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MONDO

La Stampa

Migranti: Mogherini, Europa schizofrenica, Stati seguano Ue, multe a chi rifiuta accoglienza

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Esiste un'Europa "schizofrenica", soprattutto nel gestire l'immigrazione. Troppe volte "si riconosce che il problema è più grande di quanto qualsiasi Stato da solo sia in grado di gestire, si chiede una risposta europea, ma subito dopo - anche se è stata presa una decisione - non la si mette in atto, si riprende la strada nazionale e si scarica la colpa sull'Europa". Lo afferma Federica Mogherini, alto rappresentante Ue per la Politica estera, in un'intervista alla Stampa.

Il quotidiano torinese riporta in apertura indiscrezioni secondo cui la proposta legislativa della Commissione Ue per la revisione del regolamento di Dublino in arrivo mercoledì prossimo prevederà una quota massima di profughi per ogni Stato e una 'multa' da 250mila euro a profugo per i PAesi che rifiutano l'accoglienza.

"Bisogna allineare il discorso politico che sta a monte delle decisioni comuni con quanto i governi fanno quando tornano a casa. Finché non si mantiene una condotta coerente, il sistema non può funzionare", dice Mogherini. In merito alla chiusura del Brennero, "reintrodurre controlli alle frontiere deve essere un fatto eccezionale e temporaneo".

Mogherini nega "misure drastiche" per fermare i profughi dal Nord Africa. "La logica del 'soldi in cambio della garanzia di tenere i migranti in carcere' appartiene al passato. Oggi lavoriamo a un partenariato, che richiede risorse, impegno politico e soprattutto un governo libico".

Sulla Libia, "se i libici riescono a unire le forze attorno ad istituzioni comuni, il Paese ha un futuro". L'alto rappresentante Ue individua "identità fra l'agenda nazionale dei ventotto e quella europea" sui principali temi di politica estera, dove l'Italia "ha un ruolo molto positivo, come dimostra il Migration Compact".

Sulla Russia, "ho chiesto al Consiglio europeo di rivedere la strategia russa oltre le sanzioni, che sono uno strumento e non una politica". In merito ai casi di Giulio Regeni e dei marò, "sono casi diversi, ma è giusto che l'Italia invochi la dimensione europea. Cercare soluzioni europee implica anche contribuire a costruirne".
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