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MONDO

"E' stata una lunga attesa ma non abbiamo mai perso la speranza"

I quattro giornalisti rapiti in Siria accolti in Francia da Hollande

"La Francia è orgogliosa di avere cittadini di questo livello che servono in nome della libertà di stampa ed è orgogliosa di avere ottenuto la loro libertà" con queste parole il presidente francese Hollande ha accolto all'aeroporto di Villacoublay i quattro giornalisti rapiti in Siria

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I quattro giornalisti francesi, rapiti in Siria lo scorso giugno da un gruppo legato ad al Qaida in Siria, sono arrivati questa mattina in Francia dove sono stati accolti all'aeroporto di Villacoublay, vicino Parigi, dal presidente Francois Hollande. 

"E' un giorno di gioia per la Francia - ha detto Hollande - Il paese è orgoglioso di avere cittadini di questo livello che servono in nome della libertà di stampa e la Francia è orgogliosa di avere ottenuto la loro libertà".

I giornalisti sono stati rilasciati ieri al confine con la Turchia, dopo dieci mesi di prigionia, rapiti in due episodi separati. Si tratta di Didier François, giornalista di radio Europe 1, e del fotografo Edouard Elias, rapiti a nord d'Aleppo il 6 giugno 2013; di Nicolas Hénin, giornalista del settimanale Le Point e di Pierre Torrès, fotografo indipendente, che era stati sequestrati il 22 giugno a Raqqa.

Didier Francois, dopo la sua liberazione ha detto che "è stata una lunga attesa, ma di non avere mai perso la speranza", ed ha aggiunto "Siamo felicissimi di essere liberi... ed è molto bello vedere il cielo, poter camminare, poter parlare liberamente". 

A trovare i reporter, bendati e ammanettati nella provincia sudorientale di Sanliurfa,  sono stati alcuni soldati turchi impegnati in operazioni di pattugliamento. Non è ancora chiaro se sia stato pagato un riscatto per il loro rilascio. I sequestratori non sono stati formalmente identificati, ma il rapimento è largamente attribuito allo Stato islamico dell'Iraq e del Levante, tra i gruppi islamisti più radicali in Siria.

La Siria ora è il paese più pericoloso
La Siria è considerata la meta più pericolosa al mondo per i giornalisti, a causa della guerra civile in corso. Secondo i dati di aprile della Commissione per la protezione dei giornalisti, sono 61 quelli rapiti nel Paese nel 2013, mentre oltre 60 sono stati uccisi dall'inizio del conflitto.
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