Original qstring:  | /dl/rainews/articoli/Renzi-Pd-Italicum-edfc944c-33fa-4391-805b-0f1bd9dd3354.html | rainews/live/ | true
POLITICA

Il premier replica alle critiche della minoranza interna

Italicum, Renzi: rispettare la maggioranza, altrimenti è anarchia

"Accolte tante richieste, non riapro la discussione sulla riforma" afferma nell'intervista al Tg1. Bagarre in aula dopo la decisione del governo di porre la fiducia sulla legge elettorale. Lancio di crisantemi da parte dei deputatid i Sel. il M5S urla: "Fascisti!". Pd, la minoranza non voterà la fiducia

Condividi
"La prima regola della democrazia è rispettare la maggioranza, altrimenti è anarchia". Intervistato dal Tg1, Matteo Renzi risponde così alle critiche della minoranza Dem e in particolare di Pierluigi Bersani, per il quale con l'Italicum è in gioco la democrazia, in conclusione di una giornata convulsa che ha visto insorgere le opposizioni in aula a Montecitorio dopo la decisione del governo di porre la questione di fiduzia sulla legge elettorale. Oggi il primo voto di fiducia, domani altri due. L'approvazione finale slitta dopo il primo maggio.

"Noi abbiamo discusso a lungo con la minoranza, cambiando la legge elettorale, venendo incontro alle loro richieste. E' il momento di non girarci più intorno. L'Italicum è come la legge per i sindaci: con il ballottaggio, il premio maggioranza, si diminuisce il potere di veto dei piccoli partiti, si torna alle preferenze e ai collegi come col Mattarellum. Cosa possiamo fare di più? Riaprire la discussione?", chiede retoricamente il premier, che insiste: "Sono passati 14 mesi dall'inizio della discussione, abbiamo cambiato tre volte la legge. Ora è un sì o un no. Possiamo tornare a parlare di scuola e di famiglia?". 

Fiducia "assolutamente necessaria"
La fiducia era "assolutamente necessaria", e in ogni caso "non c'è cosa più democratica che mettere la fiducia", aggiunge Renzi, spiegando: "Con la fiducia, se il provvedimento passa il governo va avanti, altrimenti va a casa". E dunque, "cosa c'è di più democratico che rischiare per le proprie idee? Questo è il tempo del coraggio, non di chi resta attaccato alla poltrona".

"Se passa il Parlamento vuole continuare con le riforme"
Mettere la fiducia è un gesto di serietà verso i cittadini, ribadisce il premier in una lettera a La Stampa. "Se c'è bisogno di un premier che faccia melina, aggiunge, non sono la persona adatta. Se vogliono un temporeggiatore ne scelgano un altro, io non sono della partita". Lo afferma nella missiva Matteo Renzi a proposito dell'Italicum dicendosi pronto a discutere sul Senato ma invitando a smettere di fare "melina". "Se passa - dice - significa che il Parlamento vuole continuare sulla strada delle riforme".

La risposta a Brunetta: "Gli ultimi a mettere la fiducia De Gasperi e Moro"
"Possono mandarci a casa, se vogliono, ma io non mi fermo", è la risposta a Renato Brunetta, che ha parlato di 'fascismo renziano': "Gli ultimi a mettere la fiducia su una legge elettorale sono stati De Gaperi e Moro. Non credo che alcun italiano abbia dubbi se chiamato a scegliere tra De Gasperi e Moro da un lato e Brunetta dall'altro...".

La giornata a Montecitorio, bagarre e insulti
Mentre la Boschi pronunciava la 'formula' in cui poneva la questione di fiducia, i deputati  M5S hanno urlato a lei e al governo "Fascisti!". Maurizio Bianconi di FI ha urlato "Vergogna!" ed è stato richiamato all'ordine dalla presidente Boldrini. I deputati di Sel hanno lanciato i crisantemi gialli. "E' il funerale della democrazia", ha detto in Aula il capogruppo Arturo Scotto dopo la richiesta della fiducia sull'Italicum. "Questo è fascismo - dice Umberto Bossi - e al fascismo si risponde in un solo modo: o coi fucili o uscendo dall'aula, con l'Aventino". All'attacco anche Beppe Grillo che su Twitter scrive: "Non chiamatelo più così, di italico ci ha solo il ricordo di un ventennio. Chiamatelo Nostalgicum". 

Pd, la minoranza non voterà la fiducia
Fassina, Letta, Civati, Speranza e Bersani si sono espressi contro la decisione del governo di blindare l'Italicum. "Non è più la ditta che ho contribuito a costruire", dice l'ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani. "Ognuno deve assumersi le sue responsabilità", ha detto in un'intervista al quotidiano "La Stampa", spiegando: "Qui non stiamo parlando di Bersani contro Renzi, e neanche il governo c'entra niente. Qui è in gioco una cosuccia chiamata democrazia". Secondo l'ex segretario democratico la fiducia "non c'era ragione di metterla, non su una questione così importante per la democrazia" e alla domanda se si tratti di un gesto di prepotenza da parte del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, Bersani risponde: "Lui è di natura così, e non è una bella natura. Era nelle cose".


La penso come Roberto Speranza. Ho votato diciassette volte alla camera la fiducia al governo, più di una volta al mese....

Posted by Pierluigi Bersani | Pagina Ufficiale on Martedì 28 aprile 2015
Condividi