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MONDO

Partita a scacchi nucleare

Continua il confronto tra Stati Uniti e Corea del Nord

Pyongyang: i test nucleari missilistici non si fermeranno mai. Washington: rimaniamo aperti a negoziati, siamo tuttavia pronti a difendere noi e i nostri alleati. Pechino: speriamo di risolvere la questione nucleare coreana in maniera pacifica attraverso il dialogo e le consultazioni

Kim Jong-un
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Gli Stati Uniti tentano di portare la Corea del Nord sulla "strada del dialogo" e la Cina accoglie con favore la decisione della Casa Bianca di riaprire al negoziato. Pyongyang assicura che "i test nucleari non si fermeranno", ma intanto chiede aiuto ai Paesi dell'Asean, le nazioni 'cugine' del sud-est asiatico, per evitare "l'olocausto nucleare".

 Ammorbidendo i toni degli ultimi giorni, Washington ha annunciato di voler fare pressioni sulla Corea del Nord affinchè smantelli il suo sistema di proliferazione nucleare, ma lo farà rafforzando le sanzioni e prendendo iniziative diplomatiche insieme con gli alleati e i partner regionali. Soddisfatta Pechino: "Abbiamo notato queste espressioni e il messaggio convogliato in queste espressioni, con la speranza di risolvere la questione nucleare coreana in maniera pacifica attraverso il dialogo e le consultazioni", ha affermato il portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, Geng Shuang. L'apprezzamento cinese per le posizioni inclini al dialogo di Washington si scontrano, però, con la netta opposizione all'installazione, cominciata mercoledi' in Corea del Sud, del sistema di Difesa contro i missili a corto e medio raggio. Ancora oggi, dal Ministero della Difesa di Pechino è arrivato un nuovo messaggio di opposizione al Thaad (Terminal High-Altitude Area Defense system) che Pechino teme possa intromettersi nei propri sistemi di sicurezza militari. Il portavoce Yang Yujun ha affermato che la Cina continuerà le esercitazioni militari e i test operativi di "armi ed equipaggiamenti di nuovo tipo per salvaguardare la sicurezza nazionale e la stabilità regionale".

Da Pyongyang, intanto, non arrivano segnali di cedimento sui programmi missilistici e nucleari del Paese. "Finchè l'America continuera' i suoi ostili atti di aggressione", ha dichiarato ai microfoni della Cnn un funzionario del regime di Kim Jong-Un, "non fermeremo mai i test missilistici e nucleari". Ancora piu' chiaro il messaggio di un anonimo portavoce del Ministero degli Esteri, riportato dai media cinesi, che ha condannato gli Usa per la possibilita' di nuove sanzioni nei confronti di Pyongyang, riferendosi ancora alla possibilità di una "guerra totale" con gli Stati Uniti, minaccia già perpetrata dal regime di Kim Jong-Un in occasione della parata militare del 15 aprile scorso.  E si è anche saputo che Pyongyang ha chiesto aiuto ai Paesi del sud-est asiatico per evitare il rischio di "un olocausto nucleare": la lettera, che e' datata 23 marzo, è stata consegnata in vista del vertice dell'Asean che si terrà domani e dopodomani a Manila. 

Anche se i toni sembrano abbassarsi rispetto alle dure dichiarazioni dello scorso fine settimana, il pericolo di un ulteriore deterioramento della situazione è sempre presente per la Cina, che, oggi, dalle pagine del Global Times, il tabloid piu' influente della stampa cinese, accusa Tokyo di sfruttare la precaria situazione della stabilità regionale per "aumentare il proprio budget per la Difesa e il proprio potere militare".

Mercoledì, da Berlino, il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, aveva chiesto nuovamente la fine delle esercitazioni militari congiunte tra Stati Uniti e Corea del Sud e l'interruzione del programma nucleare nord-coreano, ribadendo l'appello alla "doppia sospensione" delle due attività per frenare l'escalation nella penisola coreana gia' formulato il mese scorso a Pechino, durante i lavori dell'Assemblea Nazionale del Popolo, il Parlamento cinese. Wang ha definito "molto fragili" la sicurezza e la stabilità della penisola, durante una conferenza stampa congiunta con il suo omologo tedesco, Sigmar Gabriel, e ha invitato di nuovo tutte le parti alla prudenza: "Grande e' il pericolo che un nuovo conflitto
possa scoppiare in qualsiasi momento".

Wang intanto domani sarà a New York per rappresentare la Cina alla riunione speciale del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla crisi nucleare nord-coreana. 
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