ECONOMIA
Allarme di Coldiretti
Pomarola, Parmesan e Provoleta: così il made in Italy va in frantumi
Il danno provocato dalla falsificazione dei prodotti italiani si aggira intorno ai 60 miliardi di euro nel mondo e provoca la perdita di 300 mila posti di lavoro
La Coldiretti Giovane Impresa sceglie Acciaroli, nel salernitano, per lanciare l’allarme, e lo fa in occasione della prima "Summer School sul Made in Italy", iniziativa promossa in collaborazione con l'Osservatorio sulla criminalità nell'agroalimentare. Un ciclo di lezioni di esperti del sistema agroalimentare, che si conclude oggi con la presentazione dei casi più eclatanti di cibi italiani contraffatti scoperti al di fuori dei confini nazionali. La scelta di Acciaroli non è casuale. Qui infatti visse per 40 anni Ancel Keys, scienziato americano ribattezzato il padre della dieta mediterranea.
"A quasi quattro anni dall'iscrizione della dieta mediterranea nella lista del patrimonio culturale immateriale dell'umanita' dell'Unesco - ribadisce Coldiretti - si sono moltiplicati i casi di pirateria alimentare con la diffusione di prodotti che nulla hanno che fare con la realta' produttiva nazionale ma che utilizzano impropriamente nomi, immagini, colori e paesaggi. Si tratta di un danno insostenibile per l'economia, l'occupazione e l'immagine".
Gli inganni a tavola costano infatti molto cari. Secondo la ricerca il danno provocato dalla contraffazione e falsificazione dei nostri prodotti si aggira intorno ai 60 miliardi di euro nel mondo, mentre sarebbero 300 mila i posti di lavoro andati in fumo.
Come uscirne? Secondo il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo, è necessario "un accordo sul commercio internazionale nel Wto per la tutela delle denominazioni dai falsi”. "Bisogna fare chiarezza a livello nazionale ed europeo - ha ribadito Moncalvo - estendendo a tutti i prodotti l'obbligo di indicare in etichetta l'origine dei prodotti alimentari".