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MONDO

"Il vero pericolo non arriva dall'esterno ma dai giovani suicidi"

Lo scrittore israeliano Yehoshua: "Alla pace non crede più nessuno. Europa agisca"

Lo scrittore israeliano denuncia la frustrazione per l'impossibilità di arrivare alla pace ed esorta l'Europa ad intervenire

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Israele "Non ho mai visto un giorno di pace, e non sono mai stato cosi' pessimista". Lo afferma in un'intervista a La Stampa lo scrittore israeliano Abraham Yehoshua a proposito della nuova ondata di violenza che sta colpendo Israele con l'intifada dei coltelli. "Nessuno crede più alla pace, è l'ora che l'Europa agisca. Manca una via di uscita. Israele oggi non teme il nemico esterno, non ha grandi
stati che la minacciano, non rischia un conflitto armato tradizionale. Non teme neppure il terrorismo islamista dell'Isis. I confini sono sicuri, blindati. Con i più importanti vicini arabi, Egitto e Giordania, c'è una pace fredda che però 
funziona. La cooperazione - continua - per esempio sulla sicurezza, va avanti, gli egiziani sono anche più duri di noi con Hamas! Il nemico è interno: giovani suicidi che si gettano sui passanti con un coltello e vengono abbattuti subito, senza pietà. Sono attacchi suicidi personali - sottolinea -. non parliamo di gente indottrinata da Hamas, da fanatici, dall'esterno. Sono giovani che agiscono da soli". "E questo - confessa Yehoshua - suscita uno stato d'animo che non abbiamo mai provato prima. Ho parlato di recente con colleghi come Amos Oz e David Grossman. Da qualche
settimana siamo in uno stato di grande depressione. Nessuno parla più di processo di pace".
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