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MONDO

Il quotidiano riprende la primissima versione fornita dal Governo

New York Times: "L'attacco al consolato Usa di Bengasi non fu opera di al Qaeda"

Fu Susan Rice, allora ambasciatrice Usa presso l'Onu, a sostenere che ad innescare l'attacco fu l'ira dei musulmani per un film islamofobo girato negli Usa. Nell'azione morirono l'ambasciatore Chris Stevens e altri 3 americani. La versione, duramente contestata dai repubblicani, costò alla Rice la nomina a Segretario di Stato 

L'assalto al consolato Usa di Bengasi
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New York Dopo 15 mesi dall'attacco al consolato Usa di Bengasi, il New York Times rimescola le carte. Il quotidiano americano, con un lungo reportage, riporta in auge la primissima versione secondo cui ad assaltare la sede diplomatica americana l'11 settembre 2012 non furono gruppi terroristici libici legati ad al Qaeda, bensì l'ira dei musulmani per un film islamofobo girato negli Usa. Nell'assalto persero la vita l'ambasciatore Chris Stevens, e altri 3 americani.

Autore dell'inchiesta è il giornalista David D. Kirpatrick dopo mesi di indagini sul posto con i testimoni locali dell'assalto. La versione del New York Times conferma, quindi,
la primissima versione data dall'allora ambasciatore all'Onu, Susan Rice. Dichiarazioni per cui i Repubblicani accusarono lei e il suo 'mentore', Barack Obama, di voler sostenere che non fu un'operazione terroristica (tramite il gruppo qaedista locale Ansar al Sharia) sottovalutata dalla sicurezza Usa che non seppe proteggere l'ambasciatore. La bufera costò alla Rice l'incarico di Segretario di Stato al posto di Hillary Clinton, e la costrinsero a ripiegare alla Casa Bianca come Consigliere per la Sicurezza Nazionale. 

Il video anti-Maometto "The innocence of Muslims"
Secondo il Nyt la figura centrale dell'assalto al consolato è stato un leader "eccentrico e scontento" di una milizia locale, Ahmed Abu Khatttal, senza legami con al Qaeda o altri gruppi terroristici considerato il "principale sospetto". Abu Khattala aprofittando della rabbia causata dal video "The innocence of Muslims" (girato da un cristiano-copto egiziano residente negli Usa) fece girare la voce che "all'interno del Consolato gli americani avevano sparato a dei manifestanti libici". Questo "spinse saccheggiatori e piromani ad assaltare, senza un piano preordinato, il consolato", fino a degenerare nel linciaggio dell'ambasciatore e degli altri 3 americani. L'uomo, che vive liberamente a Bengasi, continua a giustificare l'azione", conclude il Nyt.
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