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MONDO

Si complica il negoziato a Bruxelles

Migranti, vertice Ue-Turchia. Ankara chiede altri 3 miliardi. Austria: chiuderemo tutte le rotte

I leader dell'Ue sono pronti a discutere con il primo ministro turco Ahmet Davutoglu di cooperazione in materia di migrazione ma sull'incontro pesa il caso Zaman. Ankara propone uno scambio di migranti, mentre è ancora caos sulla rotta balcanica. Ma i lavori del summit sono in salita: il vertice si prolunga fino a notte

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Si complica il vertice Ue-Turchia in corso a Bruxelles. Il summit è stato prolungato, in modo che il premier turco Ahmet Davutoglu possa presentare "nuove idee" e nuove richieste, che vanno oltre gli impegni di Ankara per fermare il flusso di migranti. "Stanno offrendo di più e chiedendo di più", ha dichiarato un diplomatico europeo. Davutoglu ha preso parte a una cena di lavoro con i 28 leader europei, ma il vertice prosegue a oltranza per trovare un accordo sulle nuove proposte, tra interruzioni decise per consentire incontri ristretti.

La Turchia chiede 6 miliardi di euro
Il presidente dell'Europarlamento Martin Schulz in un incontro stampa ha riferito che la Turchia avrebbe chiesto alla Ue altri tre miliardi di euro per gestire la crisi dei migranti, che si aggiungerebbero ai tre già concordati.

E Ankara reclama i tre miliardi già accordati dall'Europa.  "La Turchia ha salvato quasi 100mila rifugiati nel Mediterraneo" orientale ma "l'Ue deve ancora darci i 3 miliardi di euro promessi quattro mesi fa", ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.

Anche secondo fonti europee citate dal Financial Times, Ankara avrebbe raddoppiato la posta in cambio della sua collaborazione a bloccare il flusso di migranti verso l'Europa. Richieste supplementari che rischierebbero di far fallire il vertice. 

Oltre alla richiesta di un aumento dei fondi già concordati con l'Ue, Ankara avrebbe chiesto un accesso più rapido ai visti Schengen per i cittadini turchi ed un'accelerazione del suo processo di adesione all'Unione Europea.

Ankara propone uno scambio di migranti 
La Turchia offre inoltre di riprendere tutti i migranti che illegalmente hanno raggiunto l'Ue da una certa data in poi,  - sia gli economici che i richiedenti asilo - ma propone un meccanismo secondo il quale, per ogni profugo siriano riammesso, l'Ue ne accolga uno in modo legale dalla Turchia, spiegano fonti diplomatiche. 

Ahmet Davutoglu, dopo un incontro con il segretario generale dell'Alleanza, Jens Stoltenberg, ha annunciato un pacchetto di nuove proposte messo dalla Turchia sul tavolo dei leader europei con l'obiettivo di "scoraggiare gli attraversamenti illegali del confine e combattere i trafficanti che vogliono sfruttare i migranti costretti a fuggire da un regime brutale, dai terroristi e dai brutali attacchi russi".  Le proposte, ha aggiunto, hanno lo scopo, anche, di "rafforzare i legami tra la Ue e la Turchia". Inoltre Davutoglu sostiene di aver messo a punto il pacchetto di proposte dopo "sei ore di colloquio" ieri con la Cancelliera Angela Merkel e con il premier olandese Mark Rutte, che detiene la presidenza a rotazione europea.

Stoltenberg ha annunciato che la missione navale dell'Alleanza nell'Egeo "da oggi opera anche nelle acque territoriali turche" e che ad essa "si aggiungeranno navi di Francia e Gran Bretagna".

 Austria: chiuderemo tutte le rotte
"Sono favorevole a dire parole chiare: chiuderemo tutte le rotte, anche quella Balcanica", ha detto il cancelliere austriaco Werner Faymann, al suo arrivo a Bruxelles. "I trafficanti non devono avere alcuna opportunità", ha aggiunto Faymann, per molti è stato finora troppo semplice "lasciar passare le persone". Vienna resta ferma contro la politica del lasciar passare: "Più chiaramente saremo contro, tanto meglio", ha ribadito il cancelliere. Gli accordi con la Turchia sono una buona cosa, ma "se reggeranno lo si vedrà in futuro".

Un Consiglio europeo complicato
E' un Consiglio europeo ancora una volta complicato quello che si svolge a Bruxelles. Si tratta infatti di un vertice straordinario che era stato convocato per fare il punto con la Turchia sulla crisi migratoria, dal momento che all'ultimo summit del 18 e 19 febbraio il premier Ahmet Davutoglu non era potuto intervenire, trattenuto in patria dall'attentato ad Ankara. Occorre fare il punto sui progressi dell'accordo del 29 novembre scorso: tre miliardi di euro e l'accelerazione del processo di adesione all'Ue in cambio dell'impegno a tenersi i rifugiati siriani. La Turchia non fa abbastanza, aveva denunciato però in questi mesi Bruxelles, i profughi continuano ad arrivare in Grecia e a risalire i Balcani. "Il flusso di rifugiati resta ancora troppo alto ed una ulteriore azione è necessaria" era andato a dire di persona il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk a Davutoglu giovedì. Insomma, "fermateli" era il senso del messaggio.

Il Financial Times: "Verso un'Agenzia centrale per l'Asilo" 
Secondo il Financial Times la Commissione europea proporrà ai paesi membri di centralizzare il controllo delle richieste di asilo, a occuparsi della questione sarà una struttura ad hoc, definita ufficio europeo per il sostegno all'asilo (European asylum suppport office). Tutte le responsabilità in materia di diritto d'asilo potrebbero finire in capo a questa struttura, che in un primo momento servirebbe a fornire supporto e consulenze ai paesi membri. Successivamente la struttura si dovrebbe trasformare in una vera e propria agenzia federale con la responsabilità di gestire le richieste di asilo. Ma il primo ministro britannico Cameron, arrivando a Bruxelles ha detto che "non c'è prospettiva che il Regno Unito si unisca a un processo di asilo comune in Europa. Abbiamo il nostro sistema di asilo, il nostro modo di fare le cose, di gestire i nostri confini", "abbiamo una solidissima opzione opt-out". 

Tsipras: avanti con ridistribuzione 
I Paesi dell'Ue devono rispettare gli impegni presi e procedere alla ridistribuzione dei migranti arrivati in Grecia. Il primo ministro ellenico, Alexis Tsipras, apre il vertice con la polemica per gli impegni non mantenuti dai partner, chiedendo un immediato cambio di rotta. "Purtroppo c'è un problema di accordi non attuati, e se non si attuano gli accordi non si può dire di averne", ha detto al suo arrivo in Consiglio Ue per prendere parte ai lavori. Tsipras ha detto di attendersi dalla riunione di oggi "risultati sostanziali tra Ue e Turchia per ridurre il flusso dei migranti, e smantellare la rete dei trafficanti". 

A confine Grecia-Macedonia è sempre emergenza
Nel giorno del cruciale vertice Ue-Turchia di Bruxelles, che nella sua bozza di conclusioni dichiara ormai 'chiusa' la rotta balcanica, migliaia di migranti e profughi restano sempre bloccati in condizioni disumane nel campo di Idomeni, in territorio greco alla frontiera con la Macedonia, le cui autorità continuano ad aprire a intermittenza e con il contagocce il valico lungo la barriera di filo spinato. Skopje nelle ultime ore ha introdotto ulteriori restrizioni, e oltre ad aver escluso gli afghani, fra i siriani e gli iracheni lascia passare solo chi proviene da città sotto assedio e in guerra permanente. Esclusi quindi coloro che arrivano da Damasco, Baghdad o altri centri non considerati zone di guerra aperta. Secondo fonti concordi a Idomeni bivaccano fra 12 e 15 mila persone, alle prese con condizioni igienico-sanitarie insostenibili, scarsezza di cibo, insufficiente disponibilità di medicine. La tensione è palpabile, con la folla di migranti in attesa di conoscere l'esito del summit di Bruxelles e il futuro della famigerata rotta balcanica. 
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