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POLITICA

Palazzo Madama

Manovra, maxiemendamento slitta a domani. Protestano le opposizioni

E' ancora caos in Senato sui tempi della Legge di Bilancio. Il maxiemendamento del governo alla manovra sarebbe dovuto approdare a Palazzo Madama alle 16 di oggi, ma slitta domani alle 14

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E' ancora caos in Senato sui tempi della Legge di Bilancio. Il maxiemendamento del governo alla manovra sarebbe dovuto approdare a Palazzo Madama alle 16 di oggi, ma slitta domani alle 14. Lo ha stabilito la capigruppo del Senato, secondo quanto riferisce Andrea Marcucci del Pd. La prima chiama per il voto di fiducia dovrebbe cominciare alle 20, riferisce Loredana De Petris.

Fischi e tumulti quando la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, annuncia ufficialmente lo slittamento dell'arrivo formale del maxiemendamento a Palazzo Madama, atteso per questo pomeriggio. "Pur comprendendo le difficoltà del governo, anche nell'interlocuzione con l'Ue, mi corre l'obbligo di invitare la maggioranza e il governo ad avere un percorso legislativo più regolare, non con questa tempistica a singhiozzo. Un percorso rispettoso dell'Assemblea del Senato", ha poi aggiunto il presidente del Senato, intervenendo in Aula, durante il dibattito sulla manovra.

La discussione sul 'maxi', che sarà depositato soltanto domani alle 14, avverrà alle 16, dopo la pronuncia del presidente sull'ammissibilità dell'emendamento stesso. Alle 16 partirà la discussione generale in aula sulla fiducia e le dichiarazioni di voto inizieranno alle 20.30. Dopo circa un'ora comincerà la prima chiama sul voto di fiducia. Seguirà la nota di variazioni e il voto finale sul Bilancio.

La discussione generale nell'Aula di Palazzo Madama si era conclusa all'ora di pranzo con le votazioni sulla seconda sezione del bilancio, ovvero le tabelle allegate alla manovra. Intanto, la Camera è già stata convocata per il 27 e 28 dicembre.

Pd: una vergogna
"E' una vergogna, la manovra non c'è: il Pd occupa l'aula del Senato". Così il presidente dei senatori del Pd, Andrea Marcucci, al termine della capigruppo in Senato che ha rinviato ancora il voto sulla legge di Bilancio. L'occupazione simbolica da parte dei senatori Pd si è conclusa alle 20: la protesta per il ritardo accumulato sull'approvazione ddl di Bilancio e in particolare sulla presentazione da parte del governo del max emendamento alla manovra, annunciata per oggi e rinviata a domani. 

Fi: sfregio all'Italia
Affondo della presidente dei senatori Fi Annamaria Bernini contro la maggioranza in aula a palazzo Madama per la mancanza del testo del maxiemendamento contenente la manovra: "E' una cosa sconcia nei confronti del popolo italiano, uno sfregio non a noi ma ai vostri rappresentati. Una Caporetto per il governo che non
presenta l'emendamento non è per ragioni tecniche, ma politiche. Non ce la fa...".

Conte: confidiamo approvazione entro domani
"Siamo al rush finale". Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sul maxiemendamento alla manovra. "Confidiamo che nella giornata di domani la manovra al Senato possa essere approvata. So che siamo in zona Cesarini", ha aggiunto il premier.

Le proteste delle opposizioni
Il voto dell'Aula era stato stabilito ieri dalla Capigruppo di Palazzo Madama nel pieno di un pomeriggio carico di tensione, che ha visto i rappresentanti del Partito democratico e di Leu abbandonare i lavori della commissione Bilancio per l'impossibilità di proseguire la votazione sugli emendamenti presentati dai gruppi al testo approvato dalla Camera e al pacchetto di modifiche consegnato ieri dal governo. Andrea Marcucci, presidente dei senatori dem, ha criticato duramente il comportamento della maggioranza che si configura - ha affermato - come "un atto ostile nei confronti del Paese". La manovra è giunta in Aula senza l'esame della commissione Bilancio che non ha dato il mandato al relatore.

Martina: sta accadendo una cosa gravissima
"Sta accadendo una cosa gravissima. Non è mai successo che una manovra di bilancio dello Stato non passasse il vaglio della Commissione Bilancio del Senato. Anche alla Camera il passaggio è stato vergognoso per la dinamica democratica, è arrivato un maxi emendamento con scelte devastanti per la tenuta sociale e per quella economico finanziaria dello Stato che non si può discutere. Stanno vendendo ancora fumo, come fa Di Maio con i fogliettini scritti a mano, ma in realtà questa è una manovra che ci porterà dritti dritti in recessione". Lo dichiara Maurizio Martina, candidato alla segreteria nazionale del Partito Democratico, ospite a Omnibus su La7. "Prima era una manovra improbabile, oggi è del tutto insufficiente: Salvini e Di Maio sono spariti, non hanno messo la faccia sui contenuti che rimangono iniqui e pericolosi per il Paese. Quando tagli di 3 - 4 miliardi e ipotizzi clausole Iva al 20- 21%, quando decapiti le tue bandiere ideologiche come quota 100 e reddito cittadinanza, fai scelte che rischiano di fare molto male al Paese".

Forza Italia: la manovra approvata alla Camera è carta straccia
Anche Forza Italia, con la capogruppo Anna Maria Bernini, ha respinto l'iter imposto da Lega e M5s. "Non è possibile discutere sulla manovra approvata dalla Camera: è carta straccia che sarà superata dal maxi emendamento che la cambierà totalmente", ha detto l'esponente azzurra che ha anche proposto (senza successo) la riapertura dei lavori della Bilancio e il rinvio dell'Aula dal 24 al 26 dicembre.

Il nuovo passaggio alla Camera
La manovra, dopo l'approvazione attesa al Senato, approderà alla Camera. Il presidente Roberto Fico ha ufficialmente convocato l'Aula di Montecitorio per discutere la legge di bilancio giovedì 27 dicembre alle ore 10, con prosecuzione prevista venerdì 28. Secondo l'orientamento emerso nell'ultima conferenza dei capigruppo, il lavoro della commissione Bilancio della Camera si svolgerà sabato 22 e domenica 23.

Boeri: grave lo stop alle assunzioni nella Pubblica amministrazione
Anche fuori dal Palazzo un clima ricco di polemica accompagna il varo della manovra. Il presidente dell'Inps Tito Boeri ha bollato come "un fatto gravissimo" l'emendamento del governo che blocca fino al 15 novembre del 2019 le assunzioni nella Pubblica amministrazione. Matteo Salvini, vice presidente del Consiglio, gli ha risposto invitandolo a dimettersi perché, ha sostenuto, "rema contro il governo e disinforma gli italiani difendendo una legge sciagurata come la Fornero". Il ministro per la Pa, Giulia Bongiorno, ha invece esortato Boeri a passare "un Natale sereno, senza creare inutili e infondati allarmismi" perché "la facoltà di assunzione già maturate e regolarmente autorizzate sono nella piena disponibilità delle amministrazioni centrali".

La preoccupazione dei vescovi
Anche i vescovi si sono espressi sulla manovra con l'auspicio che "la volontà di realizzare alcuni obiettivi del programma di governo" non colpisca "fasce deboli della popolazione e settori strategici" del Paese. Per il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, le preoccupazioni della Cei sono "immotivate" perché "tra le priorità di questa manovra - ha ricordato - c'è il reddito di cittadinanza" la norma "che per eccellenza va incontro a chi si trova in una crisi economica".
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