ECONOMIA
Il punto
Pensioni, la proposta del governo che divide i sindacati
ESENZIONE INNALZAMENTO ETA' PENSIONABILE. L'aumento dei requisiti che scattera' per tutti a partire dal 2019 non riguardera' alcune categorie professionali, interessati anche all'Ape sociale. Il governo ha gia' identificato 11 attivita' gravose, che sono: operai dell'industria estrattiva, edilizia e manutenzione edifici; conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni; conciatori di pelli e di pellicce; conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante; conduttori di mezzi pesanti e camion; personale delle professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni; addetti all'assistenza personale di persone non autosufficienti; insegnanti della scuola dell'infanzia ed educatori degli asili nido; facchini; personale non qualificato addetto ai servizi dip ulizia; operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti. A queste categorie, l'esecutivo ora ne aggiunge altre quattro: operai e braccianti agricoli, marittimi, addetti alla pesca, siderurgici di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti ad alte temperature. Il testo precisa che l'esenzione e' condizionata allo svolgimento di attivita' gravose da almeno 7 anni nei 10 precedenti il pensionamento, nonche', al fine degli effetti per il requisito anagrafico, al possesso di un'anzianita' contributiva pari ad almeno 30 anni.
PRIORITA' A GIOVANI E PREVIDENZA COMPLEMENTARE. Il Governo suggerisce di dare priroita' alla discussione sulla "sostenibilita' sociale dei trattamenti pensionistici destinati ai giovani, al fine di assicurare l'adeguatezza delle pensioni medio-basse nel regime contributivo, con riferimento sia alla pensione anticipata che a quella di vecchiaia". Non solo, ma occorre dare priorita' anche allo sviluppo della previdenza complementare nel settore privato, con un confronto "aperto" anche alle organizzazioni dei datori di lavoro.
PROROGA APE SOCIALE. L'obiettivo, si legge nel documento, e' quello di "consentire la proroga e in prospettiva la messa a regime" dell'Ape social, al termine del periodo di sperimentazione (nel 2018), grazie all'istituzione di un fondo ad hoc "dei risparmi di spesa".
DONNE. Il Governo si impegna ad allargare i requisiti per l'accesso all'Ape social delle donne, oltre quindi alla riduzione dei contributi necessari di sei mesi per ogni figlio fino a un massimo di due anni. Si punta cioe' ad un "allargamento dei requisiti di accesso alle prestazioni per le lavoratrici con figli al fine di avviare il processo di superamento delle disparita' di genere e dare primo riconoscimento al valore sociale del lavoro di cura e di maternita' svolto dalle donne".