MONDO
L'epidemia accelera
Oms prevede 20mila casi di Ebola. A settembre test del vaccino in Gran Bretagna
In Africa occidentale si contano circa 1552 morti a causa della febbre emorragica. Il bilancio aggiornato dei contagi confermati e probabili in Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone è salito a 3069
Situazione critica in Liberia
"Tentare di fermare Ebola in Africa occidentale è come tuffarsi al centro di uno Tsunami", ha detto oggi la direttrice regionale del Programma alimentare mondiale (PAM) al ritorno dalla Liberia dove, secondo Medici Senza Frontiere, la "situazione è critica" e l'epidemia del virus "si sta diffondendo a ritmi mai visti". La coordinatrice dell'emergenza nella capitale liberiana, Lindis Hurum, ha affermato che "Il numero di pazienti sta aumentando molto più rapidamente di quanto pensavamo e siamo costretti ad adattare la nostra strategia ogni giorno. Stiamo disperatamente cercando di avere nuovi letti, abbiamo i bulldozer e stiamo costruendo nuove tende. In tutti i quartieri della città le persone muoiono e si ammalano ogni giorno".
In Nigeria la sesta vittima
Intanto in Nigeria, dove due giorni fa il ministero della Salute aveva fatto sapere che nelle strutture sanitarie non c'erano più contagiati ricoverati dopo la guarigione degli ultimi due pazienti, si registra il primo decesso fuori dalla capitale, Lagos. È la sesta vittima su un totale di 15 casi confermati, un medico che aveva curato il primo malato, un liberiano, considerato il 'paziente zero' di tutti i casi in Nigeria.
'Paziente zero' in Sierra Leone
Sarebbe invece un bimbo di un anno risultato in un primo tempo negativo al virus, contratto dal latte della madre, il primo ad aver contratto il virus in Sierra Leone che a sua volta lo ha trasmesso a un infermiere britannico. L'uomo lotta per la vita in un'unità isolata del Royal Free Hospital di Londra dopo la somministrazione del siero sperimentale Zmapp.
I test del vaccino in Gran Bretagna
Intanto proprio nel Regno Unito dovrebbero cominciare i test di fase 1 del vaccino. Anche il National Institutes of Health (NIH) statunitense lo sta sviluppando, grazie ai fondi raccolti da un consorzio internazionale in risposta al diffondersi dell'epidemia. I test verranno effettuati su volontari sani a Oxford, in Gambia e nel Mali e la prima fase potrebbe concludersi entro la fine dell'anno. "Questi test non porteranno benefici immediati a tutti coloro che sono attualmente a rischio - ha spiegato Umberto D'Alessandro, direttore dell'unità del Medical Research Council in Gambia, che parteciperà alla sperimentazione - ma la speranza è che in un futuro non tanto lontano potremo essere in grado di proteggere la popolazione contro Ebola".