POLITICA
L'Europa e i conti dell'Italia
Manovra, Italia risponde a lettera di Bruxelles. Di Maio: "Vogliamo sederci a un tavolo con Europa"
Il differenziale tra Btp e Bund tedeschi, in netto calo in apertura rispetto alla chiusura di venerdì, nelle prime ore di scambi è tornato a quota 300 punti per poi ripiegare nuovamente, a metà mattina, a 293. Prosegue dunque l'inversione di rotta seguita alle parole del commissario Ue, Pierre Moscovici, che venerdì ha escluso contagi nell'Eurozona da parte dell'Italia. E oggi ha ribadito: "non vogliamo crisi, ma deficit troppo alto".
Perde impeto a tarda mattina il recupero euforico dei mercati scattato in apertura dalle decisioni di venerdì scorso da parte di Moody's. A Piazza affari l'indice Ftse-Mib riduce i guadagni al più 0,62 per
cento, con le performance migliori su Salvatore Ferragamo (+8,11%), Fiat Chrysler Automobiles (+5,21%), Telecom Italia (+2,37%), Exor (+2,36%); all'opposto i cali più netti toccano Ferrari (-1,48%), Recordati (-0,7%), Atlantia (-0,56%) e Leonardo (-0,26%).
Nel frattempo sui titoli di Stato prosegue il calmieramento, ma anche qui con meno nettezza rispetto alle prima battute questa mattina quando il mercato ha reagito dopo la pausa del fine settimana alle decisioni di Moody's. I rendimenti sui Btp a 10 anni si attestano al 3,42 per cento, in calo di circa un quarto di
punto percentuale da venerdì mentre il differenziale rispetto ai tassi dei Bund della Germania si stringe a 294 punti base. Questa mattina era caduto fino a 285 punti base.
Venerdì scorso, a mercati chiusi, Moody's ha annunciato un declassamento di rating sull'Italia, ma di un solo gradino (a Baa3) e soprattutto riportando l'outlook, le prospettive di rating, a stabili. Significa che al momento l'agenzia non prefigura altri possibili bocciature, con cui i titoli tricolori finirebbero fuori dalla categoria ritenuta più sicura, a livello speculativo o "junk" in gergo, cioè spazzatura.
Parallelamente le tensioni che si erano create tra lega e M5S sul condono, e che tra giovedì e venerdì avevano creato impennate sui tassi dei Btp fino a spingere lo spread a 340 punti, sembrano essere rientrate.
Di Maio: "Disponibili a sederci a un tavolo con l'Europa. Non vogliamo uscire dall'Euro"
Nei prossimi incontri a Bruxelles, "ribadiremo i contenuti della manovra" e lo faremo anche "nella lettera che manderemo alla Commissione". "Questi sono i nostri obiettivi e le nostre ragioni e siamo disponibili a sederci al tavolo per riconoscere le istituzioni europee. Noi nell'Ue e nell'euro ci vogliamo restare quindi con loro ci confronteremo per spiegare questo 2,4%". Così il vicepremier Luigi di Maio intervistato da Rtl 102.5. "C'è una paura di fondo per il fatto che il governo italiano possa voler uscire dall'euro ma non c'è nessuna volontà di questo genere e questa paura vale in realtà almeno 100 punti di spread - aggiunge -. Non solo non c'è nessuna intenzione di andarsene via, ma c'è la volontà di essere protagonisti".
La risposta a Bruxelles
Il cancelliere tedesco Sebastian Kurz continua ad affermare che la Commissione - a meno che non siano apportate delle modifiche - deve bocciare, senza alcuna esitazione, la manovra italiana. Già nei giorni scorsi si era parlato di una "deviazione senza precedenti". Un giudizio netto che sa già di procedura di infrazione. Il ministro dell'Economia Giovanni Tria ha poche carte da giocare, visto che l'esecutivo di cui fa parte ha praticamente rimandato al mittente la sua stessa proposta di far scendere l'asticella del rapporto deficit-Pil sotto il 2% già nel 2020. L'operazione è fallita, il governo compatto ha confermato l'obiettivo del 2,4 per i prossimi tre anni e ora toccherà proprio a Tria convincere o quantomeno ammorbidire quel "senza precedenti" per evitare che l'Europa proceda con un giudizio negativo
Per mezzogiorno è quindi fissato l'invio della missiva a Bruexelles, a cui Tria ha lavorato a testa bassa per tutta la giornata di ieri in costante contatto con il presidente del Consiglio. Non è escluso che prima dell'invio la lettera sia visionata dai maggiori azionisti del governo giallo-verde per ricevere l'ok finale.
Per quanto riguarda i contenuti, Di Maio anticipa che "la lettera racconterà le ragioni della nostra manovra di bilancio e dirà anche che tra le clausole di salvaguardia, cioè i debiti che ci hanno lasciato i governi precedenti, e la minore crescita con il deficit quest'anno, partivamo dal 2%. Quindi lo sforamento è solo dello 0,4%". Si tratta di una "manovra coraggiosa" a cui sta lavorando tutto il governo e che tenta di "ricostruire i diritti per italiani, come il reddito di cittadinanza, quota 100 e ricompensare i truffati delle banche. Sappiamo che per commissione europea non sono principi condivisibili". La speranza è che si dia una seconda possibilità al governo, con una reazione alla contro-lettera del ministro e l'apertura di "un contraddittorio", auspica il vicepremier, "per convincerli della bontà della nostra manovra".
Secondo Di Maio il governo del cambiamento con questa legge di bilancio vuole creare un "modello" basato sul concetto che "per abbassare il debito si deve investire sui diritti sociali". Modello che, se condiviso, potrebbe "cambiare tutta l'Europa".
La lettera comunque arriverà a Bruxelles a mercati aperti, nella prima seduta dopo lo scorso venerdì nero di Piazza Affari. Gli occhi saranno puntati sulle borse e soprattutto sullo spread arrivato a 340 punti per poi chiudere a 312. Montagne russe dovute più che ai contenuti dell'ex finanziaria alle fibrillazioni dell'esecutivo per il decreto legge fiscale. Ora che la pace sembra fatta, si attende la risposta della finanza mondiale, che non potrà di certo non tenere conto del declassamento di Moody's. Mentre tutti guardano a quello in arrivo, il 26 ottobre, di Standard & Poor's.
Gli investitori attendo di sapere quale sarà il giudizio dell'altra agenzia di rating, anche nel medio termine. Moody's ha precisato che i motivi alla base della sua decisione sono stati di due tipi: il primo è "un indebolimento della posizione di bilancio", a seguito dei propositi espansivi del nuovo governo. Secondo l'agenzia di rantig ora il livello del debito dovrebbe stabilizzarsi attorno al 130 per cento del Pil invece che calare. Il secondo motivo è nelle "implicazioni negative di medio termine per la crescita" derivanti dallo stallo delle riforme economiche e fiscali. Secondo l'agenzia i piani del governo non comprendono interventi in grado di riportare la bassa performance economica del Paese a livelli più elevati. Con l'outlook stabile l'agenzia non fa presagire altri interventi, tuttavia avverte cosa potrebbe far cambiare in peggio questo orientamento: una strategia di bilancio che provochi aumenti del debito, un peggioramento della sostenibilità del debito stesso, anche se dovuta a difficoltà a rifinanziarsi sui mercati; un concreto aumento del rischio di uscire dell'euro, attualmente ritenuto "molto basso" ma che "potrebbe salire con un conflitto con le autorità Ue".