MONDO
Il viaggio del Pontefice
Napoli, folla per Papa Francesco: "La corruzione 'spuzza', reagite alla camorra"
Prima la visita a Pompei e al quartiere di Scampia, poi la messa a Piazza Plebiscito e il pranzo con i detenuti a Poggioreale. Il Pontefice ha deunciato lo sfruttamento, "La mancanza di lavoro ruba la dignità". Poi ai fedeli: "La corruzione non sfiguri questa bella città". L'appello ai criminali: "Convertitevi"
A Scampia, "La corruzione 'spuzza'"
Prima della messa in Piazza del Plebiscito il Pontefice ha fatto visita al quartiere di Scampia, a 25 anni dalla visita di Giovanni Paolo II. "Un cristiano che lascia entrare dentro di sé la corruzione 'spuzza'", ha gridato Francesco in un discorso a braccio. "La corruzione spuzza, la società corrotta spuzza. Togliere lavoro è corruzione". Secondo il Papa, "corruzione è una tentazione, uno scivolare verso gli affari facili, verso la delinquenza". "Corruzione è una parola brutta. Quanta corruzione c'è nel mondo".
"La mancanza di lavora ruba la dignità"
Il secondo passaggio più forte del suo intervento è quello dedicato al lavoro o meglio alla mancanza di lavoro "che ruba la dignità". Il Papa condanna il lavoro nero. "Una ragazza ha trovato lavoro in una ditta turistica: 11 ore di lavoro a 600 euro. È poco. 'Se non ti piace c'è la coda', le hanno risposto. Questa si chiama schiavitù non è umano non è cristiano e se quello che fa questo si dice cristiano dice una falsità". Poi la "buona politica": un servizio alle persone, "che si esercita in primo luogo a livello locale, dove il peso delle inadempienze, dei ritardi, delle vere e proprie omissioni è più diretto e fa più male".
"Siamo tutti migranti"
Il primo pensiero del Pontefice è andato agli immigrati. "Dobbiamo far sentire ai nostri fratelli e sorelle migranti che sono cittadini, che sono come noi, che sono figli di Dio. Sono migranti come noi. Tutti siamo migranti nel cammino della vita. Nessuno di noi ha dimora fissa in questa terra".
Poi la denuncia: "La speranza è esposta ad assalti e ruberie, Chi prende volontariamente la via del male ruba un pezzo di speranza, guadagna qualcosina ma ruba la speranza, ruba a se stesso e a tutti, a tanta gente onesta e laboriosa, e anche alla buona fama della città, alla sua economia", ha continuato il Papa, ricordando che la speranza è "un grande patrimonio, una leva dell'anima, tanto preziosa".
Pranzo con i detenuti di Poggioreale
"I carcerati troppo spesso sono tenuti in condizioni indegne della persona umana, e dopo non riescono a reinserirsi nella società", il messaggio del Pontefice ai detenuti di Poggioreale. Dopo la messa Papa Francesco è arrivato alla casa circondariale dove ha pranzato con un gruppo di detenuti - tra cui anche argentino con cui il Papa ha parlato in spagnolo - il cappellano e i dirigenti dell'istituto di pena. All'esterno uno striscione con la scritta: "Francesco, aria di primavera" e un cartellone con la sua immagine disegnata a matita: "Sei uno di noi". E ancora: "Un santo nell'inferno di Poggioreale".
La tappa a Pompei
Prima tappa del viaggio del Papa una breve visita di 40 minuti a Pompei. Arrivato in elicottero nell'area meeting, alle spalle del santuario, è stato accolto dall'arcivescovo prelato e delegato pontificio di Pompei, Tommaso Caputo, e dal sindaco di Pompei, Ferdinando Uliano.
Migliaia di pellegrini
Il Papa ha percorso il viale del piazzale del santuario affollato dai fedeli che dalle 4,30 di mattina hanno cominciato a sistemarsi dietro alle transenne. Hanno festeggiato il passaggio del Papa con bandierine bianche e gialle, palloncini e fazzoletti. Il Pontefice si è fermata in preghiera davanti al quadro della Beata Vergine del Santo Rosario, nel santuario fondato dal beato Bartolo Longo. Con i fedeli ha recitato una supplica alla Madonna.
"Arrivederci presto"
"Grazie tante per questa calorosa accoglienza. Ho pregato la Madonna perché ci benedica tutti, voi, me, tutto il mondo. Pregate per me, non dimenticatevene". Poi, con un fuori programma il Papa ha voluto salutare la folla di pellegrini sul sagrato della Basilica. Dopo la recita dll'Ave Maria si è allontanato esclamando: "Arrivederci presto". Un saluto che molti a Pompei hanno interpretato come una sorta di promessa, in vista della (attesissima) canonizzazione del Beato Bartolo Longo.