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MONDO

Gentiloni: No iniziative unilaterali da Austria

Migranti, Austria: se l'Italia ci permetterà i controlli sui treni, no a recinto

"L'Ue ha delle regole che vanno rispettate - ha detto il ministro Gentiloni - la chiusura di confini all'interno dello spazio Schengen non può essere decisa da singoli Stati"

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Il quotidiano austriaco Tiroler Tageszeitung anticipa quanto sarà spiegato tra poche ore al Brennero sui controlli dei migranti che l'Austria intende istituire al valico. Le quattro corsie autostradali - scrive il giornale - saranno separate e sarà imposto il limite di velocità di 30 all'ora.

Nell'area dove verranno svolti - spiega il giornale - controlli personali e controlli a vista si dovrà procedere a passo d'uomo. Il giornale spiega inoltre che ci sono problemi con l'Italia per quanto riguarda i controlli a bordo dei treni internazionali. Vienna - scrive il giornale - vorrebbe che le proprie pattuglie potessero salire sui convogli già a Fortezza in territorio italiano. Se ciò non dovesse avvenire - scrive ancora il giornale - potrebbe essere eretto alla frontiera un vero e proprio recinto, a destra ed a sinistra dell'asse viario lungo le pendici montane. Il fatto di erigere o meno il recinto - scrive il giornale - secondo Vienna dipenderà soltanto dalla circostanza se Roma intenderà o meno realizzare al Brennero "zone cuscinetto e strutture di assistenza".

Gentiloni: chiusura Brennero? L'Ue ha regole che vanno rispettate
L'Italia confida nel fatto che Vienna "non prenda decisioni unilaterali" chiudendo il confine del Brennero: l'altolà è del ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, il quale fa notare che i flussi di profughi attuali sono "ben lontani da un'invasione", ricorda che l'Ue ha "regole che vanno rspettate" e si augura piuttosto  "collaborazione" da parte del governo di Vienna e dagli altri partner europei per gestire insieme la crisi migranti.

"L'Austria e l'Italia sono membri di una comunità e questa comunità si chiama Unione Europea", ha detto il ministro, intervistato dal quotidiano austriaco Die Presse. "L'Ue ha delle regole che vanno rispettate: la chiusura di confini all'interno dello spazio Schengen non può essere decisa da singoli Stati. Al riguardo - ha osservato ancora il ministro - gli accordi UE prevedono condizioni ben precise: la premessa è che si tratti di una situazione estrema che comprometta la sicurezza del Paese, oppure di una situazione di emergenza.

Le misure devono comunque essere 'proporzionali'. Attualmente non esiste nessun fattore esterno che giustificherebbe la chiusura del Brennero: sebbene i flussi migratori attraverso il Mediterraneo verso l'Italia siano intensi, non sono diversi da quelli del 2014 e del 2015. Siamo ancora lungi da un"invasione'".

Di qui le conclusioni: "Confidiamo che Vienna non prenderà decisioni unilaterali nei prossimi mesi. E che l'Austria continuerà a collaborare strettamente con noi nella crisi dei profughi".

Avramopoulos: l'Italia si prepari, arrivi in aumento
"L'Italia deve essere preparata". Lo dice il commissario europeo all'immigrazione, Dimitris Avramopoulos, che sarà oggi a Catania per inaugurare, insieme con il ministro Alfano, la nuova sede della Task force di Frontex che dovrà affrontare la nuova emergenza migranti. Avramopoulos, in un'intervista al quotidiano la Repubblica, lancia un appello perchè l'Italia si prepari ad affrontare una nuova emergenza migratoria. "Non c'è una frammentazione della rotta - spiega -. I migranti che arrivano in Italia non sono gli stessi che partono dalla Turchia. Arrivano principalmente dal Nord Africa e dall'Africa Occidentale attraverso la Libia. Recentemente abbiamo notato un aumento degli arrivi dall'Egitto".

"Dall'inizio dell'anno - aggiunge - il numero degli arrivi in Italia ha ripreso a salire. Da gennaio, sappiamo approssimativamente di 25 mila sbarchi. Questo significa che dobbiamo essere preparati. L'Italia deve assicurarsi che tutti gli hotspots siano funzionanti a pieno regime il prima possibile, che tutti gli arrivi siano registrati e che vengano prese le impronte digitali. Occorre che tutti i centri di accoglienza, compresi i centri di detenzione, siano operativi e che il rimpatrio di coloro che non hanno diritto a restare venga accelerato. A questo proposito, l'Italia deve riavviare il suo vasto programma di rimpatrio volontario".

Quanto all'Austria, che si prepara a chiudere il Brennero per timore di un'ondata incontrollata di migranti provenienti dall'Italia, ribadisce: "Ho chiesto chiarimenti al ministro austriaco appena ricevuta la notizia. Poi ho domandato ulteriori chiarimenti sui dettagli. La mia posizione è nota: i muri non sono una soluzione, al loro posto dovremmo costruire ponti. I controlli alle frontiere devono essere proporzionati e ovviamente temporanei. La libera circolazione è la più grande conquista dell'Unione europea e sono ben determinato a difenderla e a rafforzarla, come lo e' del resto tutta la Commissione".

"L'Italia - aggiunge Avramopoulos - ha fatto progressi incredibili nel far fronte alla sua parte di responsabilità in questa crisi. Con gli hotspots in funzione in Italia e Grecia quasi il cento per cento degli arrivi viene registrato. Ma bisogna schedare i nuovi arrivi anche al di fuori degli hotspots. E poi occorre ampliare le capacità di accoglimento e di detenzione, e la Commissione è impegnata a sostenere l'Italia in questo compito". "Per ora, gli accordi di Dublino restano validi - prosegue -. Anche mentre pianifichiamo la riforma di Dublino, resta comunque il principio che non si può scegliere il Paese in cui si fa la domanda di asilo. Quello che vogliamo cambiare è ottenere una più equa e più automatica redistribuzione dei rifugiati, e anche dissuadere la gente dallo spostarsi da un Paese ad un altro".

La settimana scorsa il Consiglio ha approvato la proposta della Commissione per la costituzione di una Guardia di frontiera e una guardia costiera europea. Quali saranno le sue competenze? Il nuovo organismo si farà anche carico dei rimpatri? "L'accordo del Consiglio è un passo importante per avviare rapidamente i negoziati con il Parlamento europeo - risponde -. Se manteniamo questo ritmo, penso che la proposta possa essere definitivamente approvata già in giugno. Quando c'è una pressione migratoria improvvisa sui nostri confini esterni è chiaro che nessun Paese può affrontarla da solo.

Ma la Guardia di frontiera europea non sostituirà mai la sovranità nazionale: servirà a rafforzare la capacità di uno stato nazionale di sorvegliare la propria frontiera esterna, che e' anche una frontiera europea, ma senza sostituirla". Il principale problema dell'Italia sembra sia quello di gestire, finanziare e organizzare i rimpatrii dei migranti irregolari. In che misura l'Europa condividera' questo onere? "La Guardia europea di frontiera - dice Avramopoulos - aiuterà gli stati membri in prima linea da un punto di vista sia finanziario sia operativo. Con il nuovo mandato, potrà avviare e finanziare operazioni di rimpatrio congiunte. Comunque gli Stati membri continueranno ad avere la responsabilita' di valutare le domande di asilo, di adottare le decisioni di rimpatrio e anche di metterle in pratica. La Ue già fornisce supporto finanziario e logistico attraverso diverse strutture, e l'Italia ne è uno dei maggiori beneficiari.

Dal 2014 ha già ricevuto 22 milioni di euro di finanziamenti di emergenza che vanno ad aggiungersi ai 600 milioni per far fronte alle sfide migratorie stanziati per il periodo 2014-2020. Con questi soldi l'Italia deve riavviare urgentemente il suo vasto programma di rimpatrio volontario e aumentare le sue capacità di ottenere i documenti per la riammissione nei Paesi terzi".

Delrio: muri risposta velleitaria a problemi globali
"Innalzare muri è risposta velleitaria a problemi globali" così Graziano Delrio, ministro delle Infrastrutture ha risposto stamattina a Bari al Forum sulla portualita',  alle domande sul tema del muro che si intende erigere al valico del Brennero da parte dell'Austria in materia di emergenza immigrati. "Oggi i nostri figli prenotano un appartamento a New York o un viaggio a Parigi usando un semplice cellulare - ha aggiunto il ministro - non si può pensare che i valichi alpini pensati da Cavour nel 1850 per aprire passaggi possano diventare delle barriere. E' un danno economico ai Paesi e un danno enorme al progetto Europa.

Hofer, Brennero? Bisogna fermare la corrente
"Non sono certo felice del blocco sul Brennero, ma finchè le frontiere esterne della zona Schengen non funzionano, dobbiamo mettere in sicurezza i nostri confini nazionali. Spero che sia solo una misura temporanea. L'Austria non ha alternative: bisogna fermare la corrente. Altrimenti saranno gli altri Paesi che rimprovereranno a noi di farla passare". Lo afferma il candidato del Partito della libertà Norbert Hofer, in corsa per le presidenziali austriache, in un'intervista al Corriere della Sera. 

L'accordo di Dublino "deve essere applicato così com'è: i rifugiati devono rimanere nel primo territorio sicuro in cui arrivano. Quello in cui sono davvero arrivati, però", sostiene Hofer. L'accordo "lo abbiamo firmato tutti. E tutti sapevano  cosa c'era scritto: gli italiani avrebbero potuto rifiutarsi. Ma se si sottoscrive, va mantenuto".

Per l'Italia "sono consapevole che non sia facile. Se non ce la fa da sola, dobbiamo rafforzare Frontex, le devono essere dati gli uomini necessari. Ma senza questa messa in sicurezza - sottolinea Hofer - diventa impossibile aprire i confini interni all'Europa. La promessa dell'intesa europea d'altronde era: facciamo funzionare le frontiere esterne, cosi' non abbiamo più bisogno di quelle interne".

Per Hofer il sistema delle quote per dividere i rifugiati tra i vari Stati membri "non funzionerà, perchè i profughi cercheranno sempre di andare dove c'è più assistenza sociale. Finchè ci sono queste enormi differenze, nella Ue, con Paesi come Germania, Austria, Svezia, non sarà possibile fermare la corrente. E non si può compensare un errore con un altro errore. La questione è sempre: possiamo chiudere i confini? Possiamo davvero decidere al confine chi è un profugo e chi no?"
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