Manovra
Ddl bilancio trasmesso al Quirinale: fondo per anticipi Recovery Fund, 120,6 miliardi in 3 anni
Per la riforma fiscale 8 miliardi in 2022 e 7 dal 2023, quota tra 5 e 6 miliardi all'Assegno unico. 700 milioni di risparmi l'anno dal 2023 da Stato e Regioni
La Legge di bilancio, bollinata dalla Ragioneria generale dello Stato, e attesa in Parlamento, è stata trasmessa al Quirinale e presenta nella sua versione finale da 229 articoli. Per la riforma fiscale è istituito un Fondo con una dotazione di 8 miliardi nel 2022 e 7 miliardi a decorrere dall'anno 2023, di cui una quota non inferiore a 5 miliardi e non superiore a 6 è destinata all'assegno universale e servizi alla famiglia. Al Fondo sono destinate anche, a decorrere dal 2022, fermo restando il rispetto degli obiettivi programmatici di finanza pubblica, risorse stimate come maggiori entrate permanenti derivanti dal miglioramento dell'adempimento spontaneo, stabilisce la Manovra.
Fondo per anticipi Recovery Fund, 120,6 miliardi in 3 anni
La versione finale della Manovra prevede un Fondo presso il Mef per anticipare i fondi del Programma Next Generation Eu, il Fondo di rotazione per l'attuazione del Next Generation Ee - Italia. La dotazione è di 34,775 miliardi per il 2021, 41,3 miliardi per il 2022 e 44,573 miliardi per il 2023: in totale nel triennio 120,648 miliardi. Le risorse del Fondo sono versate su due appositi conti correnti infruttiferi aperti presso la tesoreria centrale dello Stato; sul primo conto corrente, denominato "Ministero dell'economia e delle finanze attuazione del Next Generation EU - Italia - Contributi a fondo perduto' sono versate le risorse relative ai progetti finanziati mediante questo tipo di contributi, mentre sul secondo, denominato 'Ministero dell'economia e delle finanze attuazione del Next Generation EU - Italia- Contributi a titolo di prestito", sono versate le risorse relativi ai progetti finanziati mediante loans. Si tratta digestioni fuori bilancio.
Le risorse dei conti correnti infruttiferi del Mef verranno trasferite, in relazione al fabbisogno finanziario, alle amministrazioni o organismi titolari dei progetti, mediante giroconto. In seguito, le risorse erogate all'Italia dall'Ue affluiranno sui due distinti capitoli relativi ai contributi a fondo perduto e ai prestiti. Con decreti del ministro dell'Economia, il primo entro 60 giorni dall'entrata in vigore della Manovra, saranno stabilite le procedure amministrativo-contabili per gestire le risorse e rendicontarle. Le amministrazioni beneficiarie sono responsabili dell'attuazione dei progetti; con Dpcm, su proposta del Mef, da adottarsi sempre nei 60 giorni, vengono definite le modalità di rilevazione dei dati di attuazione a livello di singolo progetto, con riferimento ai costi, agli obiettivi perseguiti, alla spesa sostenuta, alle ricadute sui territori, ai soggetti attuatori, ai tempi di realizzazione, agli indicatori di realizzazione e di risultato. Entro il 30 giugno di ciascun anno dal 2021 al 2027, il Consiglio dei ministri approva e trasmette alle Camere una relazione che indica, sulla base dello stato dell'arte, le misure necessarie per accelerare l'avanzamento dei progetti. I progetti devono essere predisposti secondo quanto stabilito dalla normativa Ue. Nel caso di revoca, i finanziamenti saranno riassegnati al Piano. Da gennaio sarà costituita presso la Ragioneria un'apposita unità di missione con il compito di coordinamento, raccordo e sostegno delle strutture coinvolte; previsto un posto di funzione di livello dirigenziale generale di consulenza, studio e ricerca, di tre anni, rinnovabile una sola volta.
7 mila imprese interessate da sgravi per aggregazioni
Sono circa settemila le imprese che potrebbero essere interessate agli incentivi per aggregazioni previsti dalla Manovra. Lo stima la Relazione tecnica al Ddl bilancio. Dai risultati delle analisi i soggetti potenzialmente interessati sono 7.065 con un ammontare massimo convertibile in credito DTA di circa 12,195 miliardi; applicando l'aliquota Ires del 24%, si stima un importo di DTA massimo di 2,9 miliardi, che in base al limite alla trasformazione del credito del 2% si riduce a 1,4-1,5 miliardi. Tenendo conto della forte natura agevolativa della proposta, il credito di imposta è stato prudenzialmente raddoppiato per un importo totale di circa 3 miliardi. Quindi, considerati anche il recupero Ires e le commissioni dovute, il costo è di 463 milioni nel 2021 e 1,4 miliardi nel 2022.
700 milioni di risparmi l'anno dal 2023 da Stato e Regioni
La spending review dovrà assicurare 700 milioni l'anno di risparmi dal 2023, a livello centrale e periferico. A decorrere dal 2023 le dotazioni di competenza e di cassa relative alle missioni e ai programmi di spesa dei Ministeri saranno ridotte, in base ai processi di razionalizzazione organizzativa, di 350,1 milioni; come al solito e' loro assicurata la possibilità i rimodulare le riduzioni. Si aggiungono a questi, risparmi per 350 milioni per ciascuno degli anni dal 2023 al 2025, da parte di Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano, Comuni, Province e Città metropolitane. Il risparmio non incide sui livelli dei servizi offerti, prevede la Manovra, in quanto compensato da un efficientamento della spesa derivante dalla riorganizzazione dei servizi anche attraverso la digitalizzazione e il potenziamento del lavoro.