POLITICA
Palazzo Madama
Riforma del Senato da domani in Aula e da martedì al voto
Il presidente del Senato Grasso, dopo la conferenza dei capigruppo, ha dato l'annuncio: il ddl Boschi domani approderà in Aula intorno le 16.30. Delusi i "dissidenti" che chiedevano una settimana in più, ma il voto sul testo definitivo in Commissione slitta a domattina.
I tempi
Alla fine la conferenza dei capigruppo ha stabilito che il ddl del governo approderà nell'aula del Senato domani pomeriggio alle 16.30. La discussione proseguirà lunedì 14 luglio dalle ore 11 alle 22 senza interruzione, e continuerà sino a giovedì 17 luglio. Il termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato alle 13 di martedì 15 luglio.
Colpo di scena intanto sul testo definitivo che la commissione Affari costituzionali avrebbe dovuto dovrebbe licenziare in serata. Il voto in Commissione è stato rinviato a domani mattina alle 9.30, poche ora prima che il testo approdi in Aula.
Il testo definitivo
I relatori (assieme alla Finocchiaro, anche il leghista Roberto Calderoli) hanno presentato l'emendamento che recepisce l'accordo fra maggioranza e Forza Italia sulla scia del patto del Nazareno. Esso prevede che i senatori non vengano eletti dai cittadini bensì dai consigli regionali in proporzione della consistenza dei gruppi consiliari. La modifica prevede inoltre che scenda da 3 a 2 il numero minimo di senatori che ciascuna regione potrà avere nel futuro Senato.
In mattinata Grasso aveva convocato la Conferenza dei capigruppo dopo il dibattito in Aula seguito alla richiesta della presidente Finocchiaro di concludere oggi l'esame in sede referente del testo. Anche il presidente dei senatori di Fi, Paolo Romani, e quello dei senatori Ncd, Maurizio Sacconi, hanno appoggiato la richiesta della presidente Finocchiaro, di rinviare la discussione di un giorno. Diversa, invece, la richiesta di Sel, M5S e dei senatori 'dissidenti' che hanno chiesto un "tempo congruo" per analizzare il testo, quindi uno slittamento di almeno una settimana. A favore di uno slittamento più lungo anche Domenico Scilipoti (Fi), che ha preso la parola in Aula. Romani, quindi, ha precisato che il suo intervento "non rappresenta l'opinione del gruppo".
Grillo contro il patto del Nazareno
Il patto del Nazareno "è un salvancondotto per il culo di Berlusconi che in cambio garantisce il suo appoggio al governo e al disegno controriformista di Napolitano. Un suggerimento ai forzisti: vendetevi da soli, invece che farvi vendere dal noto pregiudicato. Ci guadagnerete e non farete la figura dei coglioni". E’ il commento pubblicatoda Grillo sul suo blog in un post dal titolo 'il #pattodelnazareno' dopo le polemiche e i botta e risposta sull'incontro Pd-M5S prima annullato e poi ricalendarizzato.
Le divisioni in Fi
La 'fronda' di Forza Italia, dove quasi la metà dei senatori non gradisce affatto l'accordo stretto con Matteo Renzi, non accenna a rientrare nemmeno in vista del voto dell’Aula. Sul Senato di secondo grado composto da consiglieri regionali e sindaci, cioè da non eletti direttamente, l'azzurro Augusto Minzolini avrebbe deciso di depositare un nuovo subemendamento che rilancia il Senato elettivo eletto a suffragio universale.