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POLITICA

All'inaugurazione dell'Anno Accademico 2015

Renzi duro con l'Anm: "Falso e ingiusto dire che lo Stato carezza i corrotti"

Il presidente del Consiglio risponde a Sabelli che commentando l'inchiesta di Firenze sulle tangenti sulle Grandi Opere che ha portato all'arresto di 4 persone ha detto: "Magistrati schiaffeggiati e corrotti accarezzati". Il ministro Lupi chiamato a riferire in Senato

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Il presidente del Consiglio ci va duro e risponde senza mezzi termini al presidente dell'Anm Rodolfo Sabelli. "Lo Stato non dà schiaffi a magistrati e carezze ai corrotti. Sostenere questo avendo responsabilità istituzionali o a nome di categorie, è triste. È una frase falsa, ingiusta, fa male ma non per il governo di turno, per l'idea stessa delle istituzioni" ha detto Renzi davanti ai futuri commissari che si apprestano ad iniziare l'anno accademico della Scuola Superiore di Polizia.

A scatenare l'irritazione del premier erano state le dichiarazioni che il presidente dell'Anm ha rilasciato questa mattina commentando l'inchiesta di Firenze sulle tangenti per le Grandi Opere che ha portato all'arresto di 4 persone: "Uno Stato che funzioni dovrebbe prendere a schiaffi i corrotti e accarezzare chi esercita il controllo di legalità" ha detto Sabelli. Invece "i magistrati sono stati schiaffeggiati e i corrotti accarezzati"

Inchiesta in cui è coinvolto, ma non indagato, anche il ministro Maurizio Lupi che, dopo la bufera scoppiata intorno al suo nome, con M5S e Sel pronti a chiederne le dimissioni, dovrà riferire in Aula a palazzo Madama. Una decisione presa all'unanimità, su proposta della Lega Nord, dalla capigruppo.

Quattro arresti
Tra gli arrestati il super-dirigente del Ministero dei Lavori Pubblici (ora consulente esterno) Ercole Incalza; è lui, secondo l'accusa, il principale artefice del "sistema corruttivo". Sarebbe stato lui, in particolare, in qualità di 'dominus' della Struttura tecnica di missione del ministero dei Lavori pubblici, ad organizzare l'illecita gestione degli appalti delle Grandi opere, con il diretto contributo di Perotti. In un colloquio del 25 novembre 2013 - riportato nell'ordinanza di custodia cautelare- -Giovanni Paolo Gaspari, già alto dirigente del Gruppo ferrovie dello Stato e consigliere presso il ministero delle Infrastrutture, parla di Ercole Incalza con Giulio Burchi, già presidente di Italferr spa: "Ercolino.. è  lui che decide i nomi... sì.. sì.. tra tutti i suoi.. sì.. si' ancora.. ancora... fa il bello e il cattivo tempo ormai là  dentro..". Gli altri arrestati sono gli imprenditori Stefano Perotti e Francesco Cavallo, e Sandro Pacella, collaboratore di Incalza. 51 gli indagati tra cui Antonio Acerbo, l'ex manager di Expo già arrestato lo scorso ottobre nel filone d'inchiesta milanese sulla '"cupola degli appalti"; è accusato di turbativa d'asta per aver pilotato la gara per il 'Palazzo Italia'. 

Bufera su Lupi
È bufera sul Ministro Lupi, con Beppe Grillo che ne chiede le dimissioni, dopo che nell'inchiesta è spuntato il nome del figlio e per i rapporti tra il ministro e l'imprenditore Perrotti. Lasciare l'incarico? "No, le dimissioni no. Anche se, per la prima volta, vedendo tirato in ballo ingiustamente mio figlio, mi sono chiesto se il gioco valga la candela" le parole del ministro in un'intervista a Repubblica. "Provo soprattutto l'amarezza di un padre nel vedere il proprio figlio sbattuto in prima pagina come un mostro senza alcuna colpa". Torna poi sul Rolex che Stefano Perotti ha regalato al figlio Luca per la Laurea: "l'avesse regalato a me non l'avrei accettato". Lupi si sofferma anche sull'intercettazione in cui aveva minacciato la crisi di governo: "era una battaglia politica, non difendevo la persona", "ma l'integrità del ministero. Si stava discutendo di legge di Stabilità e del futuro della nuova Struttura tecnica di missione". E mentre il governo prende tempo, con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio che dice: "E' prematuro trarre elementi di colpevolezza per il ministro e il governo", la capigruppo di palazzo Madama ha deciso di convocare il titolare del dicastero delle Infrastrutture per riferire del coinvolgimento del suo ministero nell'inchiesta. La data sarà fissata ora in accordo tra la presidenza del Senato e il ministero di Lupi.
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