Original qstring:  | /dl/rainews/articoli/Pos-obbligatorio-Confesercenti-costi-elevati-benzinai-tabaccai-95681d28-e280-464b-9ca5-8c2c79c85d65.html | rainews/live/ | true
ECONOMIA

Difficoltà anche per edicolanti e ambulanti

Pos obbligatorio, la denuncia di Confesercenti: costi elevati per benzinai e tabaccai

Diverse le categorie di commercianti che lamentano costi produttivi proibitivi: benzinai, tabaccai, ambulanti. Per la Cgia di Mestre "serve agire contro la vera evasione"

Condividi
Benzinai, edicolanti, tabaccai e ambulanti: sono queste le categorie del commercio messe più in difficoltà dall'entrata in vigore della normativa sul Pos obbligatorio. Lo sostiene la Confesercenti per la quale "le prime tre, dovranno sopportare più di altri costi proibitivi; nel caso degli ambulanti gran parte di essi non ha ancora provveduto a dotarsi di Pos". Anche la Cgia di Mestre si scaglia contro l'introduzione obbligatoria che non servirebbe a una vera lotta all'evasione fiscale: "No a misure pasticciate, come l'introduzione obbligatoria del Pos, sì ad una vera lotta all'evasione fiscale in grado di contrastare soprattutto le banche e le multinazionali italiane che gestiscono i propri profitti nei paradisi fiscali".

Cgia di Mestre: "Le imprese pagano già troppe tasse"
Per il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi, si tratta dell'ennesima soluzione all'italiana. "Si chiede all'idraulico e al falegname l'obbligo di consentire ai propri clienti di pagare con la carta di debito per rendere obbligatoria la tracciabilità delle operazioni commerciali mentre si fa poco o nulla affinchè i soldi che vengono raccolti dalle grandi banche e dalle assicurazioni non finiscano nelle società offshore del Lussemburgo o dell'Irlanda". Le imprese italiane, conclude la Cgia, "quelle che sostengono l'economia reale di questo Paese, pagano già troppe tasse: la bellezza di 110 miliardi all'anno. In Europa, solo le aziende tedesche pagano in termini assoluti più delle nostre, anche se va ricordato che la Germania conta oltre 80 milioni di abitanti: 20 più dell'Italia".

Le categorie più in difficoltà:
EDICOLANTI.
Non dovrebbero essere coinvolti, dal momento che è difficile immaginare una spesa media per i giornali superiore ai trenta euro. Tuttavia, le edicole vendono anche altro e in particolare gli abbonamenti Gtt e di altre aziende di trasporto: in questo caso i 30 euro si superano ampiamente.

BENZINAI. "Il problema dei costi della transazioni non nasce oggi: gran parte di noi - precisa Gianni Nettis, presidente della Faib, la federazione dei benzinai di Confesercenti - usa da tempo il Pos, anche per transazioni sotto i 30 euro, altrimenti si rischia di perdere il cliente. A questo si aggiunge che la transazione con carte di credito costa ancora di più di quella con il bancomat e può superare anche l'1%. Risultato: per un impianto medio a Torino i costi bancari oscillano fra i 5000 e i 7000 euro l'anno".

TABACCAI. Le vendite di prodotti con aggio rappresentano la parte preponderante: fra i principali, sigarette e prodotti di monopolio in genere, valori bollati, giochi, bollo auto. Secondo Assotabaccai, l'associazione di categoria della Confesercenti, una tabaccheria che abbia un incasso di 1.250.000 euro ricava circa 75.000 euro, dei quali 8.000 vanno in transazioni. "L'enorme differenza che c'è fra l'incasso e quello che rimane al tabaccaio - spiega Alberto Alberetto, presidente di Assotabaccai - deriva dal bassissimo aggio che ci viene riconosciuto: del 10% sulle sigarette, si riduce all'8% per i giochi, al 4,5% per le marche da bollo, al 2% per le carte telefoniche. Per il bollo auto l'aggio non è a percentuale, ma in cifra assoluta: 1,85 euro a bollo, a prescindere dal valore; in pratica, sui bolli, lavoriamo in perdita".

AMBULANTI. "Secondo una ricerca condotta da Confesercebnti sui mercati nei giorni scorsi, gran parte di essi non ha ancora provveduto a dotarsi di Pos: fatto abbastanza comprensibile - dice Johnny Iorio, presidente dell'Anva, l'associazioni di categoria della Confesercenti - se si pensa che sui mercati, specialmente nel settore alimentare, è difficile che lo scontrino superi i 30 euro". "Un maggiore uso della moneta elettronica - dice Stefano Papini, presidente di Confesercenti - sarebbe senz'altro positivo, perché diminuirebbe i rischi e i costi connessi alla gestione del contante. Bisogna però intervenire subito a favore degli esercizi a basso margine e abbandonare l'approccio utilizzato fino ad ora. Meglio percorrere la strada degli incentivi fiscali, da riservare alle imprese e ai consumatori che usano carte di debito e di credito".
Condividi