MONDO
L'Angelus a piazza San Pietro
Papa: "Lasciatevi consolare dal Signore"
"Tutti siamo chiamati a consolare i nostri fratelli, testimoniando che solo Dio può eliminare le cause dei drammi esistenziali e spirituali" ha detto il Pontefice. "Ma non possiamo essere messaggeri della consolazione di Dio se non sperimentiamo noi per primi la gioia di essere consolati e amati da Lui"
Città del Vaticano
"Per favore lasciatevi consolare dal Signore e non dimenticatevi di pregare per me". Con queste parole Papa Francesco ha concluso il breve discorso che ha preceduto la preghiera dell'Angelus, nel quale ha affermato: "Tutti siamo chiamati a consolare i nostri fratelli, testimoniando che solo Dio può eliminare le cause dei drammi esistenziali e spirituali". "Oggi - ha scandito Francesco - c'è bisogno di persone che siano testimoni della misericordia e della tenerezza del Signore, che scuote i rassegnati, rianima gli sfiduciati, accende il fuoco della speranza. Tante situazioni richiedono la nostra testimonianza consolatrice: dobbiamo essere persone gioiose per consolare". "Penso - ha spiegato - a quanti sono oppressi da sofferenze, ingiustizie e soprusi; a quanti sono schiavi del denaro, del potere, del successo, della mondanità: questi, poveretti, hanno consolazioni truccate'".
"Ma non possiamo essere messaggeri della consolazione di Dio se non sperimentiamo noi per primi la gioia di essere consolati e amati da Lui", ha ricordato il Pontefice rilevando come "questo avviene specialmente quando ascoltiamo la sua parola, quando rimaniamo in preghiera silenziosa alla sua presenza, quando lo incontriamo nell'Eucaristia o nel sacramento del perdono". Per questo è importante avere, ha ribadito Bergoglio, "il Vangelo in tasca, nella borsa: non dimentichiamocelo".
In tutti gli inserti a braccio del suo commento al brano del profeta Isaia che invitava a "consolare il mio popolo", Papa Francesco ha insistito sul tema della consolazione.
Secondo il Pontefice, "il messaggio di Isaia, che risuona in questa seconda domenica di Avvento, è un balsamo sulle nostre ferite e uno stimolo a preparare con impegno la via del Signore". Il profeta, infatti, ha osservato Bergoglio, parla oggi al nostro cuore per dirci che Dio dimentica i nostri peccati e ci consola". "Se noi ci affidiamo a Lui con cuore umile e pentito, Egli abbatterà i muri del male, riempirà le buche delle nostre omissioni, spianerà i dossi della superbia e della vanità e aprirà la strada dell'incontro con Lui". "E' curioso - ha poi concluso - certe volte non vogliamo lasciarci consolare, preferiamo restare nella nostra tristezza perché così ci sentiamo i protagonisti. Per favore, lasciatevi consolare".
"Ma non possiamo essere messaggeri della consolazione di Dio se non sperimentiamo noi per primi la gioia di essere consolati e amati da Lui", ha ricordato il Pontefice rilevando come "questo avviene specialmente quando ascoltiamo la sua parola, quando rimaniamo in preghiera silenziosa alla sua presenza, quando lo incontriamo nell'Eucaristia o nel sacramento del perdono". Per questo è importante avere, ha ribadito Bergoglio, "il Vangelo in tasca, nella borsa: non dimentichiamocelo".
In tutti gli inserti a braccio del suo commento al brano del profeta Isaia che invitava a "consolare il mio popolo", Papa Francesco ha insistito sul tema della consolazione.
Secondo il Pontefice, "il messaggio di Isaia, che risuona in questa seconda domenica di Avvento, è un balsamo sulle nostre ferite e uno stimolo a preparare con impegno la via del Signore". Il profeta, infatti, ha osservato Bergoglio, parla oggi al nostro cuore per dirci che Dio dimentica i nostri peccati e ci consola". "Se noi ci affidiamo a Lui con cuore umile e pentito, Egli abbatterà i muri del male, riempirà le buche delle nostre omissioni, spianerà i dossi della superbia e della vanità e aprirà la strada dell'incontro con Lui". "E' curioso - ha poi concluso - certe volte non vogliamo lasciarci consolare, preferiamo restare nella nostra tristezza perché così ci sentiamo i protagonisti. Per favore, lasciatevi consolare".