della custodia in carcere per Buzzi
Ieri è arrivata anche la notizia della conferma della custodia in carcere, con l'aggravante mafiosa, per Salvatore Buzzi, Giovanni De Carlo e altri nove indagati nell'inchiesta di Mafia Capitale. Secondo quanto ha deciso il tribunale del riesame di Roma, torna in libertà Riccardo Mancini, ex amministratore delegato dell'Ente Eur, mentre Giovanni Fiscon, ex direttore generale Ama, va ai domiciliari. I giudici hanno fatto cadere l'aggravante mafiosa per Giovanni Fiscon e per questo hanno disposto i domiciliari. Nei confronti dell'ex alto dirigente della municipalizzata dei rifiuti restano comunque le accuse di corruzione e turbativa d'asta.
Gli immobili sequestrati stamane, a prima vista, non erano riconducibili alla società, in quanto le relative trascrizioni nei pubblici registri immobiliari erano state effettuate con una ragione sociale leggermente difforme e senza l'indicazione della Partita Iva della Edilizia Piera S.r.l..
Le ragioni del sequestro
Alcune delle imprese sequestrate, secondo quanto spiega la Guarda di Finanza, "grazie all'intervento di Carminati, venivano coinvolte per il soddisfacimento delle esigenze connesse al piano di emergenza abitativa, promossa dall'amministrazione capitolina, nel quale, grazie alla capacità di penetrazione del sodalizio mafioso, erano da tempo inserite le cooperative di Salvatore Buzzi".
Conferma della custodia in carcere per Buzzi
Ieri è arrivata anche la notizia della conferma della custodia in carcere, con l'aggravante mafiosa, per Salvatore Buzzi, Giovanni De Carlo e altri nove indagati nell'inchiesta di Mafia Capitale. Secondo quanto ha deciso il tribunale del riesame di Roma, torna in libertà Riccardo Mancini, ex amministratore delegato dell'Ente Eur, mentre Giovanni Fiscon, ex direttore generale Ama, va ai domiciliari. I giudici hanno fatto cadere l'aggravante mafiosa per Giovanni Fiscon e per questo hanno disposto i domiciliari. Nei confronti dell'ex alto dirigente della municipalizzata dei rifiuti restano comunque le accuse di corruzione e turbativa d'asta.