MONDO
"La mia vicenda è simile a quella dell'ex capo dell'Fbi James Comey"
La prima intervista da quando Trump lo ha cacciato. Bharara: "Non risposi a una sua telefonata"
L'ex procuratore di Manhattan racconta i retroscena della sua destituzione all'emittente Abc: "Rifiutai di rispondere a una delle tante chiamate inusuali (del presidente, ndr), ritenendo che fosse inappropriata. Ventidue ore dopo mi è stato chiesto di dimettermi"
Bharara fa parte del gruppo dei 46 procuratori che in marzo hanno lasciato l'incarico su pressione della Casa Bianca. Allora aveva precisato di non essersi dimesso, ma di essere stato licenziato dal dipartimento di Giustizia. Nella sua prima intervista televisiva da allora, Bharara ha raccontato che Trump voleva inizialmente mantenerlo al suo posto.
Dopo essere stato eletto, Trump ha iniziato a fare "telefonate molto inusuali" a Bahrara cercando apparentemente "di coltivare una sorta di rapporto", ha detto l'ex procuratore. Dopo che Trump si è insediato in gennaio, Bahrara ha però rifiutato di rispondere a una di queste telefonate, ritenendo che fosse "inappropriata". "Ventidue ore dopo mi è stato chiesto di dimettermi con altre 45 persone - ha raccontato - ancora oggi non ho idea del perchè sia stato licenziato". "Quando ho letto queste storie sul presidente che contattava James Comey mi è sembrato una sorta di deja vu", ha commentato il procuratore.
"Un procuratore non dovrebbe intrattenere rapporti col presidente"
Nominato nel 2009 dall'amministrazione Obama, Bharara si è fatto una fama di procuratore indipendente che ha perseguito politici di entrambi i partiti. E nell'intervista, ha sottolineato di ritenere che un procuratore non dovrebbe intrattenere rapporti con il presidente degli Stati Uniti. "Il numero di volte che il presidente Obama mi ha chiamato in sette anni e mezzo è stato zero. Ed è proprio zero il numero di volte che io mi aspetto di essere chiamato dal presidente degli Stati Uniti", ha rimarcato.