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POLITICA

Palazzo Madama

Riforme, il Senato approva il ddl Boschi

179 voti favorevoli, 16 contrari e 7 astenuti. Forza Italia abbandona i banchi mentre Lega, Sel e Movimento 5 Stelle abbandonano l'Aula. Reazioni all'intervento di Napolitano. Per il Pd votano in dissenso Tocci, Mineo e Casson 

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L'Aula del Senato ha approvato con 179 voti favorevoli, 16 contrari e 7 astenuti il ddl Boschi sulle riforme costituzionali. Il ddl costituzionale è quindi a metà del suo iter parlamentare, sono necessari altri due passaggi (uno per ramo del Parlamento) e adesso dovrà essere rieesaminato dalla Camera. Leggendo i tabulati della votazione, a 179 ci si arriva sommando i 173 previsti della maggioranza (112 del Pd perché Grasso non vota; 17 del gruppo Autonomie; 35 di Ncd, 3 di Gal e 6 del Misto) ai quali vanno tolti però 3 di Ncd che non hanno votato (Compagna, Azzollini, Giovanardi), 2 del Pd che
hanno votato contro (Tocci e Mineo), 2 che si sono astenuti (Casson e Tronti) e 2 del Misto che non hanno votato (Monti e Maurizio Rossi di Liguria Civica). Per un totale di 164. A questi si devono aggiungere i 13 di Verdini (si arriva così a 177) e i due di FI (Bocca e Villari).

Dopo il voto il ministro Maria Elena Boschi ha abbracciato quello dell'Istruzione Stefania Giannini mentre dai banchi del Pd è partito l'applauso. Prima di lasciare l'Emiciclo diversi senatori si sono avvicinati al ministro Boschi per stringerle la mano.

"Grazie a chi continua a inseguire il sogno di un'Italia più semplice e più forte: le riforme servono a questo #lavoltabuona" ha scritto subito l'approvazione il premier Matteo Renzi su Twitter.




Tra le principale norme del ddl Boschi licenziato oggi dal Senato, e che la Camera, per le parti modificate, dovrà di nuovo esaminare c'è la fine del bicameralismo perfetto tra Senato e Camera, con quest'ultima che è titolare del rapporto di fiducia con il Governo, ha una funzione di indirizzo politico e di controllo sull'attività del Governo. Per quanto riguarda Palazzo Madama invece sarannno 100 i senatori: 74 consiglieri regionali, 21 sindaci e 5 componenti di nomina del presidente della Repubblica. 


 
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