Coronavirus
Le nuove restrizioni per frenare la pandemia
Misure anti-coronavirus: Conte firma il nuovo Dpcm, confermato l'impianto del decreto
Coprifuoco nazionale alle 22. Confermate le tre fasce differenziate in base al rischio di contagio ma i parrucchieri restano aperti anche nelle "zone rosse". Le nuove restrizioni in vigore fino al 3 dicembre. In settimana il decreto sui ristori, che saranno "tempestivi"
Resta il regime differenziato che divide l'Italia in tre fasce di rischio contagio a seconda dei 21 parametri elencati nel decreto. Ridotta al 50% della capienza dei mezzi pubblici, centri commerciali chiusi nel fine settimana, stop a mostre e musei, didattica a distanza nelle scuole superiori. Nelle Regioni a più alto contagio non si potrà uscire dal Comune di residenza.
Tra le poche modifiche apportate, quelle su barbieri e parrucchieri: restano aperti anche nelle zone che rientrano nello scenario 4, le "zone rosse", a dispetto di quanto previsto nella bozza del Dpcm.
Al termine della riunione tra il premier, i capidelegazione della maggioranza, il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, fonti qualificate del governo hanno confermato che l'impianto "resta quello".
Il Dpcm istituisce dunque un regime di chiusure differenziate a seconda della fascia di rischio contagio alla quale appartiene una Regione. Regime che diversi governatori non condividono.
Poche le concessioni alle richieste delle Regioni, con un appendice: il capitolo ristori che, su pressing dei governatori, Conte sarà costretto ad allargare rispetto alle previsioni di qualche ora fa.
In una lettera inviata da Boccia e dal titolare della Salute Roberto Speranza alle Regioni, i due ministri rispondono ai rilievi inviati sul Dpcm. Sull'elaborazione dei dati - decisiva per stabilire in quale fascia di rischio collocare una Regione - il decreto "garantisce il coinvolgimento" delle Regioni stesse, spiega il governo. Non solo, infatti, i governatori partecipano alla cabina di regia sull'emergenza sanitaria ma nel Dpcm si precisa che il ministero della Salute emetterà le ordinanze di chiusura "sentiti" i presidenti delle Regioni.
La missiva, sulla richiesta di ristori, assicura: il decreto sarà varato in settimana, le erogazioni saranno "tempestive".
Ma ora, a Conte, Gualtieri e Patuanelli spetterà trovare nelle prossime ore i soldi necessari a mitigare la rabbia di commercianti, ristoratori, gestori di bar delle zone rosse: tutti destinati a chiudere per almeno due settimane. La cifra di 1,5 miliardi probabilmente non basterà.
Al Mef e al Mise spetterà la complessa modulazione della platea dei destinatari ai ristori in un decreto che mette in campo chiusure "a fisarmonica". E c'è da riaffrontare anche il tema dei congedi parentali, destinati ad allargarsi con la Dad dalla seconda media in poi prevista per le Regioni nello scenario 4.
Boccia: dalle regioni contributi costruttivi, dal Governo indicazioni chiare
"È stata un'intensa giornata di lavoro con Regioni e Enti locali caratterizzata da confronto continuo e leale collaborazione. I contributi arrivati da Regioni ed Enti locali sono assolutamente costruttivi. Dal governo sono state elaborate e trasmesse indicazioni chiare per le misure nazionali e per le restrizioni potenziali da attuare, in automatico, nei territori ritenuti in condizioni sanitarie più critiche. Così come saranno automatici e tempestivi tutti i ristori per le attività colpite". Così il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, al termine del lungo confronto avvenuto in questi giorni di preparazione del testo del nuovo Dpcm. "Ancora una volta - aggiunge -abbiamo lavorato fianco a fianco per un’azione condivisa con i territori avendo un obiettivo unico comune: proteggere sempre la salute e rafforzare le reti sanitarie per contenere il più possibile la diffusione del virus".