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ECONOMIA

I sindacati: basta annunci, si avvii confronto

Padoan, sulle pensioni si può ragionare. Il governo è aperto a forme di finanziamento complementare

Il governo ha intrapreso "uno sforzo per le riforme ambizioso, ampio e profondo. Tuttavia resta ancora molto da fare anche per l'ampiezza dello sforzo intrapreso", ha spiegato Padoan nel corso di un'audizione di fronte alle commissioni Bilancio di camera e Senato nell'ambito dell'esame del Documento di economia e finanza 2016

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Il governo italiano ha dato vita a "uno sforzo di riforma ambizioso, ampio e profondo" che ha prodotto "risultati significativi, come riconosciuto dalla Commissione europea". Però, osserva il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan in audizione a Montecitorio sul Def, "resta ancora molto da fare". A cominciare dalla necessità che "il rapporto tra investimenti e Pil torni ai valori pre-crisi" per sostenere la crescita. Il ministro ha poi sottolineato che grazie alle politiche attuate dal governo "l'Italia è tornata a crescere. La ripresa continuerà e si consoliderà". 


Governo pronto a ragionare sulle pensioni
Il governo torna ad aprire all'ipotesi dell'introduzione di forme di flessibilità sulle pensioni. Lo fa oggi con il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, dopo che già pochi giorni fa il ministro del Lavoro Giuliano Poletti aveva auspicato soluzioni in tal senso, rimandando la questione a manovre successive. Padoan invece, in audizione alla Camera in Commissione Bilancio, spiega che anche se "il Def non si addentra, ma neanche esclude certe cose: ci sono margini per ragionare su strumenti e incentivi per migliorare le opportunità per chi vuole andare in pensione e per chi entra nel mercato del lavoro".

Insomma, il governo italiano "è aperto a fonti di finanziamento complementare che si possono studiare, le misure andranno viste nel loro insieme con la prossima legge di stabilità".  E a stretto giro di posta arriva anche la replica del presidente dell'Inps, Tito Boeri: "Noi le nostre proposte le abbiamo fatte, adesso spetta alla politica. Visto il livello della disoccupazione giovanile e dato che rischiamo di avere intere generazioni perdute all'interno del nostro Paese e dato che invece abbiamo bisogno di quel capitale umano, credo sia molto importante fare questa operazione in tempi stretti".

Pensioni a parte, Padoan nella sua audizione relative ai contenuti del Documento di Economia e finanza, ha parlato anche della possibilità di una revisione del fiscal compact, spiegando che "sicuramente il governo italiano ritiene che molte regole possano essere cambiate a beneficio di tutti. Bisogna creare il consenso politico e credo si stia creando". Quindi ha aggiunto che l'Italia venerdì all'Ecofin si dichiarerà contraria "a vincoli all'esposizione ai debiti sovrani delle banche"

Ascoltato sul Def anche il presidente della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri, che fotografa un contesto "che presenta elementi positivi, cui si associa però un allargamento dell'area dei rischi, con una crescita che "ha registrato ritmi via via decrescenti, con un effetto di trascinamento per il 2016 assai contenuto. Anche nel confronto con gli altri maggiori Paesi dell'area, l'Italia ha continuato a caratterizzarsi per un andamento meno dinamico" e dunque lo stesso Def, "non può quindi prescindere dal prendere in esame gli accresciuti elementi di incertezza".

Infine, il Cnel ha ritenuto che nelle previsioni inserite nei documenti di programmazione si debba utilizzare una metodologia basata su una spesa pubblica di qualità, piuttosto che un approccio basato sulla dinamica del PIL nominale.

Governo attento al Mezzogiorno
"Sul Mezzogiorno non è vero che non diciamo niente: c'è il masterplan e ci sono gli incentivi fiscali e gli investimenti pubblici - conferma Padoan - La linea del Governo sul Mezzogiorno è quella di applicare le riforme che si applicano a tutto il paese, ci possono essere problemi di applicazione" legati al territorio, "ma non ci devono essere strategie diverse". 

Stretta fiscale inopportuna
Una marcata stretta fiscale potrebbe peggiorare la crescita del Pil e aggravare le spinte recessive e la sostenibilità debito". Per questo il governo, pur mantenendo "una politica fiscale rigorosa", "ritiene inopportuno operare una stretta" a causa dei "rischi di deflazione e stagnazione" e dell'"insufficiente coordinamento delle politiche di bilancio nell'aria dell'euro" - prosegue Padoan - "Politiche di stampo restrittivo potrebbero risultare controproducenti rispetto alle spinte alla ripresa" che sono in atto. Il governo - prosegue - intende inoltre procedere con una "spending review più efficace con il processo di riforma dello Stato per superare un processo di logica emergenziale", agevolando "l'esame dell'intera struttura di bilancio". E a proposito della digital tax, il ministro ribadisce: "è all'interesse del Governo. E' una tassa complicata, ma sicuramente stiamo considerando questo aspetto". 

"La sterilizzazione delle clausole di salvaguardia avverrà attuando una manovra alternativa che verrà definita nei prossimi mesi" - spiega ancora Padoan -  Questa, ha annunciato, "garantirà un indebitamento netto pari all'1,8% del Pil del 2017, attraverso misure di revisione della spesa pubblica, comprese le spese fiscali e interventi che accrescono l'adempimento, riducendo i margini di evasione ed elusione delle tasse". Il Ministro ha aggiunto che "ciò si realizzerà compatibilmente con gli equilibri di bilancio e col processo di riduzione del carico fiscale su famiglie e imprese".

Brexit grande pericolo per l'Europa
"La Brexit è un grande pericolo per l'Europa. Danneggerà certamente il Regno Unito prima di tutto, ma anche il resto d'Europa, particolarmente per le conseguenze politiche". A evidenziarlo il ministro in un'intervista pubblicata oggi sul Financial Times. "Abbiamo bisogno - afferma - di ripensare e rafforzare il modello di governance della Ue e dell'area euro. L'Europa deve essere ambiziosa, non possiamo continuare con approcci frammentari".

Il timore espresso da Padoan è che un voto favorevole alla Brexit comporti una battuta d'arresto piuttosto che un'azione catalizzatrice per una più profonda integrazione nel resto d'Europa. "Manderebbe un messaggio forte a coloro che non amano l'Europa, cioè che l'Europa può non essere realizzata", sottolinea Padoan. In presenza di una Brexit, la Gran Bretagna avrebbe poi difficoltà a conservare un accesso al mercato unico.

"L'Italia non avrebbe un atteggiamento punitivo", dice il ministro, che teme "due anni di negoziazioni che probabilmente non condurranno a molto". Il mercato unico, insiste, richiede "un minimo di regole concordate. Se cominci a dire che ti piace soltanto una parte delle regole, diventa difficile. Bisogna essere in due a farlo e noi siamo 28".

Camusso (Cgil) : governo avii confronto, sono 3 anni che aspettiamo 
"Se il Governo, come dovrebbe, pensa che si debba intervenire su una legge ingiusta avvii un confronto. Noi abbiamo presentato una piattaforma ma sono tre anni che viviamo di annunci quindi vorremmo degli atti concreti e non una ennesima dichiarazione generica". Lo ha affermato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, a margine di un convegno a Milano, commentando le dichiarazioni rese dal ministro Padoan. 

La Camusso, però, non si fida. "Anche perché -spiega- ho colto nelle parole del ministro un riferimento alla previdenza complementare, che è uno strumento straordinariamente utile e che bisogna incentivare, ma che non è quello che determina un cambiamento della legge Fornero".

Furlan (Cisl) : Padoan alla prova dei fatti su flessibilità
"Sulle pensioni aspettiamo il Ministro dell'Economia Padoan alla prova dei fatti. Speriamo che il suo non sia solo un auspicio ma una reale disponibilità del Governo ad aprire finalmente un confronto con il sindacato sul ripristino della flessibilità in uscita nell'accesso al pensionamento". E' quanto sottolinea la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, commentando le parole del Ministro Padoan alla Commissione Bilancio della Camera. 

Barbagallo (Uil) : per flessibilità mancano risorse
Sulla flessibilità inuscita verso la pensione "sembra che non siano state portate le risorse necessarie e che l'affermazione di apertura sia tutta virtuale. A dirlo è il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, commentando le parole di Padoan. "A meno che - prosegue - non si torni sempre al solito problema: cosa hanno scritto sulle pensioni di reversibilità? Quando si parla di risorse complementari, non si azzardino a toccare quelle"-
 
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