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MONDO

L'omelia della messa celebrata nello stadio di Bangui

Repubblica Centrafricana, il Papa: "Quando tempi sono difficili riunitevi intorno al Signore"

"Voi, cari Centrafricani, dovete soprattutto guardare verso il futuro e, forti del cammino già percorso, decidere risolutamente di compiere una nuova tappa nella storia cristiana del vostro Paese, di lanciarvi verso nuovi orizzonti, di andare più al largo, in acque profonde". Questo il messaggio rivolto dal Papa alla folla a Bangui, prima di concludere il viaggio in Africa iniziato mercoledì scorso

Papa Francesco
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"E' bene, soprattutto quando i tempi sono difficili, quando le prove e le sofferenze non mancano, quando l'avvenire è incerto e ci si sente stanchi, temendo di non potercela fare, è bene riunirsi attorno al Signore, come facciamo oggi, per gioire della sua presenza, della vita nuova e della salvezza che ci propone, come un'altra riva verso la quale dobbiamo tendere". Così Papa Francesco, tra gli applausi dei circa 30mila fedeli, nell'omelia della messa celebrata nello stadio del complesso sportivo "Barthélémy Boganda" di Bangui, capitale della Repubblica centrafricana, ultima celebrazione del suo viaggio Africa. Il Pontefice è poi rientrato a Roma all'aeroporto di Ciampino, concludendo il viaggio in Kenya, Uganda e Repubblica centrafricana iniziato mercoledì scorso.

"Quest'altra riva è, certamente, la vita eterna, il Cielo dove noi siamo attesi. Questo sguardo rivolto verso il mondo futuro ha sempre sostenuto il coraggio dei cristiani, dei più poveri, dei più piccoli, nel loro pellegrinaggio terreno. Questa vita eterna non è un'illusione, non è una fuga dal mondo; essa è una potente realtà che ci chiama e che ci impegna alla perseveranza nella fede e nell'amore".

"Rompere con egoismo e diffidenza"
"Non siamo ancora arrivati alla meta, siamo come in mezzo al fiume, e dobbiamo decidere con coraggio, in un rinnovato impegno missionario, di passare all`altra riva" ha aggiunto. "Ogni battezzato deve continuamente rompere con quello che c'è ancora in lui dell`uomo vecchio, dell`uomo peccatore, sempre pronto a risvegliarsi al richiamo del demonio - e quanto agisce nel nostro mondo e in questi tempi di conflitti, di odio e di guerra -, per condurlo all`egoismo, a ripiegarsi su sé stesso e alla diffidenza, alla violenza e all'istinto di distruzione, alla vendetta, all'abbandono e allo sfruttamento dei più deboli".

"Grazie per cose buone che avete fatto in anni violenti"
"Voglio rendere grazie con voi al Signore di misericordia per tutto quello che vi ha concesso di compiere di bello, di generoso, di coraggioso, nelle vostre famiglie e nelle vostre comunità, durante gli eventi accaduti nel vostro Paese da molti anni" ha sottolineato.

"Guardate verso futuro per nuova tappa vostro Paese"
"Voi, cari Centrafricani, dovete soprattutto guardare verso il futuro e, forti del cammino già percorso, decidere risolutamente di compiere una nuova tappa nella storia cristiana del vostro Paese, di lanciarvi verso nuovi orizzonti, di andare più al largo, in acque profonde".

La visita in moschea
In precedenza il Papa si era recato alla moschea. "La mia visita pastorale nella Repubblica Centrafricana non sarebbe completa se non comprendesse anche questo incontro con la comunità musulmana. Tra cristiani e musulmani siamo fratelli. Dobbiamo dunque considerarci come tali, comportarci come tali". Queste le parole del Pontefice.

"No alla violenza in nome di Dio"
Poi il messaggio alla comunità: "Sappiamo bene che gli ultimi avvenimenti e le violenze che hanno scosso il vostro Paese non erano fondati su motivi propriamente religiosi. Chi dice di credere in Dio dev'essere anche un uomo o una donna di pace. Cristiani, musulmani e membri delle religioni tradizionali hanno vissuto pacificamente insieme per molti anni. Dobbiamo dunque rimanere uniti perché cessi ogni azione che, da una parte e dall'altra, sfigura il Volto di Dio e ha in fondo lo scopo di difendere con ogni mezzo interessi particolari, a scapito del bene comune. Insieme, diciamo no all'odio, alla vendetta, alla violenza, in particolare a quella che è perpetrata in nome di una religione o di Dio. Dio è pace, salam". 
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