MONDO
Nella regione nell'est del Congo presente estremisti islamici
Attacco kamikaze nel Nord Kivu, almeno cinque morti
Sono almeno cinque le persone uccise dall'esplosione di una bomba in un ristorante nel centro della città di Beni, nel Nord Kivu, dove gli eserciti congolese e ugandese sono impegnati in combattimenti contro guerriglieri jihadisti legati all'ISIS
Il Nord Kivu e l'Ituri sono in stato d'emergenza dall'inizio di maggio, una misura eccezionale che ha conferito pieni poteri alle forze armate, ma che finora non è riuscita a fermare i gruppi armati. In queste due province della Repubblica Democratica del Congo, dal 30 novembre gli eserciti congolese e ugandese effettuano operazioni militari congiunte contro le posizioni dei ribelli delle Forze Democratiche Alleate.
Le ADF sono responsabili di molti massacri di civili nel Nord Kivu zone di Beni, Butembo e Lubero. Massacri che si inseriscono nella guerra per il controllo del territorio, risorse naturali e traffico illegale di minerali preziosi tra pezzi dello stato congolese e varie milizie, soprattutto il gruppo terroristico ruandese Forze Democratiche di Liberazione del Ruanda (FDLR) responsabili del genocidio ruandese del 1994 e, recentemente, dell'assassinio dell'Ambasciatore italiano Luca Attanasio.
Soprattutto, dal 2017 elementi dell'ADF, che ha una base di miliziani musulmai ugandesi, hanno iniziato a creare collegamenti con lo Stato islamico. Nel giugno 2019, un video di propaganda dell'ISIS mostrava il leader del gruppo, Musa Baluku, che giurava fedeltà all'ISIS. Baluku ha affermato che l'ADF ha cessato di esistere ed è stato succeduto dalla Provincia dell'Africa Centrale dello Stato Islamico.
Le Forze Armate della Repubblica Democratica del Congo (FARDC) hanno condotto operazioni di contro-insurrezione su larga scala dalla fine del 2019 alla fine del 2020 che hanno notevolmente indebolito l'ADF, uccidendo centinaia di suoi combattenti. Nonostante queste battute d'arresto, le forze dell'ADF sono state ritenute responsabili di almeno 800 morti.