POLITICA
Strappa la minoranza dem, Civati e Fassina non partecipano al voto
Riforme, le opposizioni abbandonano l'Aula. Renzi attacca: "Non accetto ricatti"
Alla Camera alta tensione tra il Pd e gli altri gruppi. Forza Italia, Lega, Sel e M5S annunciano di lasciare i lavori sul ddl Boschi. Gli azzurri chiedono un incontro con il Capo dello Stato Mattarella che riceverà le opposizioni "da martedì". La maggioranza va avanti e punta a chiudere entro sabato
In un'altra conferenza stampa, il Movimento 5 Stelle con Danilo Toninelli attacca: "La riforma del Senato limita la democrazia, ecco perché non partecipiamo al voto".
Renzi: "Vogliono bloccare il governo, non le riforme"
La linea del Pd è chiara, il premier Matteo Renzi la detta così ai parlamentari dem: "Il tentativo è di bloccare il governo non le riforme. In tutte le sedi abbiamo sempre cercato una mediazione con le opposizioni, ma ora siamo siamo ad un bivio. Non mi faccio certamente ricattare da Grillo - scandisce il leader Pd. Non consentiremo a nessuno di bloccare il percorso della riforma costituzionale".
La riforma sarà sottoposta a referendum. Vedremo se la gente starà con noi o con il comitato del no guidato da Brunetta, Salvini e Grillo
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 13 Febbraio 2015
Minoranza Pd in pressing sul premier
La minoranza dem però strappa. Pippo Civati e Stefano Fassina restano in Aula, ma non partecipano al voto. "Non partecipo alle votazioni perchè il fatto politico dell'abbandono dell'aula da parte delle opposizioni è molto grave. Chiedo al governo e al mio gruppo di sospendere i lavori per riuscire ad andare nella direzione indicata da Speranza, siamo di fronte all'approvazione della revisione della Costituzione", dice Fassina.
La presidente Boldrini: "Evitare il peggio"
"Prendo atto che manchi una visione condivisa, ma bisogna evitare il peggio: e cioè un epilogo in cui solo una parte dell'Aula sia presente", questo il monito del presidente della Camera Laura Boldrini ai gruppi parlamentari.
La bagarre di giovedì, 13 espulsi e due feriti
In tarda serata, il confronto tra democratici e pentastallati si è concluso con la bagarre provocata da quest'ultimi, con la sospensione dei lavori da parte del vicepresidente Roberto Giachetti. La seduta si è improvvisamente accesa al termine di un veemente intervento di Roberto Fico, che ha attaccato il Pd. I deputati M5S hanno cominciato a gridare in modo ritmato "onestà, onestà", battendo sui banchi le mani o i faldoni degli emendamenti. Giachetti ha iniziato a richiamare all'ordine i deputati di M5S, senza però sortire effetti, e a questo punto ha espulso i più esagitati, Alessandro Di Battista, Carla Ruocco e Alfonso Bonafede. A quel punto ha sospeso i lavori per consentire ai commessi l'allontanamento dei tre deputati dall'aula. Alcuni deputati sono saliti in piedi sui banchi scagliandosi l'uno contro l'altro. In un clima di forte tensione la rissa è scoppiata improvvisamente tra un deputato di Sel e uno del Pd, con il primo che si è slanciato verso il secondo gridando: "Pezzo di m...". Gianni Melilla di Sel ferito a una mano, è andato, secondo quanto viene riferito, anche nell'infermeria di Montecitorio; un'altra deputata di Sel, Donatella Duranti, dolorante a una spalla, ha ricevuto un calcio durante la rissa. In definitiva, sono stati espulsi:Carla Ruocco, Alfonso Bonafede, Alessandro Di Battista, Davide Tripiedi, Diego De Lorenzis, Emanuele Scagliusi, Giuseppe Brescia, Stefano Vignaroli, Arianna Spessotto, Gianluca Vacca, Mirella Liuzzi.