MONDO
Germania: "Schengen a rischio, serve soluzione europea"
Migranti, stretta controlli alle frontiere: l'Ue convoca Svezia, Danimarca e Germania
Il commissario Ue agli Affari interni e all'immigrazione Dimitris Avramopoulos ha convocato per domattina a Bruxelles i rappresentanti dei governi di Svezia, Danimarca e Germania per "coordinare al meglio la gestione comune della pressione migratoria". La riunione segue la decisione dei governi svedese e danese di reintrodurre i controlli alle frontiere in deroga temporanea a Schengen
Roma
Con i controlli alle frontiere reintrodotti ieri da Svezia e Danimarca gli accordi di Schengen sono a rischio. Non usa mezzi termini il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier che vede in pericolo la libertà di circolazione in Europa, dopo la decisione a catena dei due Stati. "In Europa - dice il ministro - dobbiamo mirare tutti allo stesso scopo: trovare una soluzione europea per il flusso di profughi e proteggere le nostre frontiere esterne dell'Ue".
E proprio per cercare di trovare una soluzione comune per arginare il flusso continuo di migranti il commissario europeo agli Affari interni e all'immigrazione Dimitris Avramopoulos ha invitato i rappresentanti dei governi svedese, danese e tedesco per "coordinare al meglio la gestione comune della pressione migratoria".
I controlli alle frontiere
Sono in tutto sei i paesi europei dell'area Schengen che hanno reintrodotto i controlli alle proprie frontiere, in deroga "temporanea" alla libera circolazione delle persone in seguito all'eccezionale flusso di profughi. Oltre a Svezia e Danimarca, nelle scorse settimane analoghe decisioni erano state prese dalla Norvegia (che non fa parte dell'Unione europea ma dello spazio Schengen), dall'Austria, dalla Germania e dalla Francia. Malta, che aveva reintrodotto i controlli nel periodo della conferenza Ue/Africa sull'immigrazione, è invece tornata alla normalita' dal primo gennaio. La reintroduzione dei controlli, prevista dalle regole del codice delle frontiere di Schengen in casi eccezionali (all'articolo 23), era stata finora decisa dai paesi solo per eventi programmati come le grandi conferenze internazionali, che riuniscono in uno stesso luogo i leader mondiali diventando luoghi ad alto rischio per il terrorismo, oppure grandi manifestazioni sportive internazionali. Negli ultimi mesi, invece, la crisi senza precedenti dei migranti e l'emergenza terrorismo hanno provocato un aumento delle richieste da parte degli Stati.
Dopo gli attacchi del 13 novembre scorso, Parigi ha disposto controlli alle frontiere fino al 26 febbraio prossimo. In Germania la decisione è stata invece presa il 14 novembre per controllare il flusso di migranti provenienti dalla rotta balcanica attraverso l'Austria; in quest'ultimo paese, i controlli sono stati reintrodotti il 16 novembre con una particolare attenzione per la frontiera con la Slovenia. La Norvegia aveva deciso di controllare chi arriva nei porti lo scorso 26 novembre. Lo scorso autunno, i controlli erano stati temporaneamente reintrodotti in diversi altri paesi, come Ungheria e Slovenia. L'Italia ha deciso di reintrodurre i controlli alle frontiere solo una volta, in occasione del vertice G8 dell'Aquila, per il periodo dal 28 giugno al 15 luglio del 2009. Sono in tutto sei i paesi europei dell'area Schengen che hanno reintrodotto i controlli alle proprie frontiere.
E proprio per cercare di trovare una soluzione comune per arginare il flusso continuo di migranti il commissario europeo agli Affari interni e all'immigrazione Dimitris Avramopoulos ha invitato i rappresentanti dei governi svedese, danese e tedesco per "coordinare al meglio la gestione comune della pressione migratoria".
I controlli alle frontiere
Sono in tutto sei i paesi europei dell'area Schengen che hanno reintrodotto i controlli alle proprie frontiere, in deroga "temporanea" alla libera circolazione delle persone in seguito all'eccezionale flusso di profughi. Oltre a Svezia e Danimarca, nelle scorse settimane analoghe decisioni erano state prese dalla Norvegia (che non fa parte dell'Unione europea ma dello spazio Schengen), dall'Austria, dalla Germania e dalla Francia. Malta, che aveva reintrodotto i controlli nel periodo della conferenza Ue/Africa sull'immigrazione, è invece tornata alla normalita' dal primo gennaio. La reintroduzione dei controlli, prevista dalle regole del codice delle frontiere di Schengen in casi eccezionali (all'articolo 23), era stata finora decisa dai paesi solo per eventi programmati come le grandi conferenze internazionali, che riuniscono in uno stesso luogo i leader mondiali diventando luoghi ad alto rischio per il terrorismo, oppure grandi manifestazioni sportive internazionali. Negli ultimi mesi, invece, la crisi senza precedenti dei migranti e l'emergenza terrorismo hanno provocato un aumento delle richieste da parte degli Stati.
Dopo gli attacchi del 13 novembre scorso, Parigi ha disposto controlli alle frontiere fino al 26 febbraio prossimo. In Germania la decisione è stata invece presa il 14 novembre per controllare il flusso di migranti provenienti dalla rotta balcanica attraverso l'Austria; in quest'ultimo paese, i controlli sono stati reintrodotti il 16 novembre con una particolare attenzione per la frontiera con la Slovenia. La Norvegia aveva deciso di controllare chi arriva nei porti lo scorso 26 novembre. Lo scorso autunno, i controlli erano stati temporaneamente reintrodotti in diversi altri paesi, come Ungheria e Slovenia. L'Italia ha deciso di reintrodurre i controlli alle frontiere solo una volta, in occasione del vertice G8 dell'Aquila, per il periodo dal 28 giugno al 15 luglio del 2009. Sono in tutto sei i paesi europei dell'area Schengen che hanno reintrodotto i controlli alle proprie frontiere.