SPORT
Oggi vertice decisivo ad Arcore, si decidono le sorti del Club rossonero
Milan, Berlusconi: senza cinesi progetto alla Leicester
"Se queste negoziazioni non vanno nelle direzioni che auspichiamo ripartiamo da capo con il Milan e il progetto che io ho appalesato e' quello di un Milan che chiede ai suoi tifosi di avere pazienza ripartendo dai giovani del vivaio con una squadra compatta e con grande fame di vittoria". Così Silvio Berlusconi questa mattina ai microfoni di Radio Radio. le prossime ore potranno dire molto di quello che sara' il futuro del Club
"Laddove ci sia un passaggio della maggioranza della proprieta', saranno loro a dover prendere delle decisioni a riguardo. Ho sentito pero' nomi ambiziosi, di allenatori molto conosciuti", aggiunge Berlusconi, che non si dimentica pero' di Brocchi. "Io ho stima di lui, e' una persona molto seria e capace nell'insegnamento della tattica di gioco, se dovessimo procedere con un Milan italiano e giovane, sarebbe lui l'allenatore prescelto". Si', perche' se dovesse saltare la trattativa con i cinesi, c'e' un piano B. "Se queste negoziazioni non dovessero andare nella direzione in cui auspichiamo, ripartiremo da capo, chiedendo pazienza ai tifosi e mettendo in pratica, in maniera seria, un progetto per un nuovo ciclo. Partiremo da giocatori italiani giovani, magari una buona parte provenienti dal vivaio del Milan, che formino una squadra molto compatta, che abbia fame di vittorie e possa raggiungere dei risultati. In Italia si puo' ripetere un esperimento simile al Leicester". Spesso contestato negli ultimi tempi ("I tifosi non hanno memoria, i 25 anni di pranzo a caviale e champagne sono stati da molti dimenticati ma li capisco, l'amore per il Milan puo' spingere a una irriconoscenza verso chi e' stato alla base di questi successi"), Berlusconi ammette pero' una parte di responsabilita' per il cattivo andamento delle recenti stagioni. "Negli ultimi 4 anni ho perso forse molta serenita', sono stato attaccato in maniera durissima da una serie di processi, ben 73, e non sono potuto stare vicino al Milan e la mancanza di uno stimolo diretto, di quel rapporto diretto coi calciatori che sapevo instaurare sono tutte cose che contano molto".
D'altro canto, pero', "il Milan quest'anno mi ha fatto soffrire, ero sicuro che potesse dare molto di piu' e in finale di Coppa Italia si e' visto. Abbiamo una rosa capace di fare molto di piu' di quello che e' stato fatto nel corso del campionato". Poi, guardando ai suoi trent'anni di presidenza, nessun rimpianto perche' "nei primi due decenni abbiamo sempre portato al Milan i giocatori che volevamo portare" ma su tutti spiccano due giocatori a cui e' rimasto piu' affezionato, "Maldini e Van Basten".