MONDO
Nelle prime due settimane
Ramadan, il caldo spinge a rompere il digiuno: cinque arrestati in Marocco, decine in Iran
In Marocco la pena prevista arriva fino a 6 mesi di carcere. Nella Repubblica islamica il reato è punito con il carcere, dai 10 ai 60 giorni, o una settantina di frustate. La legge che proibisce di mangiare e bere in pubblico riguarda anche stranieri e turisti
In Marocco rischiano 6 mesi in carcere
I cinque ragazzi di età compresa tra i 23 e i 19 anni arrestati a Marrakech dovranno comparire mercoledì davanti al giudice e benché quella bevuta in pubblico non abbia il sapore di un atto militante, rischiano comunque fino a sei mesi di prigione.
L'articolo 222 del Codice penale marocchino punisce "chiunque sia noto per appartenere alla religione musulmana e rompa ostentatamente il digiuno in luogo pubblico, durante il mese di Ramadan, senza motivi ammessi dalla religione stessa", con una pena che va da uno a sei mesi di prigione.
Centinaia le persone sorprese in Iran
Centinaia di persone sono state sorprese in diverse città iraniane mentre non rispettavano l'obbligo del digiuno e decine sono state portate in una stazione di polizia per la condanna e l'applicazione immediata della sentenza: dai 10 ai 60 giorni di carcere o una settantina di frustate, secondo il codice penale. La legge che proibisce di mangiare e bere in pubblico riguarda anche stranieri e turisti, che generalmente però possono rifocillarsi durante il giorno negli hotel.
Sono le cifre che emergono dai bilanci delle attività di controllo svolte da polizia e Basiji (i volontari dei Pasdaran) in queste prime due settimane di Ramadan in Iran. E che rivelano come, nonostante le pesanti pene e le discrete possibilità di essere sorpresi dai servizi di vigilanza, nella Repubblica islamica anche le norme più attinenti alla religione vengano violate, evidenziando una tendenza verso la secolarizzazione.