MONDO
L'inchiesta in Australia
Pedofilia, Pell accusa il suo predecessore. Le vittime: "Intervenga il Papa"
Terza udienza in videoconferenza tra Roma e L'Australia per l'inchiesta sugli abusi su minori commessi dal clero
Roma
Le 15 vittime di abusi sessuali da parte di sacerdoti giunte in Italia dall'Australia per seguire da vicino la deposizione del cardinale George Pell, attuale super-ministro delle finanze vaticano, hanno espresso il desiderio di essere ricevute da Papa Francesco prima di lasciare Roma.
La notizia è trapelata dall'Hotel Quirinale, dove nella Sala Verdi l'audizione del porporato si svolge in teleconferenza a causa del certificato medico, attestante una condizione fisica che non permetterebbe un viaggio Oltreoceano, presentato da Pell alla Commissione Reale di indagine sugli abusi che gli chiede conto della gestione dei casi nell'aricdiocesi di Melbourne, della quale è stato arcivescovo dal 1996 al 2001 dopo esserne stato ausiliare e prima ancora vicario episcopale.
La terza seduta, iniziata alle 22 ora italiana in un clima più sereno di quello delle precedenti, si è infiammata a causa di alcune frasi di Pell che le vittime hanno ritenuto offensive. A suscitare sdegno è stata in particolare l'affermazione: "A volte i genitori delle vittime non vogliono che il loro caso passi nelle mani della polizia o delle autorita' ecclesiastiche".
Pell: "Tenuto all'oscuro perché mi temevano"
Pell ha sostenuto di essere stato tenuto all'oscuro e ingannato "da un mondo di pedofilia e di occultamento che non voleva disturbi allo status quo". Il cardinale aveva già sostenuto di non sapere nulla dei numerosissimi casi di pedofilia nella diocesi di ballarat presso melbourne, dove è stato viceparroco tra il 1973 e il 1983, e di essere stato tenuto all'oscuro dal vescovo Ronald Mulkearns, di cui era consultore, il quale autorizzò il trasferimento da una parrocchia all'altra del notorio prete pedofilo Gerald Ridsdale, ora in carcere per scontare 138 reati ai danni di 53 vittime.
Oggi l'udienza si e' occupata dei numerosi e sistematici abusi commessi, sempre nella diocesi di Ballarat, dai fratelli delle scuole cristiane. e pell ha sostenuto di non essere stato informato in maniera adeguata dal Catholic education office o dal vescovo mulkearns. "Si sono resi conto chiaramente che non ero della stessa stoffa...avranno avuto paura che avrei posto ogni genere di domande scomode se fossi stato meglio informato", ha detto. una spiegazione respinta come "non plausibile" dal legale gail furness della commissione d'inchiesta sulle risposte delle istituzioni agli abusi sessuali a minori negli anni 1970 e 1980, in seduta a Ballarat. Sono stati anche ricostruiti eventi riguardanti padre peter searson, accusato di aver abusato sessualmente di minori dagli anni '70 agli anni '90, e anche di aver puntato una pistola verso i parrocchiani e di aver accoltellato un uccello con un cacciavite davanti ai bambini. Pell ha detto di non ricordare una riunione in cui fu presentata una lista di lamentele di bambini che accusavano il sacerdote di abusi sessuali e di violente punizioni corporali. searson, morto nel 2009, e' stato descritto dal cardinale come "uno dei preti piu' spiacevoli che abbia mai incontrato".
Il prelato ha espresso rincrescimento per non aver fatto di piu' sulle voci che circolavano di abusi commessi da sacerdoti e fratelli cristiani. il legale della commissione, gail furness, ha osservato che la testimonianza di pell e' mirata essenzialmente a deflettere ogni responsabilita', una conclusione che egli ha respinto. In seguito il cardinale ha cominciato a essere interrogato sulla sua conoscenza di preti pedofili quando era vescovo di Melbourne a partire dal 1987. l'udienza dovrebbe concludersi domani, con un orario esteso da quattro a sei ore, dalle 7 alle 13 in australia e dalle 21 di stasera alle 3 di giovedi'. alla deposizione assistono di persona 14 vittime e loro sostenitori, il cui viaggio e' finanziato da una generosa raccolta fondi, e che oggi hanno chiesto formalmente di essere ricevuti dal papa per chiedere di "attuare sistemi" per prevenire gli abusi ai minori nel futuro.
La lettera delle vittime al Papa
Il portavoce del gruppo, Philip Nagle, ha letto il testo di una lettera indirizzata a Papa Francesco, in cui si chiede di "attuare sistemi" per prevenire gli abusi a minori nel futuro. "Vogliamo chiedere un incontro per discutere l'impegno verso i bambini del passato e i bambini del futuro? in modo che questi crimini non si ripetano in futuro", ha detto Nagle. "Siamo stanchi di ascoltare quello che george dice in testimonianza senza mostrare alcuna empatia per le vittime. abbiamo solo due giorni ancora a roma e vogliamo essere ascoltati, vogliamo che si mostri interesse a noi e che possibilmente aiuti a cambiare queste cose in futuro", ha aggiunto. In una dichiarazione diffusa durante l'udienza, Pell si e' detto disposto a incontrare il gruppo appena finita la deposizione giovedi' (ora di roma) e assistera' con la loro richiesta di essere ricevuti dal Pontefice. Il gruppo di vittime ha anche lanciato una campagna globale per esprimere sostegno alle vittime di abusi, legando nastri di diversi colori a cancellate e palizzate. la campagna e' partita da Ballarat, con nastri legati attorno alle chiese e alle scuole cattoliche della cittadina, e dopo l'arrivo a roma del gruppo si e' diffusa anche attorno alla capitale. lo stesso pell ha riferito di aver annodato un nastro giallo in segno di solidarieta' nel cancello della grotta di nostra signora di Lourdes nei giardini vaticani.
La notizia è trapelata dall'Hotel Quirinale, dove nella Sala Verdi l'audizione del porporato si svolge in teleconferenza a causa del certificato medico, attestante una condizione fisica che non permetterebbe un viaggio Oltreoceano, presentato da Pell alla Commissione Reale di indagine sugli abusi che gli chiede conto della gestione dei casi nell'aricdiocesi di Melbourne, della quale è stato arcivescovo dal 1996 al 2001 dopo esserne stato ausiliare e prima ancora vicario episcopale.
La terza seduta, iniziata alle 22 ora italiana in un clima più sereno di quello delle precedenti, si è infiammata a causa di alcune frasi di Pell che le vittime hanno ritenuto offensive. A suscitare sdegno è stata in particolare l'affermazione: "A volte i genitori delle vittime non vogliono che il loro caso passi nelle mani della polizia o delle autorita' ecclesiastiche".
Pell: "Tenuto all'oscuro perché mi temevano"
Pell ha sostenuto di essere stato tenuto all'oscuro e ingannato "da un mondo di pedofilia e di occultamento che non voleva disturbi allo status quo". Il cardinale aveva già sostenuto di non sapere nulla dei numerosissimi casi di pedofilia nella diocesi di ballarat presso melbourne, dove è stato viceparroco tra il 1973 e il 1983, e di essere stato tenuto all'oscuro dal vescovo Ronald Mulkearns, di cui era consultore, il quale autorizzò il trasferimento da una parrocchia all'altra del notorio prete pedofilo Gerald Ridsdale, ora in carcere per scontare 138 reati ai danni di 53 vittime.
Oggi l'udienza si e' occupata dei numerosi e sistematici abusi commessi, sempre nella diocesi di Ballarat, dai fratelli delle scuole cristiane. e pell ha sostenuto di non essere stato informato in maniera adeguata dal Catholic education office o dal vescovo mulkearns. "Si sono resi conto chiaramente che non ero della stessa stoffa...avranno avuto paura che avrei posto ogni genere di domande scomode se fossi stato meglio informato", ha detto. una spiegazione respinta come "non plausibile" dal legale gail furness della commissione d'inchiesta sulle risposte delle istituzioni agli abusi sessuali a minori negli anni 1970 e 1980, in seduta a Ballarat. Sono stati anche ricostruiti eventi riguardanti padre peter searson, accusato di aver abusato sessualmente di minori dagli anni '70 agli anni '90, e anche di aver puntato una pistola verso i parrocchiani e di aver accoltellato un uccello con un cacciavite davanti ai bambini. Pell ha detto di non ricordare una riunione in cui fu presentata una lista di lamentele di bambini che accusavano il sacerdote di abusi sessuali e di violente punizioni corporali. searson, morto nel 2009, e' stato descritto dal cardinale come "uno dei preti piu' spiacevoli che abbia mai incontrato".
Il prelato ha espresso rincrescimento per non aver fatto di piu' sulle voci che circolavano di abusi commessi da sacerdoti e fratelli cristiani. il legale della commissione, gail furness, ha osservato che la testimonianza di pell e' mirata essenzialmente a deflettere ogni responsabilita', una conclusione che egli ha respinto. In seguito il cardinale ha cominciato a essere interrogato sulla sua conoscenza di preti pedofili quando era vescovo di Melbourne a partire dal 1987. l'udienza dovrebbe concludersi domani, con un orario esteso da quattro a sei ore, dalle 7 alle 13 in australia e dalle 21 di stasera alle 3 di giovedi'. alla deposizione assistono di persona 14 vittime e loro sostenitori, il cui viaggio e' finanziato da una generosa raccolta fondi, e che oggi hanno chiesto formalmente di essere ricevuti dal papa per chiedere di "attuare sistemi" per prevenire gli abusi ai minori nel futuro.
La lettera delle vittime al Papa
Il portavoce del gruppo, Philip Nagle, ha letto il testo di una lettera indirizzata a Papa Francesco, in cui si chiede di "attuare sistemi" per prevenire gli abusi a minori nel futuro. "Vogliamo chiedere un incontro per discutere l'impegno verso i bambini del passato e i bambini del futuro? in modo che questi crimini non si ripetano in futuro", ha detto Nagle. "Siamo stanchi di ascoltare quello che george dice in testimonianza senza mostrare alcuna empatia per le vittime. abbiamo solo due giorni ancora a roma e vogliamo essere ascoltati, vogliamo che si mostri interesse a noi e che possibilmente aiuti a cambiare queste cose in futuro", ha aggiunto. In una dichiarazione diffusa durante l'udienza, Pell si e' detto disposto a incontrare il gruppo appena finita la deposizione giovedi' (ora di roma) e assistera' con la loro richiesta di essere ricevuti dal Pontefice. Il gruppo di vittime ha anche lanciato una campagna globale per esprimere sostegno alle vittime di abusi, legando nastri di diversi colori a cancellate e palizzate. la campagna e' partita da Ballarat, con nastri legati attorno alle chiese e alle scuole cattoliche della cittadina, e dopo l'arrivo a roma del gruppo si e' diffusa anche attorno alla capitale. lo stesso pell ha riferito di aver annodato un nastro giallo in segno di solidarieta' nel cancello della grotta di nostra signora di Lourdes nei giardini vaticani.