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MONDO

In programma incontri con Poroshenko e Putin

L'Ostpolitik di Renzi, il premier a Kiev e Mosca

Piccolo giallo: secondo quanto riferito dall'assistente presidenziale russo Yury Ushakov, citato dall'agenzia di stampa russa Interfax, l’Italia avrebbe chiesto che dopo l’incontro con Putin non ci fossero domande.

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Prima Kiev e poi Mosca. E’ questo, in sintesi, il programma della due giorni ‘orientale’ del premier Matteo Renzi. Due giorni che comincia oggi dalla capitale ucraina dove Renzi incontra il presidente Petro Poroshenko, e prosegue a Mosca, dove sono in programma gli incontri con il premier Dmitrij Medvedev e con il presidente Vladimir Putin.

Come d’abitudine, dopo gli incontri, previste le tradizionali conferenze stampa. E un piccolo giallo riguarda proprio uno di questi appuntamenti con la stampa: secondo quanto riferito dall'assistente presidenziale russo Yury Ushakov, citato dall'agenzia di stampa russa Interfax, l’Italia avrebbe infatti chiesto che dopo l’incontro con Putin non ci fossero domande.
 
Al centro del viaggio del presidente del Consiglio ci sarà lo sviluppo della situazione nell'est dell'ex Repubblica sovietica dove resta fragile la tregua siglata a Minsk. "La Russia ha sbagliato a sostenere la parte che ha violato l'integrità territoriale dell'Ucraina. Dal primo giorno sto cercando di fare passare un messaggio: se la Russia tornasse al tavolo internazionale saremmo tutti più tranquilli. Per tornare a quel tavolo, lui deve lasciare l'Ucraina", ha detto pochi giorni fa Renzi a In Mezz'Ora. Il presidente del Consiglio cercherà però di convincere Putin ad impegnarsi per riportare la stabilità in Libia dove la minaccia dei jihadisti dell'Isis si fa sempre più incombente. "Si prevede che la riunione affronterà tutte le questioni fondamentali della cooperazione italo-russa, così come problemi di attualità internazionale. E su questo, naturalmente, si concentrerà sulla crisi in Ucraina, e gli italiani si aspettano che ci sarà un ampio scambio di vedute sulla questione libica e anche, naturalmente, sulla situazione in Medio Oriente, e il conflitto siriano", ha detto l'aiutante presidenziale russo Ushakov.
 
Renzi, che ha dovuto far slittare l'inizio del Cdm a causa della videoconferenza dove è stata al centro anche la Libia, parte quindi per Kiev e Mosca puntando a giocare un ruolo di "leadership diplomatica" nella crisi libica coinvolgendo la Russia. Nella crisi ucraina, il premier è invece in linea con i partner internazionali perché il cessate il fuoco, alle condizioni dell'accordo di Minsk, diventi pace duratura.
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