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Coronavirus

Le nuove restrizioni per frenare la pandemia

Misure anti-coronavirus: Conte firma il nuovo Dpcm, confermato l'impianto del decreto

Coprifuoco nazionale alle 22. Confermate le tre fasce differenziate in base al rischio di contagio ma i parrucchieri restano aperti anche nelle "zone rosse". Le nuove restrizioni in vigore fino al 3 dicembre. In settimana il decreto sui ristori, che saranno "tempestivi"

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Giuseppe Conte ha firmato il nuovo Decreto del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) con le ulteriori misure per contrastare l'impennata della curva dei contagi da coronavirus. Nelle prossime ore il testo sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. Le nuove restrizioni, al via da domani, rimarranno in vigore fino al 3 dicembre.

Resta il regime differenziato che divide l'Italia in tre fasce di rischio contagio a seconda dei 21 parametri elencati nel decreto. Ridotta al 50% della capienza dei mezzi pubblici, centri commerciali chiusi nel fine settimana, stop a mostre e musei, didattica a distanza nelle scuole superiori. Nelle Regioni a più alto contagio non si potrà uscire dal Comune di residenza.

Tra le poche modifiche apportate, quelle su barbieri e parrucchieri: restano aperti anche nelle zone che rientrano nello scenario 4, le "zone rosse", a dispetto di quanto previsto nella bozza del Dpcm.

Al termine della riunione tra il premier, i capidelegazione della maggioranza, il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, fonti qualificate del governo hanno confermato che l'impianto "resta quello".  

Il Dpcm istituisce dunque un regime di chiusure differenziate a seconda della fascia di rischio contagio alla quale appartiene una Regione. Regime che diversi governatori non condividono.

Poche le concessioni alle richieste delle Regioni, con un appendice: il capitolo ristori che, su pressing dei governatori, Conte sarà costretto ad allargare rispetto alle previsioni di qualche ora fa. 

In una lettera inviata da Boccia e dal titolare della Salute Roberto Speranza alle Regioni, i due ministri rispondono ai rilievi inviati sul Dpcm. Sull'elaborazione dei dati - decisiva per stabilire in quale fascia di rischio collocare una Regione - il decreto "garantisce il coinvolgimento" delle Regioni stesse, spiega il governo. Non solo, infatti, i governatori partecipano alla cabina di regia sull'emergenza sanitaria ma nel Dpcm si precisa che il ministero della Salute emetterà le ordinanze di chiusura "sentiti" i presidenti delle Regioni.

La missiva, sulla richiesta di ristori, assicura: il decreto sarà varato in settimana, le erogazioni saranno "tempestive".

Ma ora, a Conte, Gualtieri e Patuanelli spetterà trovare nelle prossime ore i soldi necessari a mitigare la rabbia di commercianti, ristoratori, gestori di bar delle zone rosse: tutti destinati a chiudere per almeno due settimane. La cifra di 1,5 miliardi probabilmente non basterà.

Al Mef e al Mise spetterà la complessa modulazione della platea dei destinatari ai ristori in un decreto che mette in campo chiusure "a fisarmonica". E c'è da riaffrontare anche il tema dei congedi parentali, destinati ad allargarsi con la Dad dalla seconda media in poi prevista per le Regioni nello scenario 4.

Boccia: dalle regioni contributi costruttivi, dal Governo indicazioni chiare 
"È stata un'intensa giornata di lavoro con Regioni e Enti locali caratterizzata da confronto continuo e leale collaborazione. I contributi arrivati da Regioni ed Enti locali sono assolutamente costruttivi. Dal governo sono state elaborate e trasmesse indicazioni chiare per le misure nazionali e per le restrizioni potenziali da attuare, in automatico, nei territori ritenuti in condizioni sanitarie più critiche. Così come saranno automatici e tempestivi tutti i ristori per le attività colpite". Così il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, al termine del lungo confronto avvenuto in questi giorni di preparazione del testo del nuovo Dpcm. "Ancora una volta - aggiunge -abbiamo lavorato fianco a fianco per un’azione condivisa con i territori avendo un obiettivo unico comune: proteggere sempre la salute e rafforzare le reti sanitarie per contenere il più possibile la diffusione del virus".
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