MONDO
Piazza San Pietro
Papa Francesco: "L'amore per Dio e per il prossimo sono due facce della stessa medaglia"
Nel breve discorso che ha preceduto l'Angelus il pontefice invita gli 80mila fedeli che lo ascoltano a "non separare la vita religiosa dal servizio ai fratelli"
Città del Vaticano
"L'amore è la misura della fede, e la fede è l'anima dell'amore. Non possiamo più separare la vita religiosa dal servizio ai fratelli, a quei fratelli concreti che incontriamo". Si rivolge così ai fedeli Papa Francesco prima della recita dell'Angelus in piazza San Pietro. "Non possiamo più dividere la preghiera, l'incontro con Dio nei Sacramenti, dall'ascolto dell'altro, - spiega il pontefice - dalla prossimità alla sua vita, specialmente alle sue ferite".
"Nel volto di ogni fratello è presente l'immagine di Dio"
Nel breve discorso che ha preceduto l'Angelus il Papa ha ricordato che: "In mezzo alla fitta selva di precetti e prescrizioni, ai legalismi di ieri e di oggi, Gesù opera uno squarcio che permette di scorgere due volti: il volto del Padre e quello del fratello". Poi aggiunge che "il Vangelo non ci consegna due formule o due precetti, ma due volti, anzi un solo volto, quello di Dio che si riflette in tanti volti, perché nel volto di ogni fratello, specialmente il più piccolo, fragile e indifeso, è presente l'immagine stessa di Dio". "Dovremmo domandarci quando incontriamo uno di questi fratelli se siamo in grado di roconoscere in lui il volto di Dio. Siamo capaci di questo?" ha chiesto infine il Pontefice agli 80 mila fedeli riuniti in piazza San Pietro.
"Prendersi cura dei più deboli"
La riflessione di papa Francesco aveva preso le mosse dal Vangelo di oggi, un brano di Matteo in cui i farisei per mettere alla prova Gesù gli chiedono quale sia il comandamento più grande. Bergoglio commenta questo brano ricordando anche Benedetto XVI che, sottolinea, "ci ha lasciato un bellissimo commento a questo proposito nella sua prima Enciclica Deus caritas est". "Il comandamento dell'amore a Dio e al prossimo - spiega papa Francesco - non è il primo perché sta in cima all'elenco dei comandamenti. Gesù non lo mette al vertice, ma al centro, perché è il cuore da cui tutto deve partire e a cui tutto deve ritornare e fare riferimento". "Già nell'Antico Testamento - rimarca Bergoglio - l'esigenza di essere santi, a immagine di Dio che è santo, comprendeva anche il dovere di prendersi cura delle persone più deboli come lo straniero, l'orfano, la vedova (cfr Es. 22,20-26).
"Nel volto di ogni fratello è presente l'immagine di Dio"
Nel breve discorso che ha preceduto l'Angelus il Papa ha ricordato che: "In mezzo alla fitta selva di precetti e prescrizioni, ai legalismi di ieri e di oggi, Gesù opera uno squarcio che permette di scorgere due volti: il volto del Padre e quello del fratello". Poi aggiunge che "il Vangelo non ci consegna due formule o due precetti, ma due volti, anzi un solo volto, quello di Dio che si riflette in tanti volti, perché nel volto di ogni fratello, specialmente il più piccolo, fragile e indifeso, è presente l'immagine stessa di Dio". "Dovremmo domandarci quando incontriamo uno di questi fratelli se siamo in grado di roconoscere in lui il volto di Dio. Siamo capaci di questo?" ha chiesto infine il Pontefice agli 80 mila fedeli riuniti in piazza San Pietro.
"Prendersi cura dei più deboli"
La riflessione di papa Francesco aveva preso le mosse dal Vangelo di oggi, un brano di Matteo in cui i farisei per mettere alla prova Gesù gli chiedono quale sia il comandamento più grande. Bergoglio commenta questo brano ricordando anche Benedetto XVI che, sottolinea, "ci ha lasciato un bellissimo commento a questo proposito nella sua prima Enciclica Deus caritas est". "Il comandamento dell'amore a Dio e al prossimo - spiega papa Francesco - non è il primo perché sta in cima all'elenco dei comandamenti. Gesù non lo mette al vertice, ma al centro, perché è il cuore da cui tutto deve partire e a cui tutto deve ritornare e fare riferimento". "Già nell'Antico Testamento - rimarca Bergoglio - l'esigenza di essere santi, a immagine di Dio che è santo, comprendeva anche il dovere di prendersi cura delle persone più deboli come lo straniero, l'orfano, la vedova (cfr Es. 22,20-26).