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MONDO

Settimo viaggio apostolico per il pontefice

Il Papa in Sri Lanka: "Si esce da conflitti dando voce a tutti"

L'auspicio di una riconciliazione nello Sri Lanka, percorso da tensioni etniche e religiose, è stato al centro del primo discorso di papa Francesco, tenuto all'aeroporto di Colombo subito dopo il suo arrivo

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Dare "voce a tutti" e imparare ad "accettarsi" reciprocamente, vivendo "come un'unica famiglia": queste, le speranze di papa Francesco per lo Sri Lanka. Il pontefice non ha fatto in tempo a scendere dall'aereo speciale dell'Alitalia con le insegne del Vaticano,  che un bambino ed una bambina gli hanno offerto una ghirlanda di fiori bianchi e gialli mentre un coro ha intonato motivi religiosi. Contemporaneamente danzatori si sono esibiti in balli tradizionali locali. Ad accoglierlo sulla pista dell'aeroporto, insieme con le massime autorità politiche e religiose cingalesi, anche un corpo d'onore delle forze armate dello Sri Lanka.

"Accettarsi reciprocamente"
"La mia visita - ha detto papa Bergoglio all'aeroporto di Colombo - vuole esprimere l'amore e la preoccupazione per tutti gli srilankesi e confermare il desiderio della comunità cattolica di essere attivamente partecipe della vita di questa società. E' una costante tragedia del nostro mondo che molte comunità siano in guerra tra di loro". "Sono convinto - ha proseguito papa Francesco - che i seguaci della varie tradizioni religiose hanno un ruolo essenziale da giocare nel delicato processo di riconciliazione e di ricostruzione che è in corso in questo paese. Perché tale processo avvenga bisogna che tutti i membri della società lavorino assieme, che tutti abbiano voce. Tutti devono essere liberi di esprimere le proprie preoccupazioni, i propri bisogni, le proprie aspirazioni e le proprie paure. Ma soprattutto devono essere pronti ad accettarsi l'un l'altro, a rispettare le legittime diversità e a imparare a vivere come un'unica famiglia. Ogni volta che le persone si ascoltano tra loro umilmente e apertamente, possono emergere i valori e le aspirazioni comuni. La diversità non sarà più vista come una minaccia, ma come fonte di arricchimento, la strada verso la giustizia, la riconciliazione e l'armonia sociale appare ancora più chiaramente". 

"In questo senso - ha suggerito il Pontefice - la grande opera di ricostruzione deve comprendere il miglioramento delle infrastrutture e provvedere ai bisogni materiali ma anche, e soprattutto, promuovere la dignità umana, il rispetto dei diritti dell'uomo e la piena inclusione di ogni membro della società. Formulo voti che i dirigenti politici, religiosi e culturali dello Sri Lanka, misurando ogni parola sul bene e sul risanamento che ne verra', diano un contributo duraturo al progresso materiale e spirituale del popolo dello Sri Lanka".

Il viaggio del Papa
"La visita di Papa Francesco può aiutare la riconciliazione nazionale in Sri Lanka", ha dichiarato il cardinale cingalese ed arcivescovo di Colombo, Malcolm Ranjith, che ha ricevuto il Pontefice all'aeroporto insieme al presidente Maithripala Sirisena. "Credo - ha detto in una intervista alla Radio Vaticana - che il suo arrivo nel momento in cui si insedia un nuovo governo che ha promesso di voler lavorare alla riconciliazione fra le comunità è una buona indicazione che lui sarà capace di dare una spinta a questo progetto di riconciliare la popolazione di etnia Sinhalese e Tamil dopo 30 anni di Guerra civile". Il porporato ha infine sottolineato che Papa Francesco vuole mantenere un comportamento semplice ed avere contatto con I poveri e gli infermi dello Sri Lanka. "Siamo contenti che lui abbia scelto questo atteggiamento - ha concluso - perché lo consideriamo un esempio per tutti noi, specialmente per vescovi e cardinali".

Il settimo viaggio apostolico
Quella nello Sri Lanka è la prima tappa del settimo viaggio apostolico (il quarto in Asia) di papa Francesco che lo porterà poi nelle Filippine. In entrambi i paesi abbraccerà popoli provati in questi anni da molte catastrofi, naturali o causate dall'uomo: la guerra civile ha insanguinato lo Sri Lanka dal 1983 al 2009 mentre il popolo filippino ha pagato un prezzo altissimo a terremoti, tifoni (il più forte dei quali è stato Haiyan, le cui vittime il Papa raggiungerà a Tacloban) e conflitti armati come quello in atto nell'Isola di Mindanao.

"Non dobbiamo però dimenticare la catastrofe quotidiana della povertà e dell'ineguaglianza, che si vedono nei bambini e nelle famiglie che vivono per strada, dei senzatetto, della tratta di esseri umani, della disoccupazione e della sottoccupazione, della migrazione forzata, della prostituzione, degli stupefacenti, della corruzione, delle persone scomparse e del degrado ambientale", ha sottolineato alla vigilia del viaggio il cardinale di Manila, Luis Antonio Tagle.  

Lo Sri Lanka
Le prime divisioni tra tamil e cingalesi nello Sri Lanka in epoca contemporanea risalgono al 1956, quando la maggioranza cingalese impose la propria lingua provocando tra l'altro l'espulsione dei tamil dagli incarichi pubblici. La minoranza fu costretta a rifugiarsi in alcune province del Nord e dell'Est, e durante vari decenni subì una serie di discriminazioni, fino, nel 1983, all'assassinio di circa centomila tamil. Nacque poi la formazione terrorista delle tigri tamil e il paese precipitò in un conflitto, che nell'ultima fase fu particolarmente cruento. Nel 2009 il governo intervenne militarmente nelle province tamil, da allora la guerra è finita ma la pace è lontana. Human Wright Watch ha denunciato stupri dell'esercito su donne e bambini, violazione dei diritti degli abitanti, e continua la campagna del governo per facilitare l'insediamento dei cingalesi nelle zone tamil. La Chiesa cattolica, composta da srilankesi sia di etnia tamil che cingalese, è impegnata nell'opera di pacificazione.
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