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MONDO

Massacro a Peshawar

Pakistan, la strage di bambini: attacco talebano alla scuola militare, 141 vittime

Un commando di almeno 6 persone ha fatto irruzione nell'edificio di Peshawar che ospita studenti tra i 10 e i 18 anni. Nel bilancio finale 132 vittime sono bimbi. Uccisi gli assalitori. Arriva rivendicazione choc dei miliziani: "Dovete provare il nostro stesso dolore"

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Non basta un Premio Nober per la Pace a Malala, la bambina diventata presto adulta, che due anni fa ha rischiato di morire per mano dei Talebani che volevano impedirle di andare a scuola. Loro, i Tehreek-e-Taliban Pakistan (Ttp), continuano a colpire e le vittime sono sempre gli studenti e il loro desiderio di imparare. Non c'è fine all'orrore nel Paese.

L'attacco e le vittime
A Peshawar, un commando talebano ha attaccato una scuola militare causando 141 vittime, tra cui almeno 132 bambini, tutti probabilmente con meno di 15 anni. 124 feriti, di cui 121 ragazzi. Diverse ore dopo l'inizio dell'attacco, l'operazione dell'esercito pakistano per riconquistare il controllo della scuola si è conclusa e i sei uomini del commando sono tutti morti.

Dove è accaduto
Teatro dell'attacco Peshawar, la principale città nel nord-ovest del Paese. Nel mirino la scuola Warsak Road (dal nome della strada dove si trova) che fa parte del Sistema di Scuole e College pubblici gestiti dall'esercito pakistano. Si tratta di una rappresaglia per l'offensiva dell'esercito in Nord Waziristan, la zona tribale al confine con l'Afghanistan dove si trovano le roccaforti talebane, non lontana da Peshawar.

Le ragioni dell'attacco
"Abbiamo scelto con cura la scuola militare perché il governo ha preso di mira le nostre famiglie, e le nostre donne. Vogliamo far provare loro (ai militari) il nostro stesso dolore", ha spiegato Muhammad Umar Khorasani, portavoce del Movimento dei Talebani del Pakistan. La scuola è stata scelta - ha precisato - proprio perché frequentata dai figli di alti ufficiali; ha aggiunto di aver dato l'ordine di sparare a tutti gli studenti adulti, ma di non toccare i più piccoli.

Malala: "Ho il cuore spezzato"
Tra i primi a farsi sentire il premio Nobel per la Pace, la giovane pakistana Malala Yousafzai, che i talebani riuscirono quasi ad uccidere nel 2012 per il suo impegno a favore dell'educazione femminile: "Ho il cuore spezzato". "Prendete me, lasciate i bambini", le ha fatto eco l'altro vincitore del Nobel, l'indiano Kajlash Satyarthi.

Mogherini: "Scioccante"
L'attacco di oggi "ci lascia in stato di shock. Quando sono gli innocenti ad essere uccisi, quando i bambini sono presi di mira nel loro luogo di studio, si tratta di un attacco non solo ai valori e ai diritti universalmente riconosciuti, ma anche al futuro del Paese, al futuro di tutti noi", ha affermato l'alto rappresentante Ue agli Affari esteri Federica Mogherini.

I precedenti attentati e reazioni
Nel corso di anni di guerra al governo centrale, i talebani hanno colpito obiettivi militari, posti di blocco, aeroporti, ma gli attacchi sui civili sono stati rari. "Questo attacco così repellente potrebbe cambiare il corso delle cose": il premier, Nawaz Sharif, ha usato parole insolitamente dure; e il leader dell'opposizione, Imran Khan, ha annullato lo sciopero convocato per il 18 dicembre. Intanto l'esercito pakistano ha lanciato una serie di operazioni contro i Talebani in tutta la regione del Khyber, dove si trova Peshawar, come annunciato dal capo del servizio stampa delle forze armate (Ispr), generale Asim Bajwa.

Chi sono i talebani del Ttp
Un'organizzazione che raccoglie 20 gruppi estremisti, radicata nelle aree tribali del Pakistan e con forti legami con i leader di al-Qaeda e che ha come obiettivi l'applicazione della sharia nelle aree al confine con l'Afghanistan sotto il loro controllo, la jihad difensiva contro l'esercito pakistano e la liberazione di decine di suoi esponenti in carcere. Tehrik-e Taliban-e Pakistan (Ttp - Movimento dei Talebani del Pakistan) è il gruppo che ha fatto strage in una scuola pubblica dell'esercito a Peshawar.

Le radici del movimento
Le radici del movimento si trovano nell'offensiva lanciata dalla coalizione internazionale nel 2001 in Afghanistan. Dopo la caduta del regime talebano a Kabul, molti combattenti varcano il confine con il Pakistan e trovano rifugio nelle aree montuose che già ospitano da anni alcuni dei principali leader di al-Qaeda. Forti di una solida alleanza basata sui commerci illegali con i capi tribali della zona, in pochi anni distretti come la Valle dello Swat e il Sud e Nord Waziristan si trasformano in roccaforti del Ttp.

Talebani afghani "scioccati" dall'eccidio 
"L'uccisione intenzionale di persone innocenti, bambini e donne, è contro i principi fondamentali dell'Islam, e questo criterio deve essere considerato da tutti i partiti islamici e dai governi". Arriva attraverso una nota del leader dei talebani afghani la condanna per l'attentato alla scuola di Peshawar. Una presa di distanza per certi versi sorprendente. I due gruppi talebani, seppur operanti in territori confinanti ma diversi, sono infatti alleati e mirano a rovesciare i loro rispettivi governi e stabilire uno stato islamico. Zabihullah Mujahid, il leader afghano, ha quindi voluto esprimere le sue condoglianze alle famiglie dei bambini uccisi nell'attacco dicendo di "condividerne la tristezza". 
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