Migranti. Settimo giorno in mare per la Open Arms, Sassoli scrive a Juncker: "Intervenite"
L'appello della nave Ong: "Non possiamo continuare così" e chiede aiuto a Spagna, Francia e Germania. Il presidente del Parlamento Ue: sia "coordinato un intervento umanitario rapido"
Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha lanciato un appello per la vicenda della nave Open Arms chiedendo che sia "coordinato un intervento umanitario rapido", con "un'equa redistribuzione dei migranti". "La situazione è grave e merita un'azione tempestiva, anche perché, come sa bene per formazione e sensibilità, i poveri non possono aspettare. Il Parlamento europeo, come tante volte, sosterrà il Suo sforzo", ha scritto Sassoli in una lettera al presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker.
"Come spesso avviene da quando la parola del Parlamento europeo sulla riforma del Regolamento di Dublino non e stata ascoltata, la vita di povera gente raccolta in mare si ritrova costantemente al centro di strumentalizzazioni e polemiche fra governi. A ogni nave che arriva in acque europee si ripete la stessa scena e si riaprono le stesse polemiche", ha scritto Sassoli, aggiungendo che "se l'Unione si mostrasse indifferente sarebbe come aggiungere sofferenza a sofferenza". Sassoli si è detto "certo che questo non sia lo stato d'animo dei custodi dei Trattati europei".
"Facciamolo per Hortensia, signor Presidente, donna ustionata con la benzina per sfuggire al suo aguzzino. Se l'Europa non saprà proteggere quella donna e i suoi compagni alla ricerca di una vita migliore significherà che avremo perso l'anima, oltre che il cuore".
Open Arms chiede aiuto a Spagna, Francia e Germania
Da una settimana nel Mediterraneo centrale in attesa di un porto sicuro dove sbarcare 121 migranti, la nave ong Open Arms ha chiesto aiuto direttamente a Spagna, Francia e Germania per trovare una soluzione. La ong ha fatto sapere di avere inviato lettere ai tre governi perché chiedano alla Commissione europea di trovare una soluzione. La nave si trova attualmente vicino all'isola di Lampedusa, dopo che le è stato rifiutato l'ingresso a Malta e in Italia. "Ribadiamo ancora una volta l'urgenza di avere un porto sicuro dove possiamo sbarcare questa gente", ha detto Anabel Montes, capo missione per la Open Arms.
"Non possiamo continuare così"
"Con il passare dei giorni stanno aumentando le situazioni di nervosismo, non possiamo continuare così a lungo". Il capo missione a bordo di Open Arms Anabel Montes Mier torna a ribadire la necessità che sia assegnato urgentemente un porto alla nave per sbarcare i migranti. "Siamo in mare da 7 giorni - dice Montes Mier che già ieri aveva segnalato come a bordo stessero per terminare le scorte di cibo e acqua - più passa il tempo e più diventa difficile spiegare ai migranti perché devono rimanere a bordo, perché non possono sbarcare in un porto dove non corrono più alcun pericolo". "Rinnoviamo nuovamente la richiesta di avere con urgenza un porto sicuro dove sbarcare queste persone - conclude la capo missione - secondo quanto previsto dalle convenzioni e dagli accordi internazionali".
"L'Ue si volta dall'altra parte"
"Serve subito un porto sicuro". La Ong Open Arms rinnova via Twitter il suo appello. "Settimo giorno senza un porto - si legge - A bordo, uomini, donne e bambini fragili (in tutto, 121 persone, ndr) traumatizzati da violenze e abusi. Gli Stati europei? Dimostrano il loro coraggio voltandosi dall'altra parte. E' rimasto ancora qualcuno a difendere i diritti e la vita?".
Fonti Viminale: la nostra posizione non cambia, nemmeno dopo il ricorso della ong
La nave Open Arms si trova in acque internazionali (zona Sar maltese), e la posizione del governo italiano non cambia, anche a fronte del ricorso della ong alla procura dei minori. Lo si apprende da fonti del Viminale. La nave è spagnola e gli immigrati a bordo sono sotto la diretta responsabilità di Madrid, sottolineano dal dicastero guidato da Matteo Salvini, dove spiegano: "Non si comprende la richiesta alla magistratura italiana, a meno che la ong non voglia mettere in pratica l’ennesima provocazione per portare gli immigrati nel nostro Paese, magari dopo aver precostituito le 'condizioni di necessità'. Condizioni maturate dopo aver tenuto dei naufraghi in mare aperto per giorni e giorni, come fatto da Carola Rackete prima di speronare una motovedetta della Guardia di Finanza".
Le chiese evangeliche scrivono a Conte: pronti ad accogliere profughi Open Arms
Con una lettera al premier Giuseppe Conte e al ministro dell'Interno Matteo Salvini il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, pastore Luca Maria Negro, e il moderatore della Tavola valdese, pastore Eugenio Bernardini, hanno espresso la disponibilità ad accogliere i profughi soccorsi dalla nave Open Arms lo scorso 2 agosto.
"Questo gesto - spiegano i due esponenti protestanti, Luca Maria Negro e Eugenio Bernardini - ha per noi un significato eminentemente umanitario e risponde,oltre che alla vocazione evangelica, all'accoglienza e all'amore cristiano, all'esigenza urgente di portare in salvo persone già provate e colpevoli di nient'altro che sfuggire da guerre e persecuzioni". Sia la Fcei, attraverso il programma Mediterranean Hope chela Tavola valdese per mezzo della Diaconia valdese sono impegnate in attività di accoglienza riservate, in buona parte,ai beneficiari del progetto dei "corridoi umanitari".
"La nostra proposta - spiegano i due pastori - nasce dall'apprezzamento della soluzione trovata in casi analoghi quando altri profughi arrivati in Italia sono poi stati parzialmente ricollocati sulla base di accordi con alcuni stati europei. Come si ricorderà, in quei casi quote di migranti furono accolte dalle strutture della Conferenza episcopale italiana. Per consolidare questo modello operativo, siamo da tempo impegnati presso le chiese protestanti e gli organismi ecumenici europei, perché sostengano attivamente politiche di accoglienza condivise e solidali".
Malta nega rifornimenti alla Ocean Viking
Le autorità maltesi si sarebbero rifiutate di rifornire di carburante la Ocean Viking, la nuova nave di salvataggio di Sos Mediterranee e Medici senza frontiere, nonostante fossero stati presi precisi accordi in questo senso. A denunciarlo un portavoce di Sos Mediterranee all'agenzia tedesca Dpa. L'intesa era stata confermata da un intermediario - ha detto la fonte - ma poi le autorità marittime maltesi avrebbero informato via radio che non vi era alcuna autorizzazione.
La Ocean Viking non ha migranti a bordo: era partita il 5 agosto da Marsiglia ed è diretta all'area di ricerca e soccorso davanti alla Libia. L'arrivo nella zona Sar era previsto per domani. Ora si sta cercando un'altra soluzione per il rifornimento di carburante. Questa è la prima missione della nuova nave delle due ong Sos Mediterranée e Medici senza frontiere, che fino all'anno scorso viaggiavano nel Mediterraneo con la nave Acquario.