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MONDO

Ancora tensione al confine

Migranti, Grasso: "La Ue nata a Ventotene rischia di finire a Ventimiglia"

Tra ieri e oggi 185 respingimenti. E molti migranti musulmani hanno iniziato il digiuno del mese santo di Ramadan

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"Il sogno di un'Unione Europea unita e solidale è nato su un'isola, a Ventotene, e rischia di morire sugli scogli di Ventimiglia". Da Palazzo Madama il Presidente del Senato Pietro Grasso esprime in poche parole il senso di incertezza che aleggia negli ultimi giorni sul Vecchio Continente, con la Ue impegnata da un lato nelle trattavive per evitare il default greco e dall'altro nell'emergenza migranti al confine italo-francese. Ed è proprio la situazione delle centinaia di persone ammassate al confine a costituire il riferimento diretto della dichiarazione di Grasso. 

Tra ieri sera e questa mattina (18 giugno) la Gendarmerie e la Police Nationale francesi hanno rispedito in Italia 185 persone. Il controllo dei transalpini è metodico e si concentra sopratutto negli snodi ferroviari delle vicine Nizza e Cannes. Alla stazione di frontiera di Garavan-Mentone le forze di sicurezza sono salite a bordo del treno ad alta velocità Tgv e l'hanno ispezionato nel dettaglio prima di dare il 'via libera' al proseguimento del viaggio.

Di fronte al muro eretto dalle autorità francesi ai migranti che sperano di superare le Alpi non rimane che fermarsi, aspettare e, in qualche caso, pregare: il mese di Ramadan, sacro agli islamici, è, infatti, appena iniziato. E il digiuno che l'osservanza religiosa comporta durante questo periodo rischia di rendere ancora più difficile dal punto di vista materiale la già precaria situazione di persone accampate un po' sugli scogli (un centinaio), un po' alloggiate nei centri predisposti dalla Croce Rossa Italiana, nella stazione di Ventimiglia e in un edificio Fs che ospitava il dopolavoro ferroviario.
 
"Ieri a pranzo - spiega Fiammetta Cogliolo, responsabile della Cr ligure - abbiamo distribuito circa 700 pasti tra la stazione ferroviaria e la zona di Ponte San Ludovico. In serata, invece, hanno cenato poco più di 200 persone: questo perché almeno in 400, secondo le nostre stime, hanno iniziato ad osservare il Ramadan, il digiuno dall'alba al tramonto. Da oggi tutti i volontari si attiveranno per differenziare gli orari di distribuzione dei pasti per i cristiani e per i musulmani osservanti, in modo che questi ultimi trovino cibo e acqua negli orari in cui è loro consentito riprendere a bere e mangiare. La situazione più delicata  - prosegue Cogliolo - riguarda il gruppo, un centinaio in tutto, da sei giorni sugli scogli dei Balzi Rossi, a pochi metri dalla frontiera. Bisognerà vedere, con il caldo torrido e le condizioni igieniche precarie, quanti riusciranno a reggere il digiuno".

Il sindaco di Ventimiglia prova a mostrare un po' di ottimismo. "Per ora ce la facciamo", ha dichiarato appena giunto alla stazione cittadina per un sopralluogo. 

E mentre nella cittadina di confine si attende una decisione dall'Europa, sempre da Palazzo Madama, il presidente del Senato Grasso, lancia il suo affondo al segretario della Lega Salvini, ieri protagonista di una diatriba con il Papa: "Io sono con Francesco: niente muri ma ponti. Sono per la solidarietà nei confronti degli immigrati che devono essere considerati persone, non certo bestie". La replica di Salvini: "Il problema non è il Papa, la Chiesa fa tanto di buono con gli oratori, le parrocchie e le missioni estere: il problema è dividere i veri rifugiati dai clandestini, non mi sembra ci siano tendopoli in Vaticano".
 
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