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ITALIA

Indagini sulla criminalità organizzata a Roma

Mafia Capitale: confermato carcere per Buzzi, Mancini torna in libertà

Il tribunale del riesame di Roma ha deciso di confermare custodia in carcere, con l'aggravante mafiosa, per Salvatore Buzzi, Giovanni De Carlo e altri nove indagati nell'inchiesta di Mafia Capitale, mentre Riccardo Mancini torna in libertà. Grasso: "Non sottovalutare pericolosità". Alfano: "Fondata configurazione del 416 bis". Oggi effettuato maxisequestro ai danni di Guarnera

Salvatore Buzzi
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Dopo l’operazione che ha portato a un maxisequestro da 100 milioni di euro, nell'ambito dell'inchiesta Mondo di Mezzo, oggi è arrivata anche la notizia della conferma della custodia in carcere, con l'aggravante mafiosa, per Salvatore Buzzi, Giovanni De Carlo e altri nove indagati nell'inchiesta di Mafia Capitale. Secondo quanto ha deciso il tribunale del riesame di Roma, torna in libertà Riccardo Mancini, ex amministratore delegato dell'Ente Eur, mentre Giovanni Fiscon, ex direttore generale Ama, va ai domiciliari. I giudici hanno fatto cadere l'aggravante mafiosa per Giovanni Fiscon e per questo hanno disposto i domiciliari. Nei confronti dell'ex alto dirigente della municipalizzata dei rifiuti restano comunque le accuse di corruzione e turbativa d'asta.

Mancini torna in libertà
I giudici del tribunale del Riesame hanno ritenuto per Riccardo Mancini, accusato di associazione per delinquere di stampo mafioso, non sussistere i presupposti per il mantenimento della misura cautelare. Solo dalla lettura delle motivazioni, che verranno depositate nelle prossime settimane, sarà possibile capire se nei confronti dell'ex ad dell'Ente Eur, e da sempre braccio destro di Gianni Alemanno, quale valutazione è stata fatta anche in riferimento all' aggravante mafiosa. 

Grasso: "Temo che il fenomeno sia più diffuso di quanto appaia"
Intanto il presidente del Senato Pietro Grasso dichiara che l'inchiesta su Mafia Capitale ha fatto emergere un "mondo di mezzo che non fatico a identificare come mafia, perché anche le mafie sono cambiate: il volto violento e brutale della criminalità organizzata non è il più grave pericolo”. Il presidente aggiunge: "È come se quella che una volta veniva definita l'area grigia della mafia si fosse resa completamente autonoma: sarebbe un errore grave sottovalutarne la pericolosità e sminuire il tutto a qualche episodico caso di corruzione o criminalità comune. Temo che il fenomeno sia molto più diffuso di quanto non appaia".

Alfano: "Fondata la configurazione del 416 bis"
Il ministro dell’Interno Angelino Alfano chiarisce "È fondata la configurazione del 416 bis (articolo sull'associazione di tipo mafioso n.d.r.) nell'inchiesta Mafia Capitale condotta da un procuratore serio come Giuseppe Pignatone". Alfano inoltre critica "L'approssimazione con cui si è parlato del 416 bis, come se qualcuno potesse ancora pensare che l'organizzazione mafiosa sia un club con sede a Corleone e con uomini con la coppola. La mafia - continua - è metodo e cultura". Intervenendo alla presentazione del Bilancio 2014 della Dia, Alfano aggiunge che la Commissione prefettizia per l'accesso al Comune di Roma "è al lavoro, io non voglio anticipare giudizi, ma bisogna agire con i piedi di piombo quando si tratta di sospendere la democrazia in una amministrazione".    

Maxisequestro da 100 milioni di euro
Intanto proseguono le indagini. Oggi un'altra tappa: un maxisequestro da 100 milioni di euro. Il provvedimento riguarda l'imprenditore Cristiano Guarnera, a cui hanno sequestrato le quote societarie, il capitale sociale e il patrimonio aziendale di cinque imprese (Edilizia Piera S.r.l.; Immobiliare Torre Argentata Costruzioni S.r.l.; Verdepamphili S.r.l.; I.G.M.A. Costruzioni S.r.l.; Gruppo immobiliare universo S.r.l.) e il 52% della del capitale sociale della Devil custom cycles S.r.l., che si occupa a Roma di manutenzione e riparazione di autoveicoli. Poi ci sono 178 immobili in mezza Italia (da Sacrofano - centralissima per Mafia Capitale - a Mentana in provincia di Roma a Villaricca nel napoletano fino a Pordenone), una barca, dieci tra auto e moto e, ovviamente, soldi.

Le ragiondi del sequestro
Le ragioni del sequestro - secondo la Guardia di Finanza - sono legate al fatto che alcune delle imprese sequestrate oggi "grazie all'intervento di Carminati, venivano coinvolte per il soddisfacimento delle esigenze connesse al piano di emergenza abitativa, promossa dall'amministrazione capitolina, nel quale, grazie alla capacità di penetrazione del sodalizio mafioso, erano da tempo inserite le cooperative di Salvatore Buzzi".  
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