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ITALIA

Osservatorio Inps

Pensioni, aumenta la spesa: +1,2% nel 2015. Boeri: "Con la riforma il debito salirà di 44 miliardi"

Secondo l'Istituto pensionistico, la spesa si è attestata a 208,2 miliardi. 6 milioni e 400mila persone percepiscono meno di 1000 euro al mese. E il presidente Inps Boeri, dalle pagine del Corriere della Sera, valuta le misure del governo in materia previdenziale: "La mia riforma costava di meno". E a un workshop aggiunge: "Mi sembra che gli impegni del governo non siano tanto credibili"

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Dalle pagine del Corriere della Sera, il presidente dell'Inps Tito Boeri ci ha fatto sapere, in queste ore, che con la riforma attuata dal governo la spesa pensionistica salirà di 44 miliardi. Non è passata mezza mattinata, che un comunicato dell'Osservatorio Inps gli ha fatto eco: già nel 2015 la spesa è aumentata dell'1,2%.  Nelle sue valutazioni, l'Istituto rileva anche che il 39,6% dei pensionati italiani, pari a circa 6,4 milioni di persone, ha un reddito inferiore a 1.000 euro al mese. Sul casellario dei pensionati si legge anche che, sempre nel 2015, questa fascia di reddito ha potuto contare sul 16,1% della spesa complessiva. Poco dopo, nell'ambito di un workshop sul welfare organizzato a Torino, Boeri è tornato sulla questione, calibrando meglio l'affondo: "Mi sembra che gli impegni del governo non siano tanto credibili. Speriamo che nella seconda fase del confronto con i sindacati, il prossimo anno, si possa mettere in campo una strategia coerente. Bisogna vedere se il governo avrà la forza per farlo". Il presidente dell'Inps ha fatto l'esempio degli interventi di salvaguardia per gli esodati: "Ci avevano detto che il settimo sarebbe stato l'ultimo, invece c'è stato l'ottavo e ho già il tam tam del nono". Una dura presa di posizione a sostegno dei dati sui redditi diffusi oggi, dai quali emerge come nonostante l'aumento della spesa sia quasi impossibile arrivare a fine mese per il trattamento previdenziale.

Aumenta la spesa: 280,2 miliardi nel 2015, +1,2%
Le prestazioni pensionistiche vigenti alla fine del 2015 erano 23,1 milioni per una spesa complessiva annua di 280,2 miliardi, in aumento dell'1,2% sul 2014. Lo si legge nel casellario centrale dei pensionati Inps secondo il quale il numero delle prestazioni è diminuito rispetto all'anno scorso di oltre 100.000 unità (-0,45%). L'importo medio delle prestazioni è di 12.136 euro annui. I beneficiari di prestazioni pensionistiche sono 16,2 milioni (-0,5%) con una media di pensioni percepite a testa di 1,4, anche di diverso tipo.

Se l'importo medio delle prestazioni è di 12.136 euro quello dei redditi pensionistici pro capite è di 17.323 euro l'anno. L'importo medio dei redditi da pensione per pensionato è molto più alto per gli uomini (20.431 euro) che per le donne (14.543) che possono contare su un trattamento di circa il 29% inferiore. Il reddito pensionistico medio è pari a 18.599 euro per i pensionati del Nord, di 18.843 euro per i pensionati del Centro e di 15.589 al Sud. La spesa pensionistica relativa al 2015 si distribuisce per il 50,7% nelle regioni del Nord, per il 28% in quelle meridionali e nelle Isole e per il 21,3% al Centro. Oltre un quarto dei pensionati italiani (4,1 milioni su 16,17 milioni) ha più di 80 anni In questa classe di età le donne sono prevalenti con quasi 2,6 milioni a fronte di 1,5 milioni di uomini).

6,4 milioni di persone con meno di 1000 euro al mese
​La percentuale di coloro che ha meno di 1.000 euro al mese è in calo rispetto al 40,3% del 2014. La percentuale di è molto più alta tra le femmine (48,3% delle pensionate donne) rispetto ai maschi (29,8%). Se si considerano le singole prestazioni (23,1 milioni nel complesso) quelle che sono sotto i 1.000 euro al mese sono quasi 15 milioni pari al 64,6% del totale. Ma poiché circa un terzo dei pensionati percepisce più di una prestazione il dato più utile è quello sul reddito pensionistico medio dei pensionati. Ci sono 2,03 milioni di pensionati che possono contare su meno di 500 euro al mese e 3,36 milioni che hanno tra i 500 e i 1.000 euro al mese. Altri 6,2 milioni di pensionati hanno redditi da pensione tra i 1.000 e i 2.000 euro al mese mentre poco più di un milione ha assegni superiore a 3.000 euro al mese. Tra i pensionati con i redditi più alti le donne sono appena 273.127 a fronte di 780.482 uomini. Nelle classi di reddito più basse - sottolinea l'Inps - si concentrano le pensioni di tipo assistenziale che rappresentano forme di assistenza alle persone più disagiate per motivi economici o fisici e le pensioni ai superstiti che sono per loro natura di importo più basso di quella del dante causa. 

Boeri: "Con questa riforma il debito sale di 44 miliardi"
In un'intervista al Corriere della Sera, Tito Boeri, presidente dell'Inps, valuta le misure del governo in materia previdenziale. "La nuova legge di bilancio - spiega - compie un'operazione importante sulle pensioni: elimina le ricongiunzioni onerose fra casse previdenziali diverse. E' positivo per l'equità e anche per l'efficienza e la crescita, perché evita di penalizzare chi cambia lavoro". "Poi c'è una seconda operazione - aggiunge - che questa legge di bilancio tenta: la flessibilità in uscita". Tuttavia, bisogna stare "attenti a non aumentare gli oneri sulle generazioni future". Boeri mette in guardia anche dalla sanatoria su penali e interessi. "Mi preoccupa - dice - che possa avare effetti sulla raccolta contributiva. Con operazioni di questo tipo c'è sempre il rischio di dare segnali di lassismo, non vorrei si indebolisse la campagna fatta per contrastare l'evasione".

"Secondo le nostre stime - nota Boeri - ciò che oggi è scritto nella legge di bilancio - gli interventi sulla quattordicesima, sui lavoratori precoci e la sperimentazione sull'Ape social - aumenta il debito pensionistico di circa 20 miliardi. Poi ci sono i costi legati all'estensione della fascia di reddito non tassata per i pensionati, più i crediti d'imposta per chi chiede l'Ape di mercato. E varie questioni aperte, che possono generare altre spese". "Non è detto - aggiunge - che dopo il 2018 sarà facile interrompere l'Ape social, anzi la pressione ad allargare la platea dei beneficiari sarà forte. Se questo strumento fosse rinnovato anche solo nella forma attuale e reso strutturale, ci sarebbero altri 24 miliardi di debito pensionistico. Dunque in totale 44 miliardi in più". "Le nostre proposte - spiega - riducevano il debito pensionistico ed era anche prevista una riduzione parziale di certe pensioni attuali. Abbassavamo così il debito pensionistico di circa il 4% del Pil".

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