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POLITICA

Il segretario: "In Parlamento maggioranza difende sola una parte: Confindustria"

Landini (Fiom) "Non voglio fare un partito, ma ho la mia idea politica"

Il numero uno dei metalmeccanici, in una intervista a 'Otto e mezzo' commenta le recenti notizie di stampa su una sua possibile discesa in politica e afferma: "Voglio continuare a fare il sindacalista". Poi va all'attacco: "C'è un Parlamento eletto con una legge incostituzionale, un premier che non è stato eletto e che cancella lo Statuto dei lavoratori: a rischio tenuta democratica del Paese"

Maurizio Landini ospite di Otto e mezzo (Ansa)
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Roma A tre giorni dalla sua intervista al Fatto quotidiano, quell'intervista che tanto ha fatto discutere, Maurizio Landini parla delle sue idee e della sua visione politica. Lo fa in un'intervista a Otto e mezzo su La7 immaginando un asse tra sindacati e sinistra politica vasto e trasversale, che si opponga in maniera chiara al governo Renzi. Il leader della Fiom afferma di non volere abbandonare il sindacato, ma alza comunque il livello dello scontro con il presidente del Consiglio. Negando ogni aspirazione a fondare un partito ma parlando, nella sua replica all'attacco di Renzi, quasi da 'padre' di un nuovo progetto politico: "Io sconfitto? La Fiom ha 350mila iscritti, più del partito di Renzi. E non facciamo cene da 1.000 euro".

L'attacco nei confronti del premier è evidente: lo accusa di non essere stato eletto e di cancellare lo Statuto dei lavoratori. "E' a rischio la tenuta democratica del Paese", dice. Parole, quelle del segretario Fiom, destinate ad aprire il dibattito in tutta la sinistra, nella quale, tra i Dem, solo Pippo Civati, finora, opta per spezzare chiaramente una lancia a favore del numero uno delle tute blu. "Con Landini parlerò ma di persona. E credo sia il momento che tutti quelli che si interrogano su un nuovo partito a sinistra facciano altrettanto", è la sua esortazione. In pochi, tuttavia, nel Pd al momento sarebbero d'accordo. Non lo sarebbero i bersaniani, che con Miguel Gotor, tornano a ribadire come la battaglia vada fatta "dentro il partito", impedendo "una deriva neocentrista che è il cuore del disegno di Renzi". Tace Gianni Cuperlo mentre Stefano Fassina apre al senso della "coalizione sociale" indicata da Landini: "pone un problema vero: il lavoro, nonostante lo sforzo di alcuni di noi e di Sel, non ha un'adeguata rappresentanza". E un chiaro plauso arriva da Nichi Vendola ("è una risorsa, non certo un problema"), leader di Sel e da mesi impegnato a creare un fronte comune che dentro e fuori il Parlamento si opponga al "renzismo".

I rischi di una discesa nell'arena politica per Landini - nonostante la sua smentita - già sembrano profilarsi all'orizzonte. Gli effetti non mancano anche nel fronte sindacale, in seno alla stessa Cgil, l'organizzazione di cui la Fiom è parte integrante. Nel pomeriggio di ieri, infatti, il leader dei metalmeccanici ha incontrato il numero uno della Cgil Camusso. Un vertice apparso, nonostante Landini precisi che fosse in agenda da settimana, quasi come una 'convocazione a rapporto' dopo l'intervista di sabato al Fatto.

Una cosa ormai è quasi data per assodata: il malcontento di tutte le anime dell'ipotetico fronte di chi è a sinistra di Renzi sul Jobs Act. Una riforma rispetto alla quale Camusso, se da un lato ammette "la sconfitta" sull'art.18 dall'altro promette  "reagiremo con gli strumenti necessari". E con Landini che si dice d'accordo con il segretario Cgil sull'idea di una legge di iniziativa popolare o di un referendum.

Riferendosi proprio alla riforma del mercato del lavoro, Landini se la prende con il presidente del Consiglio: "Non ho capito cosa di male hanno fatto a Renzi i lavoratori. Quando dice 'ti posso licenziare anche se hai ragione e te lo monetizzo', Renzi non capisce il dramma dei lavoratori", insiste il leader Fiom che ha in mente una idea politica che si ponga 'il problema di rappresentare i lavoratori': "Nella Dc, nel Pci, nel Psi - afferma -  c'era una rappresentanza trasversale. Oggi, nella storia di questo Paese per la prima volta non c'è la rappresentanza dei lavoratori ma soltanto di Confindustria". 

 
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